Anno: 2013

"La democrazia fredda", di Michele Prospero

C’è un generale calo dei votanti nelle elezioni amministrative, malgrado il presidenzialismo comunale, che chiama all’elezione diretta del sindaco. Cresce (con schede lunghe un metro e mezzo) l’attenzione alla politica come arena in cui trovare accesso e visibilità. Ma precipita la credibilità della politica e si appanna il senso della sua stessa funzione storica. Solo a Roma si sono presentate 40 liste e circa duemila sono i candidati in lizza. Si tratta di una mini città, conteggiando anche le scalate ai posti di consiglieri nei municipi. In fondo, la politica è vissuta come la residuale arena in cui è possibile sperimentare una qualche forma di mobilità in un mondo altrimenti bloccato negli ascensori sociali. Aumentano perciò i soggetti della competizione in un quadro però di eclisse della fiducia accordata dal pubblico alla politica. Le metafore crepuscolari (de-democratizzazione, deconsolidamento, post-democrazia) sono molto realistiche nel cogliere l’odierna alienazione politica. Le immagini aurorali che annunciano il bel trionfo di una agorà elettronica, di una società ormai trasparente e di una sfera pubblica dialogica sono invece edificanti e illusorie. …

"I sei eurocomandamenti", di Andrea Bonanni e Alberto D'Argenio

Ora è ufficiale: Olli Rehn mercoledì proporrà la chiusura della procedura per deficit eccessivo dell’Italia. Il Commissario europeo Affari economici proporrà la decisione al resto della Commissione per mettere fine alla vertenza aperta contro l’Italia nel 2009 per colpa del governo Berlusconi. Un passo fondamentale che premia il risanamento del governo Monti e la credibilità con la quale l’esecutivo di Enrico Letta si è presentato in Europa: secondo la Commissione l’Italia ha terminato il 2012 con un deficit al 3% e nel 2013 dovrebbe restare al 2,9%, dunque sotto l’asticella di Maastricht. Obiettivo che a politiche invariate centrerà anche nei prossimi due anni, condizione per chiudere la procedura. La decisione darà nuovi margini di manovra al governo, tanto che il premier Enrico Letta, pur con cautela e senza trionfalismi, con i suoi collaboratori si è detto «soddisfatto» del passo ormai imminente stando alle bozze che circolano a Bruxelles. Rientrando tra i paesi virtuosi l’Italia non sarà più sottoposta a quei vincoli sulla spesa che hanno imbrigliato l’azione del governo in questi anni. E, al contrario …

"Record astenuti. Per il governo una prova in più", di Federico Geremicca

Non sono bastati diciannove candidati a sindaco, 1.667 aspiranti consiglieri comunali, alcune altre migliaia in lizza per un seggio nei municipi ed una scheda elettorale lunga nientedimeno che un metro e venti centimetri. E i casi sono due: o nemmeno una tale, gigantesca kermesse messa in piedi per la scelta del nuovo sindaco di Roma è stata sufficiente a motivare i cittadini chiamati alle urne. Oppure – e non ci sentiremmo di escluderlo – è stato proprio quest’ennesimo confuso, discutibile e dispendioso «carnevale elettorale» a contribuire a tener la gente lontana dai seggi. Sia come sia, la Capitale tocca il suo record negativo di partecipazione al voto in una tornata amministrativa: solo il 37,7% all’ultima rilevazione di ieri (ore 22). Che vuol dire quasi venti punti percentuali in meno rispetto alle elezioni di cinque anni fa. E se Roma piange, non è che il resto d’Italia rida. L’affluenza alle urne è infatti precipitata praticamente ovunque attestandosi poco oltre un misero 44 per cento, il che vuol dire quasi sedici punti percentuali in meno rispetto al …

"La graduatoria dell’orrore. Le giovanissime più a rischio", di Anna Meldolesi

Se può esistere una graduatoria dell’orrore, l’uccisione della ragazza di Cosenza arriva a fondo scala. La giovane età della vittima e del presunto carnefice, la ferocia, l’inferno che inghiotte i sentimenti. Un femminicidio scolvolgente proprio perché tanto acerbo. Sarebbe di qualche sollievo pensare che chi uccide così sia un pazzo, che sia cresciuto in una famiglia violenta o abbia una storia criminale alle spalle. Sarebbe un modo per tracciare una linea netta tra noi e loro. Ma è davvero così? Un tempo i criminologi inquadravano i casi di femminicidio guardando alla provenienza sociale della vittima e concentrandosi sulla trasmissione intergenerazionale della violenza. Poi gli approcci psicanalitici hanno puntato i riflettori sulla donna, chiedendosi se chi resta vicino a un violento non lo faccia per masochismo. A cominciare dagli Anni ’70 il femminismo ha cambiato ancora una volta il quadro. Le donne abusate sono diventate le vittime «di uomini ordinari che agiscono in un contesto sociale di autorità e dominio maschile». Dove sta la verità? Il Murder in Britain Study è un’investigazione di 3 anni su …

"Vent'anni di omissioni dietro un dramma nazionale", di Goffredo Buccini

Gli americani, che sanno trasformare i guai in genere cinematografico, lo chiamano worst case scenario: il peggiore degli incubi possibili. Noi, nel nostro piccolo, lo stiamo sperimentando a Taranto. L’Ilva, asse portante della siderurgia nazionale e dunque dell’assetto industriale nostrano, da ieri è senza vertici. Dimissioni collettive, via anche un manager del livello di Enrico Bondi appena insediato per raddrizzare la barca. A rischio almeno 40 mila posti di lavoro, da domani la città dei Due Mari ricomincia a vivere tensioni che una recente sentenza della Consulta e la nascita di un pool di banche finanziatrici parevano avere allentato. E’ l’ultimo effetto del sequestro deciso dalla giudice Todisco contro la Riva Fire, la cassaforte di Emilio Riva e figli: otto miliardi e cento milioni di euro bloccati, cifra sconcertante (beni indispensabili per andare avanti, dicono in azienda preparando il ricorso). Soldi che sarebbero stati sottratti alle bonifiche ambientali e alla sicurezza degli impianti dal 1995 a oggi (cioè anche mentre i vertici Ilva dialogavano col governo Monti ottenendone deroghe e benefici). Certe morti in fabbrica, …

"L’ultimo atto dei teatri lirici", di Luca Dal Fra

Sono parecchie le grane che Massimo Bray ha trovato sulla sua scrivania di Ministro per i beni e le attività culturali: forse la più appassionante riguarda la musica nel nostro Paese. In tutto il mondo l’opera parla italiano, grazie a uno straordinario repertorio lasciatoci dai nostri compositori che sta conquistando sempre nuovo pubblico dall’Asia al Sudamerica all’Africa e perfino in Europa -, ma in Italia il melodramma vive la stagione più triste della sua storia, d’altronde insieme alla musica sinfonica e da camera vessate da iniqui e inutili provvedimenti varati dal Governo Monti. Se nei giorni scorsi hanno fatto scalpore i lavoratori delle librerie Feltrinelli che per evitare i licenziamenti abbiano scelto la cassa integrazione di solidarietà, non tutti sanno che la cosa avviene da anni nelle Fondazioni lirico-sinfoniche, i nostri maggiori teatri lirici. C’è poi la crisi endemica che attraversiamo, con oltre 10 anni di continui tagli agli investimenti pubblici del settore; su tutto pesa la Legge 100/2010, la cosiddetta riforma Bondi, che nei discorsi di quell’ineffabile ministro avrebbe dovuto «salvare la lirica» e …