"La democrazia fredda", di Michele Prospero
C’è un generale calo dei votanti nelle elezioni amministrative, malgrado il presidenzialismo comunale, che chiama all’elezione diretta del sindaco. Cresce (con schede lunghe un metro e mezzo) l’attenzione alla politica come arena in cui trovare accesso e visibilità. Ma precipita la credibilità della politica e si appanna il senso della sua stessa funzione storica. Solo a Roma si sono presentate 40 liste e circa duemila sono i candidati in lizza. Si tratta di una mini città, conteggiando anche le scalate ai posti di consiglieri nei municipi. In fondo, la politica è vissuta come la residuale arena in cui è possibile sperimentare una qualche forma di mobilità in un mondo altrimenti bloccato negli ascensori sociali. Aumentano perciò i soggetti della competizione in un quadro però di eclisse della fiducia accordata dal pubblico alla politica. Le metafore crepuscolari (de-democratizzazione, deconsolidamento, post-democrazia) sono molto realistiche nel cogliere l’odierna alienazione politica. Le immagini aurorali che annunciano il bel trionfo di una agorà elettronica, di una società ormai trasparente e di una sfera pubblica dialogica sono invece edificanti e illusorie. …