“L’unica strada possibile”, di Vincenzo Visco
La legge di stabilità è stata accolta inizialmente in modo favorevole perché, si è detto, «iniziava un percorso innovativo», per poi essere progressivamente sommersa da critiche di vario genere. In verità si ha l’impressione che i critici ignorino, o non si rendano conto, che la legge di stabilità appena varata era l’unica possibile nella situazione data e considerati gli equilibri politici su cui si regge e si basa il governo Letta. Un governo di grandi intese, di natura politica (e non tecnica) non può che produrre nelle sue proposte un equilibrio derivante dalle diverse e talvolta opposte visioni dei componenti la coalizione. Non era lecito quindi attendersi novità di rilievo o riforme radicali che avrebbero provocato polemiche, recriminazioni, fratture e difficoltà per gli attuali equilibri politici. Del resto se la stabilità è un valore, come è stato più volte affermato e ricordato, e come realisticamente occorre riconoscere, sarebbe insensato metterla a rischio in una situazione che rimane precaria e ancora soggetta ai ricatti e ai colpi di coda di Berlusconi. Sempre che sia possibile evitare …