Anno: 2013

“Una sinistra che alzi la testa”, di Claudio Sardo

L’immane tragedia di Lampedusa, che difficilmente concluderà la sequela di morte nel mediterraneo, ci ha messo di fronte alle nostre responsabilità, alla nostra colpevole indifferen-a, alle nostre leggi sbagliate, agli egoismi della nostra Europa. Ma ci ha messo di fronte anche ai grandi, sconvolgenti cambiamenti di questo tempo. Mai la storia è stata così accelerata. Mai la politica degli Stati così impotente, fra trasmigrazioni bibliche, guerre senza fine, dominio della finanza, povertà assolute. Eppure mai l’uomo ha avuto tante potenzialità come oggi, tante opportunità, tante ricchezze materiali e non. Siamo davanti a forme inedite di schiavitù, di dominio dell’uomo sull’uomo, anzi del denaro, delle cose, sull’uomo. Ma al tempo stesso abbiamo le conoscenze, gli strumenti, le risorse per migliorare la vita delle persone e delle comunità. Anziché distruggerla, potremmo partecipare a un ampliamento della creazione. È qui il compito di una sinistra degna di questo nome. Dare battaglia lungo il crinale dei nuovi poteri, delle disuguaglianze più tremende, delle sottomissioni che portano alla morte, e della politica che invece può redistribuire occasioni di vita, di …

“L’eclissi del cannone”, di Benedetto Vertecchi

C’è qualcosa che non convince nel dibattito sull’educazione occidentale. Per certi versi sembra che lo sviluppo dei sistemi scolastici costituisca un impegno prioritario per i responsabili politici dei diversi paesi, e che tale impegno trovi consenziente l’opinione pubblica. Lo sviluppo si gioverebbe, oltre che della sensibilità e dell’esperienza degli insegnanti, dell’apporto conoscitivo assicurato da un gran numero di ricercatori specializzati nei diversi settori della conoscenza educativa. Sembrerebbe, dunque, che esistano condizioni favorevoli perché alla crescita quantitativa, che ha caratterizzato lo sviluppo culturale e la storia sociale degli ultimi secoli, segua un adeguamento qualitativo, conforme alle esigenze che si sono venute progressivamente manifestando e che è presumibile emergano in una prospettiva anche non lontana. Ma, d’altro canto, sono sempre più diffusi atteggiamenti critici. Ci si chiede quali siano gli effetti dell’educazione scolastica e se sia giustificato l’imponente impegno di risorse necessario per assicurare l’istruzione per un numero consistente di anni alla generalità di bambini e ragazzi. Negli ultimi decenni del Novecento si è affermata la convinzione che il raggiungimento da parte dei sistemi educativi di traguardi …

“Le mosse dell’Europa sullo scacchiere siriano”, di Ferdinando Salleo

La rapida successione delle mosse diplomatiche di Lavrov e di Rouhani, innestate sulla crisi siriana, lascia intravedere la formazione di equilibri politici nel Mediterraneo e nel Medio Oriente in un assetto in cui, alla fine, il destino di Damasco e di quelle sventurate popolazioni passerà in secondo piano. Approfittando abilmente dell’imbarazzo di Washington per le avventate minacce ad Assad, non condivise dal Congresso e meno ancora dall’opinione pubblica, delle contraddizioni tra i Paesi arabi del Golfo e dell’assenza dell’Europa, la diplomazia russa ha riportato il Cremlino tra i protagonisti senza i quali sarà impossibile una soluzione regionale. L’altro protagonista è l’Iran che esce dall’isolamento diplomatico dove lo aveva ridotto Ahmadinejad e usa la questione nucleare per avanzare forme di compromesso in cui la formula “giapponese” assortita di garanzie internazionali tutte da verificare (approntare i presupposti fermandosi alla soglia dell’armamento) e l’atteso mitigarsi delle sanzioni conferisca a Teheran un ruolo sub-egemonico che valorizzi l’arco sciita che va dall’Iran al Libano. La belligeranza di Netanyahu non trova più la sponda americana, pur tiepida, e deve fare i …

“L’assurdo destino dei migranti: o muoiono o vengono indagati”, di Manuela Modica

Se non arrivi sul fondo sabbioso delle acque italiane, se sopravvivi alla morte, hai commesso un reato: sei un criminale. E il nome che non entra nella lista dei cadaveri da inviare nei cimiteri disponibili, verrà impresso nei fascicoli delle procure. Quella di Agrigento li ha incriminati per reato di immigrazione clandestina tutti e 155 ma non c’era altro da fare secondo la legge Bossi – Fini. Dopo la tragedia, dopo il dolore, questa assurda beffa. «Dovuta», come dicono i giudici, che hanno solo quella legge a cui fare riferimento. Le braccia che li hanno afferrati dal mare e la lunga mano della giurisprudenza italiana: il paradosso di Lampedusa è questo. E non lascia margini: «È un fatto obbligato, per cui questi naufraghi, come tutti i migranti che entrano con queste modalità nel territorio italiano, sono denunciati per immigrazione clandestina», il procuratore aggiunto di Agrigento Ignazio Fonzo ha solo esercitato l’obbligo dell’azione penale. Una beffa per i superstiti ma anche per i soccorritori: «Ora vogliono denunciarmi? Sequestrarmi la barca perche abbiamo salvato delle persone? Vengano …

“Al Capone è all’angolo ma ancora può colpire”, di Eugenio Scalfari

Il caimano del regista Nanni Moretti aveva già previsto tutto con qualche anno d’anticipo sui politici e così pure la “ballata” di Roberto Benigni; l’ho ricordati nel mio articolo di domenica scorsa e li ricordo qui ancora una volta. Ma l’attore Moretti che nell’ultima parte del film impersona il Caimano ha poco a che fare con Silvio Berlusconi: è un uomo lucido, severo, terribile e soprattutto coerente. Afferma davanti al Tribunale che lo condannerà, che l’uomo (lui) eletto dal popolo a grande maggioranza non può esser giudicato dalla magistratura e rafforza questa sua posizione anche dopo la condanna esortando il popolo alla rivolta senza mai costruire una qualsiasi alternativa e senza affidarsi al consiglio d’un amico o d’un consulente o d’un esperto. Non ha dubbi, non ha incertezze, non ha ripensamenti, non ragiona con le viscere ma col cervello. Il Berlusconi vero non è affatto così, anzi è l’opposto di così e lo si vede chiaramente con quella sorta di film dal vero che si è svolto mercoledì scorso sotto i nostri occhi. Alle dieci …

“Fine corsa”, di Massimo Giannini

Non c’è una ragione al mondo, se non il sonno della ragione stessa che ormai acceca il Cavaliere, per definire il voto della Giunta del Senato «un colpo al cuore della democrazia ». La decadenza di Silvio Berlusconi, decisa a maggioranza a Palazzo Madama, è l’esatto contrario: l’affermazione di un principio che fa vivere la democrazia. L’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, come ricorda la nostra Costituzione. Il rispetto di una sentenza definitiva di cui non si deve solo «prendere atto», ma che si deve soprattutto «applicare», come ricorda il capo dello Stato nella sua nota del 13 agosto. È vero: quello della Giunta è un voto annunciato. Ma non perché questo organismo istituzionale, come recitano le bugiarde geremiadi berlusconiane, sia stato proditoriamente trasformato in un «plotone d’esecuzione », o sia stato inopinatamente animato dal «fumo» della persecuzione. È UN voto annunciato perché così prescrive una legge dello Stato, approvata con il solenne consenso del Pdl durante il governo Monti, e considerata a tutti gli effetti «perfettamente costituzionale» dalla sua stessa firmataria, …

“La strage delle mamme: salve solo in sei”, di Manuela Modica

Una strage di donne. Dei 155 superstiti 145 sono uomini. E i quattro bambini superstiti tutti sono maschi: sono solo sei le donne sopravvissute alla strage di Lampedusa di giovedì notte. Una disparità che sgomenta e che potrebbe divaricarsi ancora, dato che i sub scesi a perlustrare il relitto e il fondo del mare dicono di aver visto i cadaveri in faccia (senza poterli recuperare per le difficoltà create dal mare) e per quanto intuito raccontano di aver visto soprattutto donne e ragazzi. Un inventario che fa il paio con quello dei primi superstiti portati in salvo dal gruppo di diportisti lampedusani. Erano tutti uomini i primi saliti sulla barca. «Ci hanno spiegato che le donne erano rimaste al largo con i bambini», racconta Grazia Migliosini che con 7 amici ha tratto in salvo 47 persone. Al largo con i più piccoli, mentre gli uomini nuotavano verso la costa a chiamare aiuto. Così, per cercare di custodire dalla paura i propri figli, le donne avrebbero atteso la morte. Ma ci sarebbe una spiegazione anche nella …