Anno: 2013

“Ma la battaglia non è finita”, di Claudio Sardo

Nonostante la penosa giravolta di Berlusconi, degna dell’avanspettacolo più decadente, ieri si è aperta una nuova fase politica. Il governo Letta non ha più una maggioranza larga ma «senza intese»: ora c’è una parte del Pdl disposta a condividere l’obiettivo della presidenza italiana dell’Ue, a riformare il sistema politico prima di tornare al voto, soprattutto a contrastare la linea della rottura istituzionale che Berlusconi ha adottato dopo la condanna definitiva. Il Cavaliere, alla fine, ha votato lo stesso la fiducia al governo. Ma è stato sconfitto. Voleva la crisi e non c’è riuscito. La sua piroetta è stata un tentativo estremo di inquinare il senso della giornata. Berlusconi è rientato dalla finestra nella maggioranza numerica: di questa, tuttavia, è ora un’appendice sgradita e non necessaria. A sconfiggerlo è stato il delfino senza «quid» che – insieme ai ministri Pdl del governo, a uomini della vecchia guardia e a dirigenti allevati nel berlusconismo – ha deciso di non seguire il capo sulla rotta del radicalismo pupulista, della destra anti-europea e anti-sistema. Berlusconi è stato battuto per …

“Troppo vecchi troppo giovani, quarantenni in troppola”, di Roberto Mania

Sono “vecchi”, considerati poco produttivi, spesso troppo preparati per le mansioni che vengono richieste. Ma sono anche troppo giovani per andare in pensione. Sono in una trappola. Ormai oltre il 60 per cento dei disoccupati in aumento tra un trimestre e l’altro, per colpa di una interminabile recessione, fa parte della categoria di chi ha superato i 35 anni di età. Più della metà dei nuovi disoccupati tra il 2011 e il 2012 aveva tra i 30 e i 49 anni. La disoccupazione ha i capelli grigi. E poca rappresentanza, perché una volta usciti dal circuito lavoro-cassa integrazione- mobilità anche il sindacato non si vede più. Vivono in silenzio, tra rancori, risentimenti, vergogna. Vivono nell’ombra. Vivono di lavoretti, ripiegano aprendo una partita Iva: lavoro autonomo o indipendente. Sulla carta. Diventano soci lavoratori di cooperative fittizie. Un circuito infernale dal quale pochi riescono ad uscire: dal 2008, anno di inizio di questa Grande Crisi, al 2011 le persone in cerca di occupazione da più di dodici mesi sono cresciute di quasi 700 mila, raggiungendo il 53 …

Intervento alla Camera dei Deputati del Presidente del Consiglio Enrico Letta sulla situazione politica generale

Signora Presidente, onorevoli colleghi, questa mattina al Senato ho avuto modo di presentare un discorso ampio e articolato, con una serie di riferimenti programmatici. Questo discorso ampio e articolato lo consegno, lo consegno qui, e preferisco aggiungere alle cose che ho detto questa mattina alcune considerazioni che in parte sono una sintesi di quei ragionamenti, che sono scritti nel discorso, e in parte, ovviamente, considerazioni che prendono spunto da quello che è successo stamattina al Senato, con il risultato positivo dell’ottenimento della fiducia, e la spinta e gli spunti su quello che accadrà da adesso in poi, da domani.   Voglio ripartire dal punto essenziale. Noi cinque mesi fa ci siamo trovati qui in una situazione drammatica, in quella situazione drammatica a partire dal discorso del Capo dello Stato che scelse di accettare la richiesta pressante di essere di nuovo Presidente della Repubblica per la seconda volta, unico caso nella storia della nostra Repubblica. Venne qui e fece a tutti noi un discorso di una chiarezza cristallina e anche per certi versi, ce lo ricordiamo tutti, …

“La fedeltà alla legge”, di Nadia Urbinati

Indipendentemente dagli esiti del sommovimento interno al Pdl, è certo che il Paese sta subendo (non da oggi) le conseguenze della crisi della democrazia dei partiti e della rappresentanza. Paga il prezzo di una democrazia deformata. Le comunità politiche come le persone hanno una figura che le rende identificabili. Tra i tratti distintivi della democrazia costituzionale ci sono elezioni regolari, separazione dei poteri, diritti civili fondamentali e, non ultimo, l’autonomia dei rappresentanti tanto da chi li elegge quanto da chi li mette in lista. La rappresentanza senza mandato imperativo è una componente essenziale dell’immagine della democrazia perché da essa dipende l’autonomia decisionale del Parlamento e, per diretta derivazione, la libertà politica dei cittadini. Alterare lo statuto della rappresentanza equivale a sfigurare la democrazia, a deformarla. Nel corso di questi anni la democrazia italiana ha subito deformazioni evidenti rispetto al profilo originale definito dalla Costituzione. Tra queste, vi sono i tentativi ripetuti e a volte riusciti di assoggettare i rappresentanti alla volontà di qualcuno. Qui sta il segno macroscopico della crisi dei partiti politici i quali, …

“Educazione sentimentale a scuola? E cioè”, di Mila Spicola

Molti di noi hanno letto sui giornali in merito a diverse iniziative autonome sull’educazione sentimentale a scuola. Tra gli emendamenti al Decreto contro il Femminicidio, inoltre, ce n’è uno che riguarda proprio la proposta di inserimento dell’ “educazione sentimentale” a scuola come insegnamento autonomo. Iniziative apprezzabili nelle intenzioni ma da valutare con estrema cautela. Da quando i sentimenti possono essere oggetto d’insegnamento curriculare? Aderisco alla lettera inviata da Graziella Priulla, docente di questioni di genere, presso l’Università di Catania richiamando riflessioni e attenzione su un tema così delicato. Che vuol dire “educazione sentimentale”? Chi la insegna? In base a quale formazione professionale, seguendo che curriculo scolastico, quale metodo, quali contenuti? Con che criteri? Di tipo disciplinare, pedagogico, didattico, psicopedagogico,..? Negli altri paesi, riguardo l’educazione di genere, come è più corretto individuarla e definirla, non “educazione sentimentale” bensì di genere, le politiche scolastiche distinguono correttamente vari ambiti e azioni: quello dell’educazione sessuale, condotta da personale medico-sanitario, l’educazione di genere, che ha un contenuto metodologico-scientifico-culturale condotta da insegnanti disciplinari, cioè con un programma definito ministerialmente in un …

“Abbandono scolastico, l’Italia prima in Europa: ogni anno lasciano 700 mila ragazzi”, da La Tecnica della Scuola

Con il 17,6% siamo ancora lontani dal 10% indicato dall’Ue: il dato aumenta al Sud Italia e si riduce al Centro-Nord. Avviato uno studio nazionale che avrà come capofila la onlus Intervita, con l’associazione Bruno Trentin della Cgil e la Fondazione Giovanni Agnelli: il fine è identificare la tipologia, i ragazzi che lasciano i banchi di scuola, i tipi di intervento e la loro efficacia. Ammonta a circa 700 mila la quota di ragazzi e ragazze che ogni anno lascia i banchi di scuola oppure li frequenta saltuariamente tanto da non avere alcuna possibilità di successo formativo. Sono i preoccupanti dati nazionali sulla dispersione scolastica, ricordati il 1° ottobre a Roma dai realizzatori di uno studio che avrà come capofila la onlus Intervita, con l’associazione Bruno Trentin della Cgil e la Fondazione Giovanni Agnelli. Questi i numeri: con il 17,6% di ragazzi che abbandonano gli studi l’Italia, secondo i dati Istat ed Eurostat, è in fondo alla classifica europea; un gap pesante con il resto dell’Europa, dove in media l’abbandono scolastico è del 14,1%. Nei …

“Io e i miei figli, in fuga dalla fame su quel barcone abbiamo visto l’inferno” , di Francesco Viviano

Continua a pregare a ringraziare Dio di avercela fatta, di non essere annegata sul litorale di Scicli come è accaduto a 13 suoi connazionali. Adesso che l’incubo è finito Fatima Mahemed, eritrea, 32 anni, passeggia nel centro di accoglienza di Pozzallo. E sembra una chioccia perché in braccio tiene il figlio più piccolo mentre gli altri tre (tra i 4 e i sette anni), le girano intorno come pulcini. Pulcini che Fatima temeva potessero morire affogati quando la barca si è arenata su una secca ed è successo il finimondo con gli scafisti (5 siriani e 2 egiziani arrestati ieri) che picchiavano tutti, spingendoli in mare per alleggerire l’imbarcazione e tornare indietro, in Libia, da dove erano partiti. Fatima vorrebbe dimenticare quello che ha vissuto negli ultimi anni e nelle ultime ore, ma non riesce a togliersi dalla mente quei momenti drammatici, i 13 uomini morti affogati, i feriti (due dei quali ora versano in condizioni disperate, mentre 5 ricoverati sono fuggiti e tra i dispersi 22 sono stati rintracciati nelle campagne e condotti al …