"Riforme prima dell’estate. Si parte da lavoro e burocrazia", di Fabio Martini
Era stata una battuta molto lusinghiera, quella che Barack Obama aveva usato con Matteo Renzi in un colloquio a tu per tu due mesi fa e, per la verità, il ciarliero presidente del Consiglio non l’ha mai propalata. Disse il presidente degli Stati Uniti, sui divani di Villa Madama: «Matteo, tu puoi diventare un modello in Europa». Quella frase impegnativa deve essere tornata alla mente di Renzi in queste ore, adesso che il premier – forte di un mandato popolare impetuoso – vede aprirsi davanti a sé un orizzonte arioso. Come spendere questo bonus, questo surrogato europeo che lo ha finalmente legittimato a palazzo Chigi? In queste ore, chiacchierando con i suoi collaboratori più stretti – Graziano Delrio, Luca Lotti, Maria Elena Boschi – ha messo a fuoco e deciso il ruolino di marcia da qui alla pausa estiva di inizio agosto. Tre missioni ben scandite e che si possono riassumere in una espressione che Renzi non ha usato, ma che le racchiude: diventare il presidente di tutti. Un profilo che, ieri durante la conferenza …
