Anno: 2014

Come salvare gli studenti dal “rinuncianesimo”, di Antonello Guerrera

La scuola? Non serve a niente. Non è solo un diffuso e stucchevole stereotipo, ma anche il titolo dell’ultimo, graffiante libro di Andrea Bajani, arricchito dai contributi, tra gli altri, di Massimo Recalcati, Mariapia Veladiano e Marco Lodoli. La scuola non serve a niente è sicuramente una forbita provocazione del 38enne scrittore, che sviscera le lacune dell’istruzione italiana, oggi sempre più abbandonata dagli studenti, come mostrano ricchi video, grafici e statistiche allegati al volume. Ma è anche il denso auspicio di un’istruzione che sia sì focolare di nozioni e conoscenze, ma soprattutto faro brillante di una più lucida lettura del mondo. Affinché alunni e studenti possano dare “un nome alle cose” di questa sfuggente società liquida. Insomma, Bajani, perché oggi «la scuola non serve a niente »? «È un paradosso: oramai è diventato un mantra della nostra società per qualsiasi cosa, dall’economia al lavoro. Invece, bisogna uscire da questa logica utilitaristica: la scuola non deve soltanto “servire”, alla stregua di una chiave inglese. Bisogna tornare a quello che c’è dentro la scuola». E cosa c’è …

"Avanza lo spettro del nuovo populismo I l suo fondatore è il «vecchio» Bossi", di Paolo Franchi

Populismo, populisti. A meno di un mese dalle elezioni per il Parlamento di Strasburgo se ne parla come di uno spettro che si aggira per l’Europa. Senza trovare nei partiti e negli establishment tradizionali degli acchiappafantasmi capaci di metterlo in scacco. Se si materializzerà lo capiremo subito dopo il 25 maggio, quando sapremo se il fronte neopopulista incardinato sull’alleanza tra Marine Le Pen e il leader del Pvv olandese Geert Wilders sarà riuscito o no a dar vita a un suo eurogruppo, per la cui costituzione occorrono 25 deputati eletti (e sta qui la difficoltà principale) almeno in 7 dei 28 Stati membri dell’Unione. Già adesso paghiamo però, e ancor più rischiamo di pagare in futuro, un prezzo salato anche al pressapochismo politico e culturale con il quale in questi anni è stato affrontato un fenomeno che non si lascia esorcizzare né da sprezzanti alzate di spalle né, tanto meno, dagli anatemi. Perché ha una storia ormai antica, che comincia con i narodnik russi e il People’s Party americano di fine Ottocento, e passa per …

"Nella trappola degli uomini verdi", di Paolo Garimberti

A furia di giocare al gatto con il topo, Vladimir Putin ha ottenuto il suo scopo: rovesciare l’onere della responsabilità per quanto sta accadendo nell’Ucraina russofona. Ieri quella che sembrava un’ipotesi estrema, la guerra civile, è diventata un rischio reale, con sparatorie, morti, feriti, blocchi ferroviari. Ora Mosca, per bocca del portavoce del Cremlino, può permettersi di accusare il governo di Kiev di rendere impraticabili gli accordi di Ginevra, che la Russia ha concluso con lo scopo di violarli attraverso i suoi “uomini verdi” massicciamente infiltrati nell’Ucraina orientale per sobillare e provocare, fino a realizzare il suo scopo, la reazione del topolino ucraino per assestargli una zampata. L’Ucraina non è la Crimea e Putin sa benissimo che non può annetterne una parte con un’invasione e un’occupazione militare. Non solo per ragioni politiche e diplomatiche (evocare lo spettro della terza guerra mondiale è certamente esagerato, ma la tensione con l’Occidente e con la Nato salirebbe a livelli di calore insopportabili per tutti). Ma anche per ragioni tecniche. L’esercito russo, nonostante l’aumento massiccio delle spese per la …

La Regione: «Danni ingentissimi Si chiederà lo stato d’emergenza», da La Gazzetta di Modena

A tre giorni dalle trombe d’aria che si sono abbattute nel Modenese causando interruzioni della circolazione stradale, danni ad aziende e abitazioni e alcuni feriti lievi, «stiamo completando rapidamente la raccolta di tutti gli elementi per la richiesta dello stato di emergenza nazionale – ha spiegato l’assessore regionale alla Protezione civile Paola Gazzolo – anticipata dalla dichiarazione dello stato di crisi regionale che sarà decretato dal presidente Vasco Errani», ai sensi della legge regionale 1 del 2005. Contemporaneamente, sottolinea Gazzolo, «stiamo lavorando per garantire a cittadini e imprese colpiti il ritorno alla normalità». In particolare, l’Agenzia regionale di Protezione civile è in continuo contatto con la Provincia e i Comuni interessati sia per seguire l’evolversi dell’evento sia per attivare tutte le misure necessarie. Intanto i danni si stimano intorno a decine di milioni di euro. Nei Comuni più colpiti dall’evento (Nonantola, San Cesario e Castelfranco) i vigili del fuoco hanno ultimato giovedì sera alle 20 le operazioni di messa in sicurezza tramite soprattutto operazioni di copertura e telonatura dei tetti delle aziende e delle abitazioni …

Manifatturiero italiano al top da 3 anni, aumentano le assunzioni

Si rafforza la ripresa nel manifatturiero italiano, dove secondo una indagine tra i responsabili degli approvvigionamenti ad aprile si è registrata l’attività più sostenuta da tre anni a questa parte. Il Purchasing Managers Index, relativo alle aziende del comparto della penisola, è aumentato a 54 punti, dai 52,4 punti di marzo, segnando il valore più elevato dall’aprile del 2011, secondo la società di ricerche Markit Economics. In questo tipo di indagine i 50 punti rappresentano la soglia limite tra crescita e calo dell’attività. Inoltre secondo Markit l’ultima indagine ha segnato un «notevole» aumento dei livelli occupazionali, al tasso più forte dal febbraio 2011. Con questo sono sei mesi che si registrano variazioni positive sui livelli di personale nel manifatturiero, la serie più lunga dal 2007 sebbene dopo una prolungata fase di cali. Secondo Phil Smith, economista di Markit, il manifatturiero italiano è stato «incoraggiato dall’ennesimo successo delle esportazioni». Cresce la produzione e «l’indagine ha sottolineato una contrazione del carico dei costi, provocata dal minore prezzo di materie prime, che conseguentemente ha consentito di applicare ulteriore …

"Donne, più della metà senza reddito da lavoro. Ruoli chiave: un abisso il gap con gli uomin", di Michela Scacchi

Disoccupazione, precarietà, uguaglianza salariale e conciliazione: i dati Istat fotografano una situazione femminile che in Italia è ancora drammatica e indietro rispetto ad altri Paesi europei. A sud le percentuali precipitano: in Puglia hanno un impiego appena 26 su 100. Tetti di cristallo: 7 dirigenti su 10 sono maschi In Italia è donna soltanto il 6,5% degli ambasciatori, il 31,3% dei prefetti, il 14,6% dei primari, il 20,3% dei professori ordinari e – nei ministeri – il 33,8% dei dirigenti di prima fascia. A prima vista, l’unica eccezione parrebbero farla i dirigenti scolastici visto che il 58,6% è femmina. Nel ‘pianeta scuola’, però, le donne rappresentano complessivamente il 79% del totale degli incarichi e, quanto a piramidi e gerarchie nei ruoli, risultano ampiamente spalmate dall’alto in basso. Di contro, i dirigenti scolastici uomini sono, sì, il 41,4% ma siccome vanno calcolati su un totale complessivo che è soltanto del 21%, ne consegue che, in rapporto alle donne, quei ‘pochi’ uomini che lavorano nella scuola stanno quasi tutti in alto. Sempre in Italia, più di 5 …

"Il compito della politica e quello di una mamma", di Luigi Manconi e Valentina Calderone

Consideriamo due frasi di Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi. La prima è di ieri: «Ora tocca alla politica». È proprio così. Patrizia Moretti, per nove anni, è stata parte civile in un processo, testimone pubblica di un dolore infinito, esigente interlocutore soggetti istituzionali, voce che raccontava una verità inconfutabile, immagine di un bisogno insaziabile di giustizia. Poi, i responsabili della morte del figlio sono stati condannati in via definitiva, ma non è finita: Patrizia Moretti è stata oggetto di ignobili accuse e di insulti feroci. Anche a tutto ciò ha replicato con forza e intelligenza. Così, quando l’altro ieri un congresso «sindacale» ha applaudito a lungo i responsabili della morte del figlio, si è fatta carico ancora una volta di rispondere a quell’oltraggio. E ha detto basta. Non possiamo, noi tutti cittadini e ceto politico e intellettuale, partiti e istituzioni, delegare a lei la risposta più efficace a un’offesa crudele, inflitta non solo ai familiari di Federico ma allo Stato di diritto e alle stesse regole della convivenza civile. Spetta al Parlamento elaborare provvedimenti …