Anno: 2014

Quota 96, Ghizzoni “A fianco dei lavoratori per il rispetto dei diritti”- comunicato stampa

“E’ giunto il tempo – anche se, scusate il gioco di parole, a tempo scaduto – che il Governo si assuma la responsabilità di una parola definitiva su questa vicenda”: la parlamentare modenese del Pd Manuela Ghizzoni, alla vigilia della manifestazione degli insegnanti in attesa, dal 2012, di andare in pensione, torna a sostenere le ragioni di chi, pur avendo maturato i requisiti richiesti, è rimasto impigliato in un errore della riforma previdenziale targata Fornero. Ecco la sua dichiarazione: «C’è grande attesa, nel mondo della scuola, per le decisioni che il Consiglio dei ministri assumerà domani. Non potrebbe essere diversamente, dati gli annunci di interventi su questioni fondamentali per il nostro sistema scolastico, quali la valorizzazione della professione docente, l’apprendimento per competenze e la lotta al precariato (che significa dare, al contempo, stabilità e serenità al docente e continuità didattica ai ragazzi). Obiettivi ambiziosi che – se opportunamente condivisi, programmati e raggiunti – potrebbero cambiare in meglio l’assetto del nostro sistema scolastico. Ma tra i tanti annunci degli ultimi giorni c’è un grande assente, potremmo …

Calamità, parlamentari Pd “Bertelli, persona giusta per il ruolo” – comunicato stampa

I parlamentari modenesi del Pd Davide Baruffi, Manuela Ghizzoni e Stefano Vaccari esprimono soddisfazione per la nomina di Alfredo Bertelli quale nuovo Commissario competente per i territori colpiti dagli eventi sismici e dalle successive calamità naturali verificatesi in Emilia Romagna. Ecco la loro dichiarazione: “Esprimiamo soddisfazione per la nomina dell’attuale sottosegretario alla presidenza della Regione Emilia Romagna Alfredo Bertelli quale nuovo commissario delegato dal Governo per la realizzazione degli interventi per la ricostruzione, l’assistenza alle popolazioni e la ripresa economica dei territori colpiti dagli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012 in Emilia Romagna. La nomina prevede che la competenza del commissario riguardi anche quelle aree del cratere sismico colpite da successive emergenze, trombe d’aria ed alluvione. Si tratta della persona giusta e più adeguata al ruolo in questione, vista la conoscenza diretta di tutto ciò che è stato fatto dal 2012 ad oggi su terremoto e poi su alluvione e trombe d’aria. Non possiamo che augurarci che ora si prosegua celermente nell’adozione dei provvedimenti ancora necessari per le imprese e i cittadini danneggiati, …

" Se a sbagliare non sono solo i politici", di Nadia Urbinati – La Repubblica 26.08.14

Questa crisi, se qualche cosa di buono ci lascerà, sarà probabilmente la rivalutazione di credito della politica e il ridimensionamento del potere degli esperti di dirigere il governo della cosa pubblica. Le parole pronunciate qualche giorno fa dal ministro Pier Carlo Padoan confermano questa considerazione: «Sfortunatamente, non lo dico come scusa, ci siamo tutti sbagliati. Intendo organizzazioni internazionali, governi e via di seguito. Tutti prevedevano una crescita maggiore per quest’anno nella zona euro e nessuno fino ad ora ci ha visto giusto». A seguire le cronache di questi giorni: sembra di registrare una Caporetto degli esperti nel governo delle società europee in crisi e l’ammissione seppur prudente che, alla fine, quando si tratta di prendere decisioni i modelli servono poco o nulla mentre resta preponderante la forza delle convinzioni ideologiche e dei pregiudizi nazionali. Scriveva Federico Fubini su Repubblica di qualche giorno fa che la storia di questa cri- si interminabile è lastricata di errori commessi e poi corretti (e ancora ricommessi). Errori che sono in effetti esito di calcoli tinti di emozioni poco scientifiche, …

"Il coraggio di rispondere «non so» L’insicurezza (buona) delle donne", di Maria Luisa Agnese e Daniela Monti – Corriere della Sera 26.08.14

I personaggi e le questioni aperte per leggere la mappa del nuovo potere femminile in Italia. La lezione degli uomini, che non si fanno fermare nella propria corsa, e la consapevolezza che la nostra cronica mancanza di fiducia può diventare un punto di forza se accettata senza reticenza, facendoci i conti fino in fondo Siamo portate a dubitare, anche di noi stesse. E se fosse una possibile risorsa? Ti senti a tuo agio a dire «non so»? Katty Kay: «Sì, ho imparato a sentirmi a mio agio». Claire Shipman: «All’inizio no. Quando ho cominciato a seguire come giornalista la Casa Bianca, sentivo di dover sapere tutto. Politica estera, bilancio. Sono una perfezionista. Poi, con il tempo, ho imparato che è ok anche dire: su questo tema ci sto ancora lavorando». Ci vuole coraggio a rispondere «non so». E infatti non tutti lo fanno. Lo fanno le donne, molto più degli uomini. Ma pochissime di loro sarebbero disposte a chiamare «coraggio» questo ammettere di non sapere, soprattutto durante una importante riunione di lavoro o nel corso …

Chi ascolta le voci della scuola? – Manuela Ghizzoni

Oggi i quotidiani dedicano ampio spazio alla riforma della scuola. Poiché l’annuncio è stato dato ieri dalla ministra Giannini solo per titoli, che si sommano a quelli pronunciati da Renzi il giorno precedente, i resoconti giornalistici sono diventati un florilegio di ipotesi e retroscena. Poca informazione quindi (e come potrebbe essere diversamente dato che un testo nero su bianco non c’è), ma tante illazioni (il numero dei verbi al condizionale raggiunge infatti vette da primato!). Pertanto non è sulla riforma “rivoluzionaria” che voglio soffermarmi. Non mancherà l’occasione dopo il 29, a carte scoperte, quando sapremo esattamente quali strumenti il governo metterà in campo per valorizzare la professione docente. Magari si potrebbe iniziare basando gli apprendimenti dei ragazzi sulle competenze, o dando gambe all’autonomia delle istituzioni scolastiche, o magari “liberando” quel personale della scuola che per un mero errore della riforma Fornero si appresta ad iniziare un altro anno scolastico, sempre che il 29 non venga varato un decreto ad hoc come richiesto da tanti dopo il dietro front nel DL Madia. Mi soffermo, invece, sul …

"Sette anni di crisi infinita mai una depressione è stata così devastante", di Maurizio Ricci – La Repubblica 24.08.14

Le parole cominciano a farsi pesanti. Di fronte alla crisi europea, il premio Nobel Joseph Stiglitz parla ormai, apertamente, non più di semplice recessione, ma di vera e propria depressione: il cupo scenario di un’economia che affonda sempre di più e non sembra capace di scuotersi. Al confronto, il «decennio perduto» del Giappone, a cavallo del secolo, appare quasi una prospettiva benigna. E ci sono confronti anche più imbarazzanti. Se quella degli anni ‘30 viene chiamata la Grande Crisi, forse bisogna cominciare a chiamare quella in corso la Grandissima Crisi: a sette anni dal suo innesco, l’economia dell’eurozona sta peggio di quanto stesse l’economia europea a sette anni dal 1929. «Magari fossero gli anni ‘30» ha scritto Nicholas Craft, lo storico inglese dell’economia che ha messo a confronto l’Europa dopo il «venerdì nero» di Wall Street e l’Europa dopo la domenica buia del collasso Lehman. L’impatto iniziale della crisi fu più brusco, ottant’anni fa, ma la ripresa più vivace e veloce. Soprattutto, in una parte d’Europa. I paesi del blocco della sterlina (Regno Unito e …

"Riforma giusta, ma andiamo avanti" di Roberto Grossi presidente Federculture, Il Sole 24 Ore 24.08.14

La cultura deve guidare un nuovo progetto di Paese. È necessario ed è possibile. Ma, per farlo davvero bisogna liberare le energie migliori presenti nella società e nel tessuto economico, nel solco di quella cultura delle opportunità che ha fatto grande l’Italia e l’Europa. In questi primi mesi il ministro Franceschini, proseguendo anche il lavoro avviato dal governo Letta, ha dato importanti segnali di attenzione verso un settore che per troppi anni ha subito l’assenza di azioni organiche e incisive di riforma. L’art bonus, l’introduzione di figure manageriali alla direzione dei musei statali, il ruolo riconosciuto allo sviluppo del contemporaneo e alle periferie urbane, alla formazione e all’educazione sono elementi qualificanti di una nuova politica per la cultura. La strada è quella giusta. Ma serve più coraggio per superare le emergenze, ormai croniche, e abbattere antichi steccati ideologici e resistenze burocratiche per attuare una politica realmente rivoluzionaria. Perché i musei, le biblioteche, i teatri sono, e tali devono essere considerati, un servizio pubblico, rivolto, quindi, a tutti i cittadini e alle famiglie con l’obiettivo di …