Anno: 2014

Eccidio Carpi, Ghizzoni “La memoria tiene vive le radici della democrazia” – comunicato stampa 14.08.14

Sabato 16 agosto, a Carpi, si commemora il 70esimo anniversario dell’eccidio di Piazza Martiri, dove, nel 1944, i nazifascisti uccisero ben 16 persone. “E’ una vicenda che va raccontata ai ragazzi – commenta la parlamentare carpigiana Pd Manuela Ghizzoni – perché la memoria ha questo grande compito, tenere vive le radici della democrazia”. Ecco la sua dichiarazione: «Sento la forza e la responsabilità che questo anniversario ci trasmette. La forza della solidarietà e della fratellanza nate dagli eccidi che hanno martoriato questa terra. La responsabilità che i morti per la libertà hanno lasciato a tutte le generazioni a venire e che è nostro dovere trasmettere alle prossime generazioni. La storia delle 16 vittime rastrellate fra la popolazione per rappresaglia e fucilate sulla piazza di Carpi deve essere raccontata ai ragazzi, perché la democrazia è una pianta dalle radici profonde che va curata ogni giorno, contro i pericoli dello scetticismo, del conformismo, del disincanto. La memoria ha questo grande compito, tenere vive le radici delle democrazia. Ed è soprattutto la scuola il luogo dove la memoria …

"Eurozona senza crescita – L'illusione del rigore sostenibile", di Alberto Quadrio Curzio da Il Sole 24 Ore 14.08.14

L’Europa non avrà un ferragosto economico buono perché deluderanno i dati sul Pil dell’Eurozona (Uem) di oggi. È infatti (quasi) certo che crescita del Pil nel secondo trimestre del 2014 subisca una frenata sino a passare in territorio negativo. La settimana scorsa l’Italia ha registrato un calo del Pil trimestrale (congiunturale e tendenziale) che ha preoccupato anche con qualche eccesso di enfasi. Adesso il ribasso toccherà anche la Germania (e non solo per la crisi Russia-Ucraina) accentuando le preoccupazioni per la non ripresa dell’Uem. L’Italia non deve però consolarsi né porre troppa enfasi sulla nostra produzione industriale di giugno che è andata meglio di quella della Uem e della Germania. Dell’Eurozona sono responsabili infatti tutti i 18 Paesi ed in particolare i tre maggiori (Germania, Francia e Italia) ciascuno dei quali deve contribuire a rilanciare una crescita sostenibile. È importante che ciò avvenga con quella pari dignità da conquistare con diuturna fatica avendo però chiaro un disegno strategico. Confidiamo che anche di questo Matteo Renzi abbia trattato nei suoi recenti incontri con Mario Draghi e …

Innovazione 30 anni dopo – Manuela Ghizzoni

Anche se è Ferragosto, o forse proprio per questo, ho scelto un articolo di Francesco Clementi apparso oggi sul Sole 24 ore che mi dà lo spunto per qualche riflessione. Il tema sono ancora le riforme costituzionali, un processo che si è avviato verso una strada di rinnovamento delle istituzioni che sembra finalmente condivisa e attuabile. Ma anche in questo caso ci arriviamo dopo almeno trent’anni di dibattito, come sempre succede quando i cambiamenti si attorcigliano in una sorta di avvitamento inerziale. Nell’anno in cui celebriamo i trent’anni dalla scomparsa di Enrico Berlinguer basti pensare che nel 1983 la sua relazione al congresso del PC parlava di “proposte innovative, come il superamento del bicameralismo, della efficienza e dei poteri dell’esecutivo, dei criteri di nomina negli enti pubblici in modo da dare spazio alle competenze e porre fine alle lottizzazioni”. Sono parole (riprese oggi sempre sul Sole 24 ore da una lettera di Emanuele Macaluso) che definiscono chiaramente quello slancio riformatore che oggi sembra riemergere, dopo 30 anni di involuzione e dispersione. Vale la pena ricordarle, …

"Lettera Ue bacchetta l’Italia “Non avete una strategia” a rischio 40 miliardi di fondi", di Valentina Conte da La Repubblica del 13.08.14

Indispensabile per sbloccare i singoli programmi, nazionali e regionali. Senza l’assenso di Bruxelles su questo particolare Accordo si ferma tutto, non arrivano i soldi e non si inizia a spendere. Una partita che vale per l’Italia 41 miliardi e mezzo in sette anni. Cifra che raddoppia con il cofinanziamento nazionale. E che ora dunque si congela. Con lo svantaggio per l’Italia di partire male e in ritardo sui fondi strutturali, pure stavolta. Ma Bruxelles è categorica. Senza un piano e una strategia chiari ed efficaci, appunto, l’assenso non c’è. Anche perché – ed è questa la critica più forte – l’Italia ha gravi problemi di governance. La sua pubblica amministrazione non è efficiente e ben funzionante. E quando il motore è inceppato, non si può sperare che la linfa europea contribuisca a rivitalizzare il paese. Anzi i fondi rischiano di imboccare di nuovo la via, biasimata, degli incentivi a pioggia. Se non è una bocciatura, poco ci manca. CAPACITÀ ISTITUZIONALE In 249 punti e 37 pagine, la Commissione europea analizza passaggio per passaggio tutto il …

"Né congedi né aiuti ecco perché l’Italia non è un paese per mamme precarie", di Maria Novella De Luca da La Repubblica del 13.08.14

Siamo un paese ostile alla maternità e sempre più refrattario ai bambini. Le desolanti statistiche dell’Istat lo testimoniano ad ogni rapporto annuale, fotografando la nostra progressiva discesa agli ultimi posti nella classifica demografica mondiale. Puntualmente ogni volta ci chiediamo perché. Eppure basta leggere la lettera pubblicata ieri su “Repubblica”, per rendersi contro di quanto l’Italia sia diventata ormai un luogo inospitale per chiunque decida di rischiare l’avventura della famiglia. Soprattutto se si è una lavoratrice precaria, ma che nonostante tutto si “azzarda” a mettere al mondo dei figli, ben tre in questo caso. Perché non solo il nostro non è un paese per mamme, ma in particolare non è un paese per mamme “atipiche”, quelle cioè che in assenza di un contratto di lavoro definito, non hanno diritto praticamente a nulla. Né prima della nascita, né dopo. Un’incredibile mancanza di tutele e di sostegni che Belinda Malfetti, giornalista freelance, ben descrive nella sua lettera “La mia odissea di mamma precaria alla ricerca del sussidio negato”. In Italia infatti le leggi ci sono, ma valgono soltanto …

Una buona notizia per la ricerca, ma in ritardo di due anni – Manuela Ghizzoni

In calce trovate l’articolo di Matteo Prioschi che dà conto – finalmente – della emanazione del decreto attuativo per l’erogazione del cosiddetto “bonus ricercatori”, cioè un credito di imposta alle imprese che hanno assunto un cervello non in fuga. Ottima cosa: peccato che la norma che ha previsto questo beneficio risalga al lontano giugno 2012! Oltre due anni per rendere operativa una buona disposizione a vantaggio dei giovani altamente qualificati, che sempre più numerosi emigrano all’estero per veder valorizzati i proprio talenti e le proprie competenze, e delle imprese che investono nell’innovazione per la propria crescita. Un lasso di tempo che lascia basiti (e che fa passar la voglia di complimentarsi con chi ha finalmente portato a termine tutto l’iter attuativo) e rafforza la consapevolezza che l’Italia non può affrontare la sfida dell’innovazione – che corre nelle due dimensioni della velocità d’azione e della internazionalizzazione – con una burocrazia barocca che, al massimo, può generare inerzia e non sviluppo. Prima si correrà concretamente ai ripari e meglio sarà per il Paese (e per tutti noi). …

"L’armadio della vergogna: settant’anni fa la strage impunita di Sant’Anna di Stazzema", di Gabriele Scarparo

Verità a lungo nascoste, processi troppo spesso negati, memorie alterate e discussioni storiografiche sacrificate al cospetto della realpolitik hanno privato l’Italia di un normale processo di elaborazione del lutto nazionale A Sant’Anna di Stazzema, in provincia di Lucca, la mattina del 12 agosto 1944 si consumò un orribile eccidio di civili ad opera dell’occupante tedesco, secondo solo, per numero delle vittime, a quello di Monte Sole. In poche ore tre reparti della XVI SS Panzergrenadier Division circondarono le località limitrofe, risalendo fino allo spiazzo principale del paese dove sorgeva la chiesa, lasciandosi alle spalle una scia di morte, sangue e fiamme; un quarto reparto rimase nelle retrovie, impedendo di fatto ogni via di fuga. La scure nazista si abbattè improvvisa e implacabile, tanto sugli uomini quanto sulle donne e i bambini: in pochi riuscirono a salvarsi da quell’inferno. Verosimilmente Sant’Anna fu oggetto di una strategia terroristica volta a fare terra bruciata intorno al campo d’azione dell’esercito nazista, impedendo in questo modo la prosecuzione di qualsiasi resistenza armata contro i tedeschi. Fu una delle più tristi …