Anno: 2014

"Eterologa, i Nas in clinica. Annunciate 4 gravidanze", di Adriana Comaschi

Dopo dieci anni di divieti i figli dell’eterologa tornano a nascere in Italia. Tre e Roma, uno a Milano, secondo quanto riferito dall’associazione Luca Coscioni e dal ginecologo Severino Antinori, uno dei pioneri della fecondazione da donatori esterni alle coppie nel Belpaese e protagonista ieri di un duro attacco al ministro della Salute Beatrice Lorenzin per l’arrivo dei Nas nella sua clinica milanese. Per tre ore infatti i Carabinieri hanno scartabellato la documentazione sulla prima coppia, che ha deciso di tentare alla Matris di Antinori l’eterologa già all’indomani della sentenza della Consulta che ne ha bocciato il divieto contenuto nella legge 40: «È un atto intimidatorio, il ministro si dovrebbe di- mettere», la reazione a caldo del medi- co. Né basta a calmare le acque la precisazione di Lorenzin sul fatto che l’ispezione sarebbe stata decisa in modo autonomo dal nucleo dei Carabinieri a tutela della Salute, deputato a verificare che non vi siano irregolarità amministrati- ve o sotto il profilo sanitario. Il ministero non esclude comunque eventuali provvedimenti, una volta ricevuta l’informativa sugli accertamenti, …

"Prima di bombe crolli e incuria Ecco la Pompei mai vista", di Francesco Erbani

Pompei anni Venti, Trenta. Alcuni visitatori infagottati nei lunghi cappotti si aggirano per il Foro, entrano ed escono dalle domus, calpestano con prudenza il basolato antico. Sono figure nere, ieratiche, vagamente misteriose. Oltre a loro raggiungono gli scavi della città vesuviana turisti sorridenti, radunati su un treno come in una gita scolastica — nonostante l’età più matura. La scena in cui si muovono, documentata in una serie di preziosi video custoditi dall’Istituto Luce e da oggi visibili su Repubblica. it, è una Pompei muta, ordinata, incomparabile con quella rumorosa e pericolante di oggi, eppure affabilmente consapevole della suggestione che i suoi muri e le sue colonne comunicano. Sullo sfondo del Vesuvio, dal quale si alza un pennacchio di fumo, sfilano nei filmati gli ambienti solenni e quelli domestici della città antica. Fra le immagini dei video, ecco comparire la Schola Armaturarum, l’edificio adibito a luogo di riunione militare, palestra di arti gladiatorie. Queste immagini, della durata di pochi secondi, sono importanti. Sono le uniche a documentare il manufatto prima del bombardamento che nel 1943, investendo …

"Il contagio", di Gad Lerner

Arabo contro ebreo. Non c’è scudo protettivo che impedisca la deflagrazione della guerra di Gaza ben oltre il teatro delle operazioni militari, fino a riversare nelle metropoli cosmopolite della sponda nord del Mediterraneo la logica feroce delle appartenenze etniche e religiose. Il governo francese ha vietato le manifestazioni filopalestinesi nella regione parigina, senza riuscire a evitare che domenica a Sarcelles manipoli di violenti si avvicinassero nuovamente alla sinagoga già circondata il 13 luglio scorso, mentre vi si svolgeva una funzione. Una drogheria kasher è stata incendiata. Il giorno prima in un quartiere della capitale altre centinaia di giovani si sono scontrati con la polizia. Fra i diciannove arrestati, quattro sono minorenni. Ieri a Lione una mano sconosciuta ha scritto “Israele assassino” sul muro della sinagoga. Per la verità era già accaduto pure in Italia, sul tempio ebraico di Vercelli. Giustamente il primo ministro Manuel Valls denuncia le “intollerabili manifestazioni di antisemitismo”, anche se la politica francese si divide sull’opportunità di sospendere il diritto costituzionale di manifestare in piazza. Pesa il ricordo di Ilan Salimi, il …

"Il Bollettino di Banca d’Italia e i margini dell’ottimismo", di Angelo De Mattia

Il rafforzamento della domanda interna è cruciale. A esso, e al sotegno della fiducia delle famiglie e delle imprese, dovrebbe mirare, innanzitutto, l’azione della politica economica, utilizzando le leve interne ed europee. Laconferma viene dal Bollettino economico della Banca d’Italia relativo al 2° trimestre 2014 secondo cui, rivedendo le precedenti previsioni di crescita, il Pil aumenterà, nell’anno in corso, dello 0,2% con in più rischi al ribasso (1,3 nel 2015), mentre l’inflazione sarebbe pari allo 0,4% (0,8 l’anno prossimo). A dimostrazione della pesantezza della crisi, si rileva che il Pil, alla fine del primo trimestre, è di 9 punti inferiore a quello del 2007. È vero: non tutto è negativo. I consumi delle famiglie sono cresciuti per la prima volta dal 2011; sono aumentati anche gli investimenti in macchinari e attrezzature e migliorano i relativi piani, in particolare nell’industria; crescono le esportazioni e proseguono gli afflussi di capitali verso l’Italia (tra gennaio e maggiosono stati effettuati,dainvestitori esteri, acquisti netti di titoli di Stato per 75 miliardi, a fronte dei 13 miliardi registrati in tutto il …

"Come paghiamo cara la politica dell’austerità", di Carlo Buttaroni

Due anni fa (proprio da queste colonne) iniziammo a denunciare le politiche del rigore evidenziandone gli effetti negativi sull’economia nazionale: prolungamento della fase recessiva, disoccupazione, povertà, aumento del debito, crescita delle disuguaglianze. Era l’epoca dei «professori», dei «sacrifici necessari », dell’«austerità espansiva». In Italia, la nostra fu una voce a lungo quasi solitaria, mentre il mantra prevalente era quello dei due tempi: prima i sacrifici, poi la crescita. Il tutto sostenuto da previsioni economiche dei governi e degli organismi «ufficiali» che definire «bizzarre» è persino un eufemismo. Secondo queste «previsioni», la ripresa, vista comela «luce in fondo al tunnel» avrebbe dovuto iniziare già da qualche tempo, rivelandosi invece un’illusione economica e uno strabismo politico culminato nel «pareggio di bilancio» in costituzione.Nonunadelle previsioni dei fautori del rigore si è realizzata: non la crescita del Pil,non la diminuzione del debito,non la ripresa dell’occupazione, mentre grandi masse di ricchezza sono passate dalle fasce medie e medio-basse a quelle più ricche. Quello che si annunciava come il sogno di un nuovo eldorado si sta rivelando un disastro per l’Italia …

"I Comuni verso la bancarotta più di 180 a rischio chiusura", di Federico Fubini

Nel 2010 solo otto municipi avevano i bilanci in dissesto. E sale la protesta per le agevolazioni concesse a Roma e Napoli Renato Natale, sindaco di Casal di Principe da un mese, sa che la sua è una città unica in Europa a causa dei camorristi. Ma da quando è entrato in ufficio ha subito trovato qualcosa che lo accomuna a centinaia di primi cittadini in ogni parte d’Italia. Ha il bilancio in dissesto. Gli enti in crisi, circa 180, sono ormai una nuova categoria sociale del Paese: hanno persino le proprie proteste e rivendicazioni, perché si sentono trattati peggio dei grandi debitori seriali come le amministrazioni di Roma o di Napoli. In gioco non c’è solo la contabilità, perché a Casal di Principe il dissesto è un problema pratico. Debiti per 16 milioni in una città di 20 mila abitanti costringono l’amministrazione a comportarsi come un’impresa in procedura fallimentare. Deve tagliare le spese all’osso, alzare le entrate e vendere i beni in fretta per liquidare i creditori a una frazione del valore teorico dei …

«Ideal Standard, così può rinascere una fabbrica», di Andrea Bonzi

«Metteremo Ideal Standard davanti alle proprie responsabilità. Siamo determinati e abbiamo le professionalità perpartire».A parlare è Gian Mario Petozzi, presidente della neonata cooperativa «Ceramiche Ideal Scala». Da questa società – a cui hanno aderito 18 soci – i lavoratori dello stabilimento di Orcenico (in provincia di Pordenone) intendono ripartire, rilevando un ramo d’azienda del colosso ceramico che, pochi giorni fa, ha confermato la chiusura e la relativa messa in mobilità di 399 dipendenti. MARTEDÌ INCONTRO DECISIVO Il progetto è ambizioso, e non sarà facile portarlo a termine: il primo passo, infatti, è che domani mattina, quando si terrà l’incontro alMinistero dello Sviluppo Economico sulla vertenza, ci sia la concessione della cassa integrazione speciale fino a fine anno e Ideal Standard non metta il bastone fra le ruote ai lavoratori. «A quel punto, la responsabilità del mancato accordo sarà tutta sua – osserva Petozzi -, credo che abbia l’obbligo morale di accettare l’allungamento degli ammortizzatori». Questa la cronaca finora. Ma vale la pena raccontare come sia nato questo nuovo tentativo di workers’ buyout, ovvero quelle cooperative …