Anno: 2014

"L’ultima sconfitta dell’industria", di Rinaldo Gianola

Il ritratto di Aristide Merloni domina ancora il Palazzo del Comune di Fabriano, che s’affaccia sulla bella fontana Sturinalto. Il fondatore di una delle più grandi e fortunate dinastie imprenditoriali italiane probabilmente non avrebbe mai immaginato di veder la sua creatura industriale nelle mani degli americani. Non perché nella lunga stagione del boom e dell’industrializzazione, dei consumi di massa e delle auto e delle lavatrici per tutti, non fosse possibile pensare di espandersi, di andare all’estero, di cambiare. Anzi. Ma perché c’era in quei capitani d’impresa, che avevano vissuto le distruzioni della guerra e poi la faticosa ricostruzione del Paese, il senso profondo dell’impegno, del dovere, del rispetto della comunità in cui si opera, della necessità di agire nell’azienda e nella politica, anzi di poter usare l’una e l’altra, e nessuno denunciava il conflitto d’interessi, al servizio della collettività. Aristide Merloni, con la sua famiglia e poi i suoi tre figli tutti imprenditori con alterne fortune, fu sindaco, parlamenta- re per la Democrazia Cristiana e industriale, fu soprattutto un protagonista di quella linea della responsabilità …

"Investimenti pubblici Ue e riforme made in Italy", di Fabrizio Forquet

Il rallentamento della produzione che colpisce tutti i maggiori Paesi europei non è per l’Italia un mal comune mezzo gaudio. Ma una mezza opportunità forse sì. Purché si sappia cogliere quel segnale e farne il giusto uso nell’ambito della strategia del semestre europeo a guida italiana. È fin troppo evidente che una nuova gelata che coinvolga i nostri principali partner Ue, a cominciare dalla Germania, indebolirebbe ulteriormente il già asfittico Pil italiano. E tuttavia la condivisione, nell’ambito dell’eurozona, dei rischi di una mancata ripresa può aiutare a sensibilizzare anche i più diffidenti sulla necessità di una politica comune per la crescita. Ed è questo che oggi serve all’Italia. Una politica comune per il rilancio economico dell’area euro che sia davvero tale. Non, quindi, una malposta questione di flessibilità per l’Italia in riferimento all’odioso parametro del 3 per cento. Piuttosto uno sforzo unitario, fatto di risorse e regole comuni, tale da costituire una massa d’urto sufficiente a far ripartire l’Italia insieme all’Europa. Intestardirsi in un corpo a corpo per ottenere il superamento della soglia del 3% …

"Lo spread tra speranza e realtà", di Federico Fubini

Chi sostiene che con la grande recessione nulla tornerà come prima, forse non si occupa di bricolage. È l’unico settore nel quale la propensione all’acquisto sia risalita ai livelli del 2009. E continuano a calare le spese al ristorante, ma i supermarket registrano consumi crescenti di prodotti di qualità adatti alle cene fatte in famiglia. Gli italiani non aspettano più la fine ufficiale della crisi, hanno deciso di fare da sé. È come se avessero preso atto dello spread che esiste fra le loro speranze, con il ritorno di un po’ di fiducia nella politica, e la dura realtà dell’economia. Questo spread è ovunque, al punto da diventare il filo sottotraccia che dà un senso all’ambivalenza di questi mesi. C’è un premier nuovo, il più giovane della storia repubblicana, il cui gradimento tocca il 72% subito dopo che gli occupati sono scesi (in aprile) di 87 mila unità. C’è la produzione industriale che in maggio strappa al ribasso dell’1,2% — terzo calo in cinque mesi, in rosso anche per il 2014 — dopo che in …

67 trucidati a Fossoli, Ghizzoni “La memoria, un atto di giustizia”

La deputata Pd propone di riconoscere normativamente i luoghi della memoria nazionale Si celebra domenica a Carpi, alla presenza del ministro della Difesa Roberta Pinotti, il 70esimo anniversario dell’eccidio del Poligono di tiro di Cibeno. “L’esercizio non retorico della memoria è un atto di giustizia innanzitutto nei confronti delle 67 vittime – ricorda Manuela Ghizzoni che rilancia, in occasione del 70esimo della Resistenza, la proposta di riconoscere normativamente i “luoghi della memoria nazionale”. Ecco la sua dichiarazione: “Come già negli anni passati, domenica sarò a Cibeno per partecipare alle celebrazioni del 70esimo anniversario dell’eccidio del Poligono di tiro, quando i nazisti fucilarono 67 prigionieri prelevati dal campo di transito di Fossoli. Sarà presente il ministro della Difesa Roberta Pinotti. Le celebrazioni sono un momento di riflessione sul nostro passato recente: non si tratta di un esercizio retorico, è nostro compito continuare ad essere in prima linea nella difesa della memoria. Il lavoro della Fondazione Fossoli, con il sostegno dell’Amministrazione di Carpi, in questo senso, è assolutamente meritorio, a partire dalle iniziative per strappare all’oblio luoghi, …

"In vista un piano d'azione per la «Grande Pompei»", di Francesco Prisco

Servirà a velocizzare l’utilizzo dei fondi europei Più poteri alla struttura commissariale, così da riuscire a spendere i 105 milioni cofinanziati da Bruxelles entro il termine di fine del 2015. Ma al tempo stesso misure che consentano di prevenire rischio corruzione e scongiurare infiltrazioni camorristiche negli appalti. Viaggia ormai su questo doppio binario il Grande progetto Pompei, in virtù delle novità introdotte dal Dl «Art Bonus» in corso di conversione in Parlamento. Il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini avrà modo di discuterne direttamente con il commissario europeo per le politiche regionali Johannes Hahn: i due, insieme con il sottosegretario alla presidenza del consiglio Graziano Del Rio, sono infatti attesi nel sito archeologico vesuviano il 17 luglio dal soprintendente Massimo Osanna e dal direttore generale Giovanni Nistri. Faranno il punto sull’avanzamento della spesa del piano straordinario d’intervento cui l’Europa contribuisce con 78 milioni attinti al Fesr e sottoscriveranno un “piano d’azione” per velocizzare la spesa. E qui veniamo alle note dolenti perché, al di là di rassicurazioni inviate a Bruxelles e dichiarazioni d’indenti, si procede …

"Il coraggio della verità", di Roberto Napoletano

La fiducia si costruisce con il coraggio della verità, i tempi e le modalità di questa lunga crisi non sono uguali per tutti. Prima la frenata delle previsioni del pil italiano, ora il dato della produzione industriale di maggio (-1,8% sul 2013) che supera le più negative aspettative e sembra spegnere i segnali, cautamente positivi, che pure si percepivano. Il tasso di disoccupazione giovanile ha superato da tempo la soglia della sostenibilità, il divario tra le due Italie ha assunto dimensioni strutturali mai raggiunte in passato. Il peso della tassazione su imprese e banche, frutto di un’eredità abnorme, e il peso, altrettanto abnorme, di una burocrazia ossessiva, chiudono spazi vitali di crescita, in casa, sia per le forze sane della produzione (ci sono e lottano nel mondo) sia per quelle giovanili di talento (ci sono e si affermano nel mondo). Questa è la realtà italiana. Figlia di colpe nostre, evidenti, e di colpe europee, che hanno la loro origine in un eccesso di rigore. Se anche la Germania è costretta a chiudere un trimestre con …

"A quando una cultura scientifica in un sistema di istruzione di pari dignità?", di Maurizio Tiriticco

In tanto fervore riformatore, quale quello avviato dal Cantiere della scuola del PD, in cui un massiccio intervento su cattedre e tempi di insegnamento sembra costituire il toccasana dei mali che affliggono la nostra scuola, l’amara riflessione di Carlo Rovelli su “la Repubblica” sembra riportare al nocciolo dei problemi uno dei nodi più importanti del nostro “Sistema educativo di istruzione e formazione”: l’incultura scientifica. Il che non è affatto casuale. In realtà, lungo tutte le riforme che dal dopoguerra in poi hanno interessato il nostro sistema scolastico, il pregiudizio di sempre non è mai stato intaccato. Quel pregiudizio che ha preso corpo con la riforma Gentile, ma che in effetti costituisce il male profondo di tutta la nostra tradizione culturale, o colta che sia. Si tratta del pregiudizio che vuole che la cultura classica sia quella che da sempre connota noi italiani e che, in quanto tale, possa e debba costituire il passaggio obbligato degli studi per chiunque aspiri – e ne abbia le capacità – ad accedere a studi superiori impegnativi e a far …