Anno: 2014

"Test Invalsi: alle elementari studenti alla pari, ma poi il Sud resta indietro", di Salvo Intravaia

Nelle prove del 2014 le classi delle regioni meridionali recuperano terreno rispetto agli anni scorsi, ma il divario resta alto. Il gap più rilevante in matematica ​Il Nord rallenta mentre il Sud recupera posizioni. E, almeno nella scuola, il divario Nord-Sud si accorcia. Questa mattina, il presidente dell’Invalsi Anna Maria Ajello ha presentato i dati sugli ultimi test che tra maggio e giugno hanno impegnato 2 milioni e 300mila alunni di 122mila classi italiane. Il quadro che esce dai questionari che intendono saggiare le competenze degli alunni italiani è a tinte contrastanti. Gli studenti meridionali restano in coda alla classifica nazionale delle performance in Italiano e Matematica, ma recuperano posizioni rispetto ai compagni che studiano nelle regioni settentrionali. E questi ultimi non sembrano più in grado di offrire le prestazioni estremamente positive del passato. Quest’anno, le classi sondate dall’Invalsi (l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione) sono state soltanto quattro: seconda e quinta elementare, terza media e secondo anno delle scuole superiori. I ragazzini della prima media, per la …

"I mercati in allarme paura di un’eurocrisi la terapia d’emergenza non sta funzionando", di Federico Rampini

Quando i risparmiatori sono pronti a prestare alla Repubblica federale tedesca per due anni, senza chiedere interessi. Si separano dai propri soldi, li prestano a uno Stato (sia pure solido e affidabile), sono disposti a recuperarli solo due anni dopo, e senza averci guadagnato proprio nulla. Com’è possibile? Cosa c’è dietro? Le crisi europee arrivano d’estate: 2011, 2012, e adesso 2014? Il minimo storico segnato in questi giorni dai titoli di Stato tedeschi ci riporta indietro quasi ai livelli della primavera/ estate 2012, uno dei momenti più terribili per l’eurozona, quando diversi paesi della periferia sembravano sull’orlo della bancarotta. Ora non c’è all’orizzonte il default di uno Stato sovrano. La notizia che ieri ha diffuso paura sui mercati globali: il possibile crac di una banca portoghese, l’Espirito Santo. Ma davvero? Stiamo parlando di una piccola banca in un piccolo paese, come può trascinare al ribasso le Borse da New York a Shanghai? In realtà i guai dell’Espirito Santo sono poca cosa, l’albero che nasconde la foresta, o forse un pretesto: dietro c’è una crisi ben …

"Che cosa significa quel voto sul Senato", di Stefano Menichini

Da una parte c’è il voto di una commissione parlamentare, solo il primo, su un testo di legge che dovrà avere ancora molti passaggi. Dall’altra ci sono correzioni in peggio di previsioni economiche che riaprono scenari inquietanti: manovre correttive, aumenti di tasse, pesanti tagli di spesa (tutte ipotesi ieri scartate seccamente dal presidente del consiglio). Le due dimensioni non sembrano paragonabili, quanto a impatto sulla realtà italiana. Un percorso di auto-riforma della politica, per quanto atteso e apprezzato, suonerà sempre distante dalla condizione di famiglie e imprese rispetto ai conti che non migliorano e ai consumi che non ripartono. Oggi molti commentatori rimarcheranno il contrasto e lo metteranno a carico del governo, provando a sminuire il successo della prima approvazione della riforma costituzionale che mette fine al bicameralismo in vigore dal 1947. Non è una contraddizione alla quale si possa rispondere facendo spallucce: i dati economici sono veri e preoccupanti, le previsioni sul Pil vanno riviste al ribasso con le conseguenze del caso, Padoan ne ha parlato con Napolitano. Renzi però ha un ragionamento semplice …

"Ecco il nuovo Senato: cento membri, niente fiducia ma eleggono il Colle" (di g.c.)

Il traguardo è vicino. Oggi pomeriggio la riforma del Senato approda in aula, anche se ieri sera la commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama non ha votato la fine del Senato elettivo. Lo farà stamani: garantisce il capogruppo dem Luigi Zanda. Serrati i tempi, come voleva Renzi. Lunedì dibattito no-stop dalle 11 alle 22, mercoledì già si comincia a votare. Intanto in commissione via libera a due emendamenti che cambiano il quorum per l’elezione del capo dello Stato e il numero di firme necessarie per il referendum popolare. Passano cioè da 500 mila a 800 mila. I Radicali protestano: «È contro la democrazia». Il “patto del Nazareno” tra Renzi e Berlusconi tiene, nonostante tutti i malumori. A finire ko sono le opposizioni e i “frondisti” del Pd e di Forza Italia. Avevano chiesto più tempo per il dibattito, uno slittamento di almeno una settimana. Non l’hanno ottenuto. Vogliono il Senato elettivo. Ma la forma della futura Camera delle autonomie prevederà che ciascuna regione non abbia meno di due senatori e il restante dei seggi saranno …

"In 10 anni formati 65mila ricercatori ma l'università ne ha assunti meno del 7%", di Marzio Bartoloni

A fare i conti sul più grande spreco di risorse umane qualificate degli ultimi anni è un’indagine promossa dalla Flc Cgil e presentata oggi alla Sapienza di Roma Tante ore in laboratorio o in aula a fare docenza al posto del professore di cattedra tra poche garanzie e stipendi da fame. E con un’unica certezza: in nove casi su dieci le università dove hanno lavorato anche per diversi anni non li assumerà. È quanto è capitato ai 65mila ricercatori precari che tra il 2003 e il 2013 hanno lavorato nelle università italiane che poi nel 93% dei casi li ha espulsi. A fare i conti sul più grande spreco di risorse umane qualificate degli ultimi anni è un’indagine promossa dalla Flc Cgil e presentata oggi alla Sapienza di Roma. Il grande spreco dei 65mila ricercatori L’indagine sui percorsi di vita e di lavoro nel precariato universitario, condotta da un’equipe di ricercatori di diversi atenei italiani, è frutto di un poderoso lavoro di analisi dei dati del ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca sui contratti dei ricercatori …

"Atenei sempre più precari", di Massimo Franchi

«Vogliamo stabilizzazione» L’università italiana è, letteralmente, tenuta in piedi dai precari. I dati del Miur – del 2012, gli ultimi disponibili – danno un’idea delle dimensioni: i docenti sono oltre 52mila strutturati, ma erano 60 mila nel 2008; i docenti temporanei sono 32mila, ma erano meno della metà – 15mila – nel 2005. Nello stesso periodo c’è stato un boom degli assegni di ricerca, passati dai 10.251 del 2005 ai 20.078 del 2012. La curva è ancora più inclinata nella duplicazione dei ricercatori a tempo: erano solo 6 nel 2004, sono 2.871 nel 2012. Ma il dato che dà l’idea di quanto il precariato sia una malattia incurabile nell’università italiana è quello che riguarda la percentuale di stabilizzazione di questo esercito di precari: solo il 6,7 per cento di loro ha avuto un posto a tempo determinato nell’arco degli ultimi dieci anni. Se questi sono «i grandi numeri», per la prima volta qualcuno ha cercato di fare un’analisi qualitativa del precariato universitario: la Flc-Cgil ha commissionato una ricerca ad un pool di ricercatori – rigorosamente …

“È la collera che distrugge la democrazia”, di Fabio Gambaro

Le minacce che insidiano dall’interno la democrazia sono a volte più pericolose degli attacchi esterni. Per Ambrogio Lorenzetti, ciò era evidente già nel 1338, l’anno in cui dipinse a Siena il celebre affresco del “buon governo”. Lo ricorda oggi lo storico Patrick Boucheron in un libro affascinante che in Francia sta riscuotendo l’elogio unanime del pubblico e della critica: Conjurer la peur (Seuil, pagg. 288, euro 33), un denso saggio “sulla forza politica delle immagini” che parte proprio da un’originale e dettagliata analisi dell’opera con cui il pittore senese mise in guardia contro gli Effetti del buono e del cattivo governo in città e in campagna. Secondo lo studioso francese, professore di storia medievale alla Sorbona, l’insegnamento dello straordinario affresco è ancora oggi di grandissima attualità, specie alla luce delle ultime elezioni europee e dei risultati del Fronte Nazionale di Marine Le Pen. Pur essendo stato dipinto quasi sette secoli fa, il lavoro visionario di Lorenzetti continua a dirci qualcosa sui rischi che corre la democrazia e sulla necessità di difenderla. «Nell’affresco del buon governo, …