"Populisti senza futuro", di Michele Prospero
La destra estrema di Farage che, in segno di sfida, volta platealmete le spalle, mentre nell’aula di Strasburgo risuonano le note dell’Inno alla gioia, non compie solo un gesto volgare, che stride con quel senso delle istituzioni che sempre dovrebbe scandire la vita dei parlamenti democratici. Annuncia anche che per le accanite forze dell’antipolitica un fronte nuovo si è aperto, ed è dislocato dentro il cuore delle istituzioni europee. Il vecchio Hegel auspicava la pub- blicità dei lavori parlamentari e cele- brava le sedute descritte dalla stampa come una grande occasione per la crescita della società civile. Pensava che il potere, sottoposto alla valutazione dell’opinione pubblica informata, operasse come «un grande spettacolo che educava egregiamente i cittadini». Quel sistema che connetteva il funzionamento degli organi della rappresentanza con la vigilanza critica della sfera pubblica, pare sempre più un paradisiaco mondo fantastico, che stride con le infernali cadenze della antipolitica di esportazione coltivata dalle destre europee. Se per Hegel «la pubblicità è il maggiore mezzo di educazione» (che suppone deputati che parlano tra loro sapendo «che …
