"Ecco la squadra per la quale voto", di Ilvo Diamanti
L’eliminazione dell’Italia dai mondiali ha rarefatto l’esibizione di bandiere alle finestre e sulle terrazze. Eppure i tricolori resistono, almeno nel mio quartiere. Non ne avevo visti tanti il 2 giugno, festa della Repubblica, né, tanto meno, il 25 aprile, anniversario della liberazione . Ma I mondiali di calcio hanno, da sempre, la capacità di sollevare l’entusiasmo nazionale. Anche in quest’area, nel cuore del Nordest, con una tradizione leghista di lunga durata. Dove si incontrano alcune bandiere della Serenissima Repubblica di Venezia, che evocano l’indipendenza veneta. Issate, talora, accanto a quelle dei forconi. Ogni manifestazione secessionista, d’altra parte, ha prodotto, per reazione, una vampata di orgoglio nazionale. Lo ha ben compreso il nuovo leader leghista, Salvini. Che ha rilanciato i consensi elettorali al partito mettendo fra parentesi lo spirito separatista e l’identità padana. E ha, invece, puntato sul messaggio antieuropeo e sul contrasto all’immigrazione. Procedendo, dunque, accanto al Front National di Marine Le Pen. Iper-nazionalista. D’altronde, il tricolore è stato utilizzato ed esibito, a livello di massa, nel 2011, in occasione del 150enario dell’Unità, proclamato e …
