"Chi ha vinto chi ha perso", di Rocco Cangelosi
La nomina di Jean-Claude Juncker a presidente della Commissione europea, rappresenta almeno in apparenza la vittoria del Parlamento europeo che, nonostante l’opposizione di Cameron e dell’ungherese Orban, è riuscito a far passare il principio sancito nell’articolo 17 del Trattato di Lisbona. In quell’articolo, si stabilisce infatti che la scelta del presidente della Commissione è fatta dal Consiglio europeo a maggioranza qualificata, tenuto conto delle elezioni europee. Spetterà adesso al Parlamento europeo confermare con il suo voto Juncker alla presidenza della Commissione e, secondo gli accordi presi, Schulz alla presidenza del Parlamento europeo per un mandato di due anni e mezzo (dopo dovrebbe subentrare Lamassoure) sulla base dell’accordo di coalizione con il Ppe, accordo che verrà probabilmente rafforzato dall’apporto del gruppo dei liberali e democratici (Alde) guidato da Verhofstadt, per blindare il voto contro eventuali derive di qualche parlamentare della maggioranza verso posizioni euroscettiche. La nomina di Juncker non è stata invece completata (il che da un punto formale è assolutamente corretto perché occorre attendere prima la nomina definitiva del presidente della Commissione), con l’approvazione di …
