Anno: 2014

"Chi ha vinto chi ha perso", di Rocco Cangelosi

La nomina di Jean-Claude Juncker a presidente della Commissione europea, rappresenta almeno in apparenza la vittoria del Parlamento europeo che, nonostante l’opposizione di Cameron e dell’ungherese Orban, è riuscito a far passare il principio sancito nell’articolo 17 del Trattato di Lisbona. In quell’articolo, si stabilisce infatti che la scelta del presidente della Commissione è fatta dal Consiglio europeo a maggioranza qualificata, tenuto conto delle elezioni europee. Spetterà adesso al Parlamento europeo confermare con il suo voto Juncker alla presidenza della Commissione e, secondo gli accordi presi, Schulz alla presidenza del Parlamento europeo per un mandato di due anni e mezzo (dopo dovrebbe subentrare Lamassoure) sulla base dell’accordo di coalizione con il Ppe, accordo che verrà probabilmente rafforzato dall’apporto del gruppo dei liberali e democratici (Alde) guidato da Verhofstadt, per blindare il voto contro eventuali derive di qualche parlamentare della maggioranza verso posizioni euroscettiche. La nomina di Juncker non è stata invece completata (il che da un punto formale è assolutamente corretto perché occorre attendere prima la nomina definitiva del presidente della Commissione), con l’approvazione di …

"Metti un’Europa a cena", di Luca Landò

Se il fantasma di Giustiniano si fosse presentato giovedì sera alla cena di Ypres la reazione più probabiòe sarebbe stata un’incontenibile risata. Non tanto e non solo perché le ombre del passato fanno venire in mente più le comiche che le tragedie, più Ghostbuster che Shakespeare, ma perché l’ultimo imperatore bizantino potrà far paura a qualche liceale in prova di maturità, non certo a 28 capi di Stato pronti a far volare coltelli e cosce di pollo piuttosto che accettare serenamente quanto scritto nel secondo libro delle Institutiones. Se lo avessero fatto, non ci sarebbe voluto oltre un mese per indicare in Jean Claude Juncker il successore di José Manuel Barroso alla guida della Commissione europea. Perché se nomina sunt consequentia rerum, la verità dei fatti e delle cose dice che dopo il Trattato di Lisbona il parere degli elettori non è più una variabile indipendente e che il 25 maggio scorso il candidato lussemburghese del Ppe ha preso più voti degli altri cinque sfidanti. Rischiando una sonora bocciatura in latino, i componenti del Consiglio …

"Made in Italy, la nostra forza in Europa", di Valeria Fedeli

Siamo vicini a profondi cambiamenti, ed è il momento di incidere sulla nuova fase partendo da chi siamo e da quello che sappiamo fare. Ma l’Italia non può immaginare di isolarsi. Dobbiamo avere il coraggio di lanciare davvero un dibattito sugli Stati Uniti d’Europa Legalità, etica, innovazione, ricerca, sostenibilità, paesaggio, bellezza, comunità, coesione: sono parole d’ordine che ispirano una visione di futuro legata al rilancio del “Sistema paese”, ai nostri talenti, alla qualità che è e deve essere il nostro principale biglietto da visita. Abbiamo faticato troppo, come paese, a riconoscere che la competizione si gioca oggi, nei mercati globali, sulla reputazione, sulla credibilità, sulla qualità come fattore reale, complesso, vincente. Lo raccontano le esperienze di tutte quelle imprese e produzioni che hanno continuato a crescere anche durante la crisi, grazie alla capacità di stare nei cambiamenti e nei mercati internazionali puntando proprio sui valori e sulla qualità dei prodotti made in Italy e sulla forza con cui raccontano il nostro paese, la nostra bellezza, quello stile di vita che noi non riusciamo a valorizzare …

"Senza sanzione la regola nasce azzoppata", di Paolo Baroni

Introdurre un obbligo senza poi prevedere una sanzione ha senso? Visto dalla parte dei consumatori, che da domani possono pretendere di pagare col Bancomat ogni spesa superiore ai 30 euro, ovviamente no. E’ chiaro che senza una multa per i «renitenti al Pos» questo obbligo, peraltro pure abbastanza blando, viene meno. Il cittadino/cliente potrà insomma pure chiedere, rivendicare, magari battere i pugni sul tavolo, dopodiché se il Pos non è installato ci sta ha poco da fare. Dovrà pagare comunque, in contanti, con un assegno o un bonifico a seconda degli importi. Il «buco» nel Decreto Sviluppo varato nel 2012 dal governo Monti è evidente. E come al solito lascia spazio alle solite ondate di populismo all’italiana: per gli avvocati è solo un «onere» non certo un obbligo giuridico, e poi c’è chi grida al «regalo alle banche» con la speranza di affondare una delle poche misure che se applicata per davvero una mano nel contrasto all’evasione certamente la può dare. «E’ chiaro che l’assenza di un profilo sanzionatorio indebolisce la cogenza della norma», ammette …

"E se l'Europa avesse torto?", di Mariangela Colombo

Leggo la nota Cidi, Anticipo a 5 anni, perplessità e questioni aperte, a firma di Giuseppe Bagni, e debbo dire di sottoscriverne ogni riga. Ma sono soprattutto le prime parole di quella nota che mi fanno sussultare: “L’Europa ci chiede che il ciclo di studi…” Ma come?! Abbiamo dichiarato a gran voce, governo dopo governo, parlamento dopo parlamento, che le riforme non dobbiamo farle “perché ce lo chiede l’Europa”, ma solo quando e se esse vengano considerate necessarie per l’evoluzione e il miglioramento del Paese! Ora arriva una nuova ministra, di provenienza universitaria e – per così dire – di estrazione politica liberal-democratica, e subito – senza colpo ferire – tira fuori dalla scarsella l’invito ad allinearci a quello che vuole (e un po’ ovunque fa) l’Europa, ossia licenziare dalla superiore gli studenti diciottenni, e quindi tagliare di un anno la loro frequenza scolastica, ovviamente provvedendo a ghigliottinare l’ordine e grado considerato come il meno importante, il meno doloroso, il meno significativo e (soprattutto, e tuttora…) il meno normato: quello della scuola materna. Il tutto, …

"Le nuove geometrie delle disuguaglianze", di Chiara Saraceno

Un benessere fragile, poco equo, perciò difficilmente sostenibile. È il quadro che emerge dal secondo rapporto, appunto, sul Benessere equo e sostenibile preparato dall’Istat e dal Cnel sulla base di 134 indicatori distribuiti su 12 aree rilevanti per il benessere degli individui e la tenuta della società. È un benessere fragile, non solo perché non si vede ancora la fine della crisi, l’occupazione continua a diminuire e la povertà, specie tra i minori, i giovani e le loro famiglie tende ad aumentare. Anche i miglioramenti che pure ci sono stati, ad esempio sul piano dell’istruzione, con l’aumento dei diplomati e laureati, o nell’utilizzo delle nuove tecnologie, sono insieme troppo lenti per colmare il gap con gli altri paesi europei, che anzi continua ad allargarsi, e non sostenuti da investimenti in ricerca e innovazione che consentano di valorizzarli. È un benessere poco equo perché la crisi ha rafforzato le disuguaglianze tradizionali nel nostro paese — a livello territoriale e di classi sociali — e ne ha create di nuove. La disoccupazione ha colpito più duramente il …

"Occupazione, la politica è debole", di Walter Passerini

Pessima notizia quella del flop del bonus assunzioni per gli under 29 che, nonostante la ricca dotazione (quasi 800 milioni di euro), non riesce a decollare. Vi sono almeno due ragioni: la prima è la mancata risposta del Mezzogiorno, a cui è dedicata gran parte della provvista (500 milioni), segno del distacco sempre più marcato del Sud rispetto al resto d’Italia, i cui vagoni sono lontani dalla locomotiva, per quanto lenta sia; la seconda è un campanello d’allarme per il decollo dell’altro provvedimento, sempre per under 29, che si chiama Garanzia giovani, che a due mesi dall’avvio registra notevoli ritardi da parte delle Regioni e l’assenza di una cabina di regia nazionale e di una rete di servizi all’impiego, in grado di reggere l’obiettivo di coinvolgere 900 mila giovani, nonostante la dote ricca di 1,5 miliardi. Il flop del bonus, che qualcuno propone di usare a questo punto anche per la Garanzia giovani, rivela la debolezza di una politica del lavoro basata su incentivi temporanei, che non riesce ad affrontare i nodi strutturali dei costi …