Anno: 2014

"A Wall Street torna di moda il rischio", di Francesco Guerrera

Ci risiamo. Quasi fossero lo specchio di una cultura popolare che ama il retrò, il vintage e il déjà-vu, i mercati finanziari stanno ripetendo gli errori del passato. Se una casa discografica può vendere un «nuovo» album di Michael Jackson; se a New York e a Los Angeles le ragazze scimmiottano i look Anni 60 di Elizabeth Taylor; e se una pellicola all’antica come La grande bellezza («Grazie a Fellini» ha detto Paolo Sorrentino agli Oscar) fa così tanto successo, non c’è da stupirsi se Wall Street ha voglia di rivivere gli anni che precedettero la crisi finanziaria. Con tipica memoria troppo corta, gli investitori stanno comprando beni sempre più rischiosi. Dalle «obbligazioni-spazzatura» ai mercati azionari in Paesi difficili come la Nigeria, l’Argentina e il Vietnam; dalle case costruite per pura speculazione edilizia agli incomprensibili derivati, questo è un film che abbiamo già visto, un po’ come la Grande bellezza. Negli anni del boom del 2005-2007, l’ottimismo dei mercati aveva gonfiato un’enorme bolla in investimenti simili: roba da amici del brivido che però offriva la …

Testo del videomessaggio del Presidente Napolitano per la Festa della Repubblica

Buon 2 giugno a tutti gli italiani. Celebriamo quest’anno la Festa della Repubblica con animo più fiducioso. Perché si è fatta strada la necessità di forti cambiamenti in campi fondamentali. Perché l’Italia può parlare a voce alta in Europa e contribuire a cambiarne le istituzioni e le politiche. E infine perché si sono moltiplicate nella nostra società e specialmente tra i giovani le manifestazioni di volontà costruttiva e di spirito d’iniziativa. Sono questi i fatti che devono rendere tutti noi più fiduciosi ; sapendo che la fiducia nel futuro è la condizione essenziale per tornare a crescere e a progredire. In questi pesanti anni di crisi l’economia e la realtà sociale del nostro paese hanno conosciuto gravi passi indietro, come dice il livello insopportabile cui è giunta la disoccupazione, soprattutto quella giovanile. Se questa deriva si è fermata, se registriamo segni sia pur deboli di ripresa, il problema è ora quello di passare rapidamente alle decisioni e alle azioni che possono migliorare le condizioni di quanti hanno sofferto di più per la crisi, e aprire …

"Quei «cognitivi» disposti a cambiare", di Bruno Ugolini

La ricerca di cui parliamo è opera di tre Istituti di ricerche economiche e sociali (Ires) di Emilia Romagna, Toscana e Veneto Ecco una ricerca che dovrebbe interessare la ministra Marianna Madia, Alla vigilia di un’operazione tesa a portare una ventata «rivoluzionaria» nel lavoro pubblico. Un settore dove sono preponderanti quelli chi chiamano i «lavoratori cognitivi», oppure «lavoratori della conoscenza». Sono insegnanti, operatori scolastici, formatori, ricercatori, musicisti. Chi con contratto stabile, chi con contratto a termine o di collaborazione. Chi precario. Sono i possessori di «saperi» da trasmettere anche se ormai questa caratteristica invade anche molte altre mansioni. La ricerca di cui parliamo è opera di tre Istituti di ricerche economiche e sociali (Ires) di Emilia Romagna, Toscana e Veneto. Hanno condotto più di 100 interviste e raccolto 1.094 questionari. Una prima sintesi di tale iniziativa testimonia come questi lavoratori abbiano, tra le loro caratteristiche, una spiccata passione per quanto fanno. E tra le preoccupazioni principali quella di «innovare periodicamente il proprio bagaglio di saperi perché questi nel mio settore sono in continua evoluzione». Non …

"A Renzi serve un partito forte", di Michele Ciliberto

La vittoria di Renzi sta suscitando molte aspettative nel paese, in tutti i settori, compresa la Confindustria. Si capisce: come è stato detto da molti, il successo elettorale del premier è dovuto alle speranze che ha saputo suscitare. Le ha suscitate in molti strati della nazione compresa un’area mode- rata che si era finora riconosciuta in altre forze politiche. Certo, ha giocato in questo la volontà di contrastare Grillo e Casaleggio che hanno suscitato negli italiani antiche paure con le loro parole minacciose. Ma c’è stato anche altro in quel voto. Renzi è stato avvertito come portatore di idee finalmente nuove, di posizioni finalmente estranee al tradizionale gioco politico. Questa è stata fin dall’inizio la sua forza: aver intercettato sentimenti di speranza, desideri di muta- mento, la voglia di uscire dalla palude. Simmetricamente, il risultato del voto sta provocando reazioni e preoccupazioni nella destra, che comincia a interrogarsi sulle conseguenze dello stato di frantumazione in cui si trova. In questa situazione il premier quale politica vuole fare? Diceva Horkheimer, parafrasando Marx, che gli uomini vanno …

"Under 30 assunti nei musei e addio bancarelle al Colosseo", di Maria Corbi

Cercansi storici dell’arte under 30. Il decreto cultura varato dal Consiglio dei ministri la scorsa settimana e firmato ieri dal presidente Giorgio Napolitano fa un passo verso i giovani laureati in discipline relative a beni e ad attività culturali. Hai 29 anni? Puoi essere assunto nei musei, nelle biblioteche, negli archivi che da anni soffrono di carenza di organico causa spending review. E questo in deroga ai limiti imposti alle amministrazioni diverse dai beni culturali. Contratti a tempo determinato, certo, ma sicuramente una chance per tanti ragazzi che con la laurea in tasca e la passione per l’arte sono costretti troppo spesso a ripagare su lavori che diano un minimo di sicurezza. E adesso questo minimo di sicurezza arriva dal decreto Cultura e Turismo trasmesso alla Camera. Oltre alla spinta all’occupazione giovanile, introduce un credito d’imposta (“Art bonus”), del 65 per cento per le donazioni a favore di interventi di manutenzione e restauro di beni culturali pubblici; musei, siti archeologici e biblioteche pubblici; teatri pubblici e fondazioni lirico sinfoniche. Tra gli impegni voluti dal ministro …

"Supplenti brevi, in tanti non prendono lo stipendio da febbraio", di Alessandro Giuliani

Molti supplenti temporanei della scuola non prendono lo stipendio dal mese febbraio. Ora, a pochi giorni dal termine delle lezioni, che per la gran parte di essi coinciderà con la fine del servizio a tempo determinato, hanno deciso di denunciarlo. Secondo il gruppo ‘Supplenti della scuola per la qualità e dignità del lavoro’, occorre infatti sensibilizzare istituzioni ed opinione pubblica “sulla situazione di disagio di centinaia di supplenti temporanei della scuola: per questo chiediamo che l’Ufficio VII del Ministero dell’Istruzione e il corrispondente Ufficio del Ministero dell’Economia – si legge nella nota del raggruppamento di precari della scuola – si adoperino congiuntamente per sanare, con emissioni speciali e con gli opportuni provvedimenti agli uffici preposti, la situazione degli stipendi arretrati”. L’organizzazione denuncia, quindi, “la mancata liquidazione per molti supplenti brevi delle retribuzioni di febbraio, marzo e aprile; la mancata trasmissione dei flussi UniEMens all’Inps, competenza che, dal gennaio 2013, è a carico del Tesoro e che lo scorso anno ha causato lentezze, ritardi e forti disagi nell’istruttoria delle pratiche Aspi e MiniAspi da parte dell’Istituto …

"Il ritorno della politica in Europa", di Guido Rossi

Le appena svolte elezioni europee hanno rivelato una singolare dissociazione tra le élite politico-intellettuali e gli elettori. Il deficit di democrazia che sta dilagando in tutti i Paesi occidentali, Stati Uniti compresi, rappresentato dalla sottomissione del potere legislativo rispetto a quello esecutivo, sembra con queste elezioni aver subìto un’inversione di tendenza. Gli elettori europei, il maggior numero mondiale dopo quelli indiani, si sono dimostrati più di ogni volta precedente consapevoli dell’importante funzione del tanto disprezzato Parlamento europeo, nel quale per la prima volta hanno potuto indicare il candidato presidente della Commissione, che rappresenta il potere esecutivo. L’Europa tecnocratica, nominata e gestita dall’alto, ha aperto la porta a un’Europa politica orientata dal basso, verso una democrazia rappresentativa nel senso classico. Le campagne elettorali, frammiste al richiamo continuo di problemi interni, hanno alzato i toni e i livelli delle discussioni sui problemi europei. È dunque un bene per la democrazia che nel Parlamento, insieme a centrodestra e centrosinistra, siedano anche, come stimolo, gli euroscettici e i populisti. E così la valutazione delle pur rilevanti astensioni dal voto …