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Cinzia Franchini, parlamentari Pd “Atto di chi non ha altri argomenti” – comunicato stampa 10.05.15

Le parlamentari modenesi del Pd Manuela Ghizzoni, Maria Cecilia Guerra e Giuditta Pini esprimono la loro solidarietà alla presidente di Cna Fita Cinzia Franchini, nuovamente oggetto di pesanti atti intimidatori, aggravati questa volta anche da un chiaro carattere sessista. Ecco la loro dichiarazione: “Sono ormai oltre tre anni che la presidente di Cna Fita, Cinzia Franchini, subisce attacchi intimidatori per aver intrapreso con coraggio un’intensa azione di rinnovamento all’interno del settore dell’autotrasporto, denunciando con determinazione ogni forma di illegalità. Quanto accaduto la scorsa settimana rappresenta, se possibile, un’ulteriore aggravante alla bassezza degli attacchi che l’ha vista sua malgrado protagonista, andandola a colpire nella sua dignità di persona e di donna. Quando mancano veri argomenti è evidente non resti altro che l’attacco personale, e quando il bersaglio è donna, pare ormai inevitabile il ricorso alla più spregevole arma della diffamazione sessista. A Cinzia Facchini va tutta la nostra solidarietà come parlamentari, ma prima ancora come donne.”

Ghizzoni “Senza dottorandi non c’è ricerca: così muore l’università” – comunicato stampa 09.06.15

Manuela Ghizzoni, deputata modenese del Pd e componente della Commissione Cultura, ha partecipato, in mattinata, a Roma alla conferenza stampa, di presentazione della quinta indagine ADI, l’Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani, sulla situazione e le prospettive che il nostro sistema universitario offre ai giovani ricercatori. Manuela Ghizzoni è, tra l’altro, la prima firmataria di una proposta di legge che stabilisce l’abolizione della tassazione universitaria per i dottorandi. Ecco la dichiarazione della deputata Pd: “L’Italia investe molto poco, rispetto a tutti gli standard internazionali, in risorse finanziarie e in misure di sostegno per università e ricerca, in particolare in quello che è il luogo di formazione dei nuovi ricercatori, i dottorati di ricerca. La situazione è andata peggiorando negli ultimi anni, quando la crisi economica ha costretto a pesanti tagli. E’ ciò che ancora una volta emerge con chiarezza dall’indagine curata dall’ADI. Ritengo prezioso il lavoro, interamente volontario ma fortemente motivato, che quest’associazione di giovani ricercatori, supplendo alla preoccupante assenza delle istituzioni, svolge da anni. Sono analisi accurate e intelligenti, utili a comprendere la …

“Comunità ebraica di Roma e scienziati: “Cancellare i nomi dei medici nazisti usati per le malattie”, di Rory Cappelli – La Repubblica 08.06.15

Cancellare i nomi di medici nazisti criminali di guerra dalle definizioni, ancora oggi utilizzate, di varie patologie e test scientifici. Una richiesta condivisa, quella di scienziati e comunità ebraica, rilanciata in occasione del workshop internazionale ‘Medici nazisti e malattie eponimiche’, organizzato a Roma dall’Università La Sapienza, Comunità Ebraica e Ospedale Israelitico. Al convegno la proposta è arrivata dal presidente della Comunità Ebraica di Roma, Riccardo Pacifici: “Quello che chiediamo è di sostituire, nelle definizioni in uso per varie malattie, ai nomi dei carnefici nazisti quelli delle vittime, che in molti casi sono note”. Lunga la lista delle patologie definite a partire dal nome di questi medici nazisti criminali di guerra. Dal test di Clauberg, ginecologo che effettuò gravi sperimentazioni, all’artrite di Reiter, batteriologo anche egli autore di esperimenti criminali. E ancora: la sindrome di Hallervorden-Spatz; la reazione Spatz-Stiefler; la sindrome di Cauchois-Eppinger-Frugoni e tante altre che prendono il nome da altri medici nazisti, come Murad Jussuf Bei Ibrahim, Eduard Pernkof, Hans Joachim Scherer, Walter Stoeckel e Friedrich Wegener. Durante il convegno, storici della medicina e …

“Dottorato e Postdoc, martedì Ghizzoni alla conferenza stampa dell’Adi” – comunicato stampa 08.06.15

La deputata modenese del Pd Manuela Ghizzoni, componente della Commissione Cultura e Istruzione della Camera, nella mattinata di martedì 9 giugno, parteciperà a Roma alla conferenza stampa organizzata dall’Adi, l’Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani, per presentare i risultati di un’indagine nazionale su Dottorato e Postdoc. Manuela Ghizzoni, in particolare, è stata invitata per parlare della sua proposta di legge sulla “Disciplina della contribuzione studentesca per le università statali e le istituzioni statali di alta formazione artistica, musicale e coreutica”. Ecco la sua dichiarazione: “Voglio ringraziare l’Adi per avermi invitato a partecipare alla conferenza stampa nel corso della quale verranno presentati i risultati della loro indagine sul tema del Dottorato di ricerca. Ormai da cinque anni a questa parte, incrociando i dati del Ministero con quelli dei singoli atenei, grazie all’Adi, è possibile conoscere nel merito le prospettive che il nostro sistema universitario offre ai giovani ricercatori. In particolare, vengono analizzati i dati relativi ai posti di dottorato banditi, alla copertura delle borse di studio e ai mutamenti nella tassazione per l’iscrizione e la …

“Lezioni sul nostro patrimonio”, di Marco Carminati 07.06.15

L’Italia è un Paese con un eccezionale concentrato di opere d’arte e con l’onere, la responsabilità e il dovere etico di conservarle al meglio. Ogni danno al patrimonio artistico italiano (il crollo di un muro a Pompei, il distacco di un pezzo d’intonaco agli Uffizi, il danno inflitto a un monumento da un vandalo) trova grande rilievo sui mezzi di comunicazione, ovviamente gettando un’ombra negativa sulla reputazione del nostro Paese. Eppure l’Italia è la nazione leader in fatto di tutela, conservazione e restauro, e tale primato d’eccellenza è noto e riconosciuto in tutto il mondo. Per renderlo noto anche agli italiani (che talvolta sembrano non esserne del tutto consapevoli), il Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo ha organizzato a Milano un ciclo di nove incontri dal titolo Conservare per ricordare. Un viaggio tra le eccellenze italiane, fortemente voluto da Ilaria Buitoni Borletti, Sottosegretario di Stato del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, e realizzato nell’ambito di Expo 2015. Il ciclo – partito ieri nel Palazzo di Brera (sede di tutti gli …

“Donatello, il Crocifisso dimenticato. Ritorna un capolavoro” di Antonio Pinelli – 07.06.15

PADOVA Ricordate quando infuriavano giustificate polemiche sugli insensati sforacchiamenti degli affreschi di Vasari in Palazzo Vecchio alla vana ricerca di una fantomatica larva della Battaglia d’Anghiari e sull’acquisto pubblico di un crocifissino seriale, che si fregiava incautamente di un’attribuzione al giovane Michelangelo? Mentre sui media divampavano le dispute su questi scoop immaginari, passava sotto silenzio la scoperta, non virtuale ma concretissima, di uno strepitoso Crocifisso inedito di Donatello, sebbene fosse stata resa nota con inoppugnabili argomenti da due articoli usciti nel 2008 su Prospettiva, rivista di storia dell’arte, che è fra le più autorevoli in circolazione nel mondo. La vicenda era cominciata nel 2006 nella Beinecke Library di Yale, dove Marco Ruffini, un valente studioso di letteratura artistica formatosi tra Roma e Berkeley, era intento a uno scrupoloso scrutinio delle preziose annotazioni a penna, vergate ai margini di un esemplare delle Vite vasariane da due anonimi bene informati sulle vicende artistiche venete, che lo possedettero poco dopo la sua pubblicazione nel 1550. Giunto al brano in cui Vasari enumera le varie opere eseguite da Donatello …

“L’immunologo ad Auschwitz”, di Sergio Luzzatto – Il Sole 24 Ore 07.06.15

Primo Levi ha riconosciuto come decisivo per la sua sopravvivenza ad Auschwitz il fatto di avere potuto lavorare, da un certo momento in poi, nel Kommando Chimico di Monowitz-Buna. Di essere stato reclutato, grazie alla sua laurea scientifica, in quella caricatura della ricerca sperimentale che nella fabbrica Buna corrispondeva al laboratorio del Reparto Polimerizzazione. L’ebreo italiano tatuato con il numero 174517 è sopravvissuto perché aveva superato, al cospetto del «Doktor Pannwitz», un «esame di chimica» (è il titolo di un capitolo di Se questo è un uomo) talmente improbabile e grottesco da contenere – forse – l’«essenza della grande follia della terza Germania». Un anno prima di lui, a un altro uomo di scienza toccò di avvicinare l’essenza di quella grande follia. Era un uomo di oltre vent’anni più vecchio del venticinquenne Primo Levi, e ben più noto di lui prima di essere deportato. Era un medico polacco, un ebreo di Galizia che si chiamava Ludwik Fleck e che aveva pubblicato in tedesco, nel 1935, Genesi e sviluppo di un fatto scientifico: una pietra miliare …