In Commissione Cultura e Istruzione della Camera, proprio ieri, ha preso avvio l’esame delle molte proposte di legge sull’educazione di genere nelle scuole. Si tratta di un argomento che, sappiamo, crea divisioni e allarma una parte delle famiglie: lo abbiamo già visto con la legge 107 del 2015 che pure, al comma 16 dell’art. 1, si limitava a suggerire che “Il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità, promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni”. Si tratta, però, nello stesso tempo, di un intervento legislativo che non può più essere posposto. Gli orrori delle violenze sulle donne raccontati dalla cronaca continuano a moltiplicarsi. Ieri la ragazzina di Salerno aggredita dal branco. Oggi la donna di Modena uccisa dall’ex convivente, il cui cadavere è stato nascosto nel frigorifero della cantina. Per contrastare queste violenze che sono insopportabili (e dovrebbero esserlo per tutti) occorre un cambiamento culturale di fondo nei rapporti tra donne e uomini, che, lo sappiamo, appartengono a due generi diversi. Le donne e il loro corpo non possono continuare a essere vissuti come un mero oggetto di possesso, da violare o da gettare ad ogni tentativo di ribellione. Il rispetto per l’altro deve essere coltivato, fin da piccoli, nelle famiglie, ma anche nelle scuole e in tutti i luoghi di incontro della società. Mi auguro che le polemiche, questa volta, stiano fuori dalla porta e che il dibattito sulle proposte di legge si soffermi su come concretamente si debba intervenire in ambito scolastico per diffondere e praticare il rispetto della libertà degli altri (e non limitarsi ad esercitare la “tolleranza”), contro pregiudizi e stereotipi
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Bufale scientifiche, siamo poco attrezzati per capirle
Sabato a Carpi, nel corso della Festa de l’Unità, affronteremo un argomento complesso, ma di strettissima attualità come dimostrato, ad esempio, dalle recenti prese di posizione di personaggi del mondo dello spettacolo sul delicato tema delle vaccinazioni. Come capire quando ci troviamo davanti a una cosiddetta “bufala” fatta passare per scienza? Pur bombardati da grandi quantitativi di informazioni, siamo la società meno informata e meno attrezzata per discernere il vero dal falso. E’ la stessa Europa ad avere lanciato, di recente, l’allarme sul nostro Paese: una larga fetta della popolazione italiana non possiede gli strumenti per affrontare con spirito critico non solo le vicissitudini quotidiane, ma anche il flusso informativo, specialmente quello fatto circolare sulla Rete. Quelle che ci mancano sono competenze di base, le competenze che ci fanno essere cittadini consapevoli, che ci permettono di scegliere stili di vita e comportamenti più corretti per salvaguardare la nostra salute. Abbiamo avuto recrudescenze di epidemie perché si è diffusa, pur senza evidenze scientifiche, la convinzione che le vaccinazioni facciano male. Di tutto questo, di un argomento che considero fondamentale per garantirci scelte oculate nella vita quotidiana, parleremo sabato con Marco Cattaneo, giornalista esperto in divulgazione scientifica, già ospite del Festival Filosofia, direttore de Le Scienze, Mente e Cervello e National Geografica Italia. Non è un tema per chi sa già di scienza, è un appuntamento per tutti perché, alla fin fine, quello di cui discuteremo è la qualità della nostra stessa democrazia”.
Modena, cresce peso di cultura e creatività nell’economia locale
“Dedicato a tutti quelli che… ancora credono che con la cultura non si mangia.
Secondo l’indagine “Io sono cultura”, il rapporto annuale di Symbola e Unioncamere che misura il peso dei settori cultura e creatività sull’economia nazionale, Modena è tra le province italiane che più producono ricchezza con la cultura. Pur essendo un centro di medie dimensioni si posiziona a ridosso delle grandi metropoli e delle città d’arte conosciute a livello internazionale: settimo posto in Italia (subito dopo Firenze) per valore aggiunto prodotto dal settore cultura e creatività, che rappresenta il 7,2% del totale dell’economia provinciale; sesto posto per occupati – il 7,7% dell’economia provinciale – ancora subito dopo Firenze e prima di Bologna. La nostra provincia, secondo il rapporto presentato oggi, nel giro di un solo anno, si allontana dalle posizioni di metà classifica detenute l’anno precedente, e si colloca decisamente nella top ten delle province italiane, prima provincia emiliano-romagnola del settore. Il sistema produttivo culturale, così come preso in considerazione dalla ricerca, si articola su cinque macro settori: industrie creative (architettura, comunicazione, design), industrie culturali propriamente dette (film, video, mass-media, videogiochi e software, musica, libri e stampa), patrimonio storico-artistico architettonico (musei, biblioteche, archivi, siti archeologici e monumenti storici), performing art e arti visive (rappresentazioni artistiche, divertimento, convegni e fiere) e imprese creative-driven (imprese non direttamente riconducibili al settore ma che impiegano in modo strutturale professioni culturali e creative, come la manifattura evoluta e l’artigianato artistico). In maniera evidente, in tempi di crisi, di necessità si è riusciti a fare virtù: ci si è orientati verso settori finora meno esplorati. Competenze e creatività fanno registrare un saldo attivo”.
Sabato 25 giugno, a Carpi per parlare di bufale e mistificazione scientifica
“Scienza, mistificazioni e bufale: come separare i fatti dalle opinioni quando parliamo di salute, medicina e ricerca scientifica”: è questo il titolo dell’inedito dibattito programmato per la sera di sabato 25 giugno, a Carpi, nell’area verde Zanichelli dove si tiene la Festa de l’Unità organizzata dai Circoli Pd delle Terre d’argine. Ospite il giornalista specializzato in divulgazione scientifica Marco Cattaneo, direttore de Le Scienze e di National Geographic Italia. L’incontro inizia alle ore 21.00.
Servizi 0-6 anni, bene piano assunzioni straordinario
Come deputati Pd avevamo denunciato il problema non più tardi di un mese fa: con una risoluzione, avevano impegnato il Governo a risolvere nel primo provvedimento legislativo utile il problema, sempre più gravoso, del precariato nei nidi e nelle scuole d’infanzia comunali. La sera di lunedì 20 giugno, nel corso della riunione del Consiglio dei ministri, é arrivato l’atteso provvedimento che conferma la leale collaborazione istituzionale tra i diversi livelli di governo. L’Esecutivo, con il decreto legge Enti locali, ha, infatti, previsto la possibilità per i Comuni di predisporre piani di assunzione straordinaria su base triennale, in modo da garantire un avvio regolare del prossimo anno scolastico e anche i livelli formativi necessari per il buon funzionamento delle strutture comunali. E’ un provvedimento che avevamo sollecitato con forza raccogliendo la denuncia congiunta del personale educativo precario e dell’Anci sulle difficoltà per i Comuni nel mantenere la qualità dei servizi educativi rivolti ai bambini della fascia d’età da 0 a 6 anni, servizi apprezzati e sempre più necessari alle famiglie. Com’è noto, infatti, fino ad ora, a causa dei limiti imposti in materia di assunzioni e per i vincoli di bilancio collegati al Patto di stabilità, i Comuni dovevano ricorrere ogni anno a contratti di lavoro a tempo determinato con, da una parte, un aggravio di costi e l’impossibilità di assicurare continuità educativa e, dall’altra, costringendo il personale a un lungo precariato. Il piano straordinario di assunzione di educatori e insegnanti potrà ridare fiato ai Comuni impegnati a garantire un servizio pubblico essenziale come i nidi e le scuole d’infanzia e potrà assicurare certezze occupazionali ai tanti educatori la cui professionalità, fino ad ora, non era stata adeguatamente valorizzata
Diritto allo studio, la mia intervista a Parlamento24
Prosegue il lavoro del comitato ristretto in Commissione Cultura della Camera per la predisposizione di un testo unificato di riforma delle tasse universitarie. Ho fatto il punto del nostro lavoro al microfono di Parlamento24.
Vasco Errani assolto con formula piena, mai avuto dubbi
Mai avuto dubbi sulla correttezza dell’operato di Vasco Errani. Chi lo ha conosciuto, chi ha lavorato con lui, chi ha avuto modo di apprezzare il suo instancabile impegno a favore delle aree colpite dal sisma e dalle altre calamità naturali non poteva nutrire che assoluta stima per le sue qualità di amministratore e politico e convinta fiducia nei suoi comportamenti. Ora la nuova sentenza della Corte d’appello di Bologna certifica definitivamente che il reato ipotizzato nella vicenda Terremerse – falso ideologico – non aveva alcun riscontro. Assolto “perché il fatto non sussiste” dice la sentenza. Dispiace umanamente per le amarezze che Errani e la sua famiglia hanno dovuto patire. Dispiace politicamente perché in molti hanno strumentalizzato la vicenda giudiziaria a scopi politici e gettato fango in maniera indiscriminata. Dispiace perché una vicenda che si è dimostrata insussistente alla prova dei fatti ha però arrecato un danno molto rilevante alla Regione Emilia-Romagna, alla sua istituzione e ai suoi cittadini. Lo aspettiamo di nuovo al lavoro per le nostre Istituzioni, per il nostro partito e per le nostre terre, a cui ha dato tutto con passione e abnegazione
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