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Sisma, parlamentari Pd “Ok via libera Ue a proroga per imprese agricole”

La Commissione europea ha deciso di prorogare fino al 31 dicembre 2018 i termini per il pagamento di aiuti compensativi per le imprese agricole di Emilia-Romagna e Lombardia coinvolte nel sisma del 2012. «Un’ottima notizia per un settore centrale dell’economia della nostra regione, ma anche, conoscendo il rigore con il quale l’Europa assume le proprie decisioni, un giudizio positivo per lo stato d’avanzamento della ricostruzione e la qualità delle scelte compiute in questi anni nella gestione dei fondi pubblici ed europei.» Questo il commento dei parlamentari modenesi del Partito democratico Davide Baruffi, Manuela Ghizzoni e Stefano Vaccari, da tempo impegnati sul tema ricostruzione. Ecco la loro dichiarazione:

“La Commissione europea ha deciso di prorogare fino al 31 dicembre 2018 i termini per concludere i lavori e per presentare la rendicontazione delle spese sostenute per la ricostruzione dalle imprese agricole dell’Emilia-Romagna. La decisione è stata ufficializzata questa mattina con una comunicazione della rappresentanza permanente Ue indirizzata al Governo italiano, al Ministero delle Politiche agricole e al Ministero degli Esteri. É la prima volta che l’Unione europea concede una proroga superiore ai 4 anni per benefici fiscali e adempimenti riguardanti i risarcimenti. Una boccata d’ossigeno importante per tanti imprenditori agricoli tuttora impegnati nella ricostruzione delle proprie imprese danneggiate dal sisma di quattro anni fa. A meno di quindici giorni dal quarto anniversario di quel tragico mese di maggio, e nel giorno in cui si celebra la Festa dell’Europa, da Bruxelles arriva davvero un’ottima notizia per un settore centrale dell’economia della nostra regione. Conoscendo il rigore con il quale l’Europa assume le proprie decisioni, non possiamo poi non vedere in questa proroga, anche un giudizio positivo per lo stato d’avanzamento della ricostruzione e la qualità delle scelte compiute in questi anni nella gestione dei fondi pubblici ed europei.”

photo credit: Quistello via photopin (license)

Quella voglia di barriere che rischia di travolgere il sogno europeo

europa

Un popolo di anziani, rinchiusi nelle loro case e nei loro confini, terrorizzati da tutto ciò che c’è fuori, vita compresa. E’ un quadro desolante quello che traccia oggi Ilvo Diamanti su Repubblica. Oggi, lo si ricordi, Festa dell’Europa, anniversario della dichiarazione dell’allora ministro degli esteri francese Robert Schuman che proponeva la nascita della Comunità europea del carbone e dell’acciaio. La Ceca fu il primo nucleo dell’Europa unita, di cui Schuman è considerato uno dei padri. A distanza di 66 anni (era il 9 maggio del 1955), il sondaggio Demos condotto il mese scorso fotografa impietosamente il nostro Paese. Quello che una volta era il popolo più convintamente europeista, si è lasciato prendere, complice anche la crisi economica, dalla voglia di rinchiudersi nei nostri spazi. Gli italiani sono i più vecchi nel Continente. Tranne i giovani che guardano ancora all’Europa con speranza, sono sempre più impauriti di possibili orde migratorie e sempre più sfiduciati nei confronti delle istituzioni, incapaci di porre barriere al fenomeno. Gli italiani fanno sempre meno figli: dice Diamanti che anche gli immigrati, una volta arrivati da noi, fanno meno figli. E tantissimi giovani formati e preparati, quelli con titoli di studio più elevati, lasciano l’Italia non solo per lavorare, ma anche per vivere all’estero: 95mila solo nell’ultimo anno. Questi forse sono i veri numeri di cui avere paura. I giovani della generazione Erasmus (che compie trent’anni nel 2016) sono gli unici ancora capaci di guardare all’Europa unita come a una grande conquista a disposizione di tutti. Non lasciamoci sfuggire, per ignavia, la possibilità di essere una comunità solidale, giovane nello spirito e nei sogni, se non nell’età anagrafica.

Londra con il sindaco Khan torna ad essere la città delle opportunità

Ma la notizia è che a Londra ha vinto un sindaco musulmano o un sindaco del Labour party? Visto il tracollo del partito di Corbyn in certe aree del Paese non punterei solo sul primo fatto. Comunque, gran bella notizia il risultato dell’avvocato Sadiq Khan a Londra, figlio di immigrati di prima generazione, che è riuscito a strappare Londra ai conservatori dopo ben otto anni di guida tory. Ha detto: “La speranza ha vinto sulla paura”. E in un’Europa dove sembrano imperare nazionalismi, sentimenti razzisti e, soprattutto, grande paura, non è un obiettivo di poco conto. Il risultato delle elezioni inglesi ci interroga, e ci sorprende, per tanti motivi. Il primo è il crollo – in Scozia, ma non solo – del partito di Corbyn. Anche alcuni osservatori avevano previsto che il nuovo corso del leader laburista avrebbe potuto determinare un restringimento dei consensi date le sue posizioni più radicali (e non populistiche). In Scozia, una tradizionale roccaforte, il Labour party è arrivato terzo dopo indipendentisti e addirittura conservatori: impensabile fino a pochi anni fa. Un aspetto non secondario, quindi, soprattutto in vista delle elezioni politiche. Il secondo motivo, ma questo è di grande soddisfazione, è senz’altro il ritorno della capitale alla guida laburista, risultato fondamentale se lo si intreccia all’altra grande campagna referendaria in atto, quella per l’eventuale uscita della Gran Bretagna dall’Europa. La vittoria laburista a Londra potrebbe essere un elemento decisivo nel far pendere la bilancia verso il mantenimento di un’ottica di apertura al mondo e all’Europa. Non è un caso che Ivana Bartoletti, ex responsabile Diritti civili nella Segreteria nazionale dei Ds con Piero Fassino segretario, ora stabilmente residente a Londra, che ha avuto un ruolo fondamentale nella campagna di Sadiq Khan, ha commentato con La Stampa: “Khan, un uomo di fede musulmana con una storia straordinaria, ridarà a questa città la sua vera anima multiculturale, di apertura e non di chiusura, come vorrebbero i promotori della Brexit”. Insomma Londra non ha avuto paura di scommettere sul suo essere la città delle opportunità, dell’innovazione, del mix culturale ed etnico. Quel coraggio a cui ci ha spronati, di nuovo, Papa Francesco che, proprio ieri, ricevendo il prestigioso premio Carlo Magno, davanti ai vertici Ue, ha invocato lo stop all’egoismo. Sull’esempio di Londra che ha scelto un uomo che, per la sua storia personale e per il suo credo politico, sarà sicuramente capace di abbattere muri e costruire ponti.

Università, torna d’attualità il dibattito sulla contribuzione studentesca

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Il diritto allo studio torna al centro del dibattito politico. Oggi un importante quotidiano nazionale ha dato notizia della ripresa della discussione in Commissione Istruzione alla Camera su un tema caldo: la contribuzione universitaria. Che il tema sia centrale per il futuro dei nostri giovani e delle nostre università lo conferma anche l’interesse suscitato da un’affermazione fatta ieri dal presidente del Consiglio Renzi nel corso della diretta social “Matteo risponde”. A un partecipante che chiedeva maggiore coerenza di azione sul fronte tasse universitarie, il premier ha confermato che, pur trattandosi di un tema complesso, l’auspicio era che, nelle prossime settimane, ci potesse essere qualche segnale positivo. Naturalmente questo è anche il mio auspicio visto che sono l’autrice di una delle due proposte di legge presentate in materia, la mia per il Pd e quella del Movimento 5 stelle. Entrambe sono state depositate a inizio legislatura.

Per chi volesse saperne di più ecco il file pdf del testo della mia proposta di legge sulla “Disciplina della contribuzione studentesca per le università statali e le istituzioni statali di alta formazione artistica, musicale e coreutica

Scuole innovative, a Modena una scuola testimone della nostra storia

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C’è anche Modena nell’elenco dei luoghi che ospiteranno una delle 52 nuove scuole da realizzare grazie al concorso di idee “Scuole innovative” appena lanciato dal Ministero dell’Istruzione. Il progetto riguarda una nuova scuola d’infanzia e una primaria. “Sarebbe bello – commenta la deputata modenese del Pd Manuela Ghizzoni – che le menti più innovative del nostro territorio partecipassero per offrire un proprio contributo a favore dello sviluppo del territorio. E’ l’occasione per provare a immaginare la scuola ideale per i nostri figli”.

“Rivolgo un invito a tutti i nostri architetti e ingegneri affinché partecipino al concorso di idee lanciato dal Ministero e immaginino una scuola capace di riflettere anche la nostra storia. Nella patria degli asili più belli del mondo, costruiamone uno davvero bellissimo”: è l’invito che la deputata modenese del Pd Manuela Ghizzoni, componente della Commissione Istruzione della Camera, rivolge ai tecnici modenesi affinché partecipino al concorso “Scuole innovative” appena annunciato dal Ministero dell’Istruzione in collaborazione con l’Inail. Si tratta di un concorso di architettura, il cui bando sarà pubblicato all’inizio della prossima settimana, indetto per la realizzazione di 52 nuove scuole in tutta Italia, innovative sia sotto il profilo degli spazi che della didattica. Una di queste scuole verrà realizzata a Modena. Secondo l’elenco diffuso dal Ministero si tratterà di una scuola d’infanzia e di una primaria. “Si tratta di un progetto il cui importo lavori è stimato in oltre 4 milioni di euro – continua Manuela Ghizzoni – Un progetto importante, quindi, pensato nel segno dell’innovazione. I progettisti, infatti, dovranno immaginare istituti capaci di diventare punti di riferimento per il territorio circostante, dotati di spazi didattici all’avanguardia, fruibili anche oltre l’orario strettamente scolastico, ad alta prestazione energetica, circondati da aree verdi”. Ciascun progettista potrà concorrere per una sola area. “Sarebbe bello – conclude l’on. Ghizzoni – che le menti più innovative del nostro territorio partecipassero per offrire un proprio contributo a favore dello sviluppo del territorio. E’ l’occasione per provare a immaginare la scuola ideale per i nostri figli”. Ulteriori informazioni sul bando sul sito www.scuoleinnovative.it.

Il cordoglio per la scomparsa di Mons. Cocchi

“Monsignor Benito Cocchi, per ben 14 anni alla guida dell’Arcidiocesi di Modena e Nonantola, con la sua semplicità nei modi e la sua preparazione sui temi e i problemi del lavoro, è stato un vescovo molto amato e un sicuro punto di riferimento per l’intera comunità modenese, non solo per i cattolici. Ricordiamo, in particolare, il suo impegno nel mondo del volontariato e quello, appunto, verso il mondo del lavoro. All’arcivescovo Castellucci e all’intera Arcidiocesi vanno le nostre più sentite condoglianze”.

Immagine pubblicata da La Gazzetta di Modena on line

Sulla questione morale, sulla selezione della classe dirigente e sulla trasparenza

giustiziaCaserta: il presidente del Pd regionale Graziano, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa; Lodi: il sindaco Pd Uggetti arrestato con l’accusa di turbativa d’asta senza finalità di lucro ma per ricavare vantaggi di consenso politico-elettorale; in Sardegna il segretario regionale Pd Soru è stato condannato, in primo grado, a 3 anni per evasione fiscale.
A leggere in sequenza queste notizie il cuore sobbalza e la mano trema. Che succede al mio Partito? Non è certo vittima di un complotto della magistratura. Non c’ho mai creduto prima e non ci credo ora (e le opinioni del giudice Morosini, oggi al centro della polemica pubblica, le valuto per quelle che sono: valutazioni personali, ovviamente non attribuibili all’intera magistratura). Vadano avanti i giudici nelle loro indagini e si giunga in fretta ai giudizi, i soli a poter confermare l’eventuale colpevolezza dei rei. In fretta, sì, perché nel frattempo i processi mediatici colpiscono non solo la vita delle persone coinvolte, ma attaccano in realtà le fondamenta del nostro impianto giuridico democratico, fondato sulla presunzione di innocenza.
E non mi tranquillizza nemmeno pensare che tra le migliaia di amministratori o dirigenti politici sia statisticamente provata l’esistenza di qualche “mela marcia” o di qualcuno che non si fa scrupolo a commettere reato. No, non mi tranquillizza. Anzi, mi fa arrabbiare ancora di più dato che la “questione morale” di berligueriana memoria (1981) è stato il viatico del mio impegno politico.
E allora? E allora ribadisco quanto ho sostenuto la settimana scorsa, in un post dedicato all’etica in politica nel quale non ho voluto rintuzzare chi pensa di gettare i “politici nel cassonetto”, ma ribadire che se i partiti (e i movimenti) non cambiano, nel cassonetto ci finisce anche la politica, senza distinguo. In quella sede ho insistito sul fatto che la politica, se vuole salvare la propria bellezza, deve essere in grado di selezionare, con modalità stringenti, la propria classe dirigente, a livello territoriale e nazionale. Cantone, presidente dell’Anticorruzione, ha espresso lo stesso concetto. Per contrastare i fenomeni corruttivi bisogna lavorare, ha detto, sulla massima trasparenza e sulla selezione della classe dirigente. Lui dal punto di vista di un magistrato, io da quello di un eletto in Parlamento, entrambi ribadiamo che a chi vuole entrare in politica deve essere fatto lo screening non solo delle competenze, ma soprattutto dei sogni e dei valori.
Sul fronte trasparenza, però, le cose si stanno muovendo. Penso all’ottimo lavoro del collega modenese Matteo Richetti, in qualità di relatore della proposta di legge per attuare l’articolo 49 della Costituzione, quello sulla libera associazione dei cittadini in partiti per concorrere “con metodo democratico” alla politica nazionale. Nel testo base depositato il 3 maggio, ci sono due misure “forti” in tema di trasparenza: rendere pubblici i finanziatori dei partiti anche senza il loro esplicito consenso e conoscere gli elenchi degli iscritti a un partito. Sulla corruzione, invece, è già stato adottato un provvedimento corposo (legge 69 del maggio 2015) che ha, credo giustamente, raccolto attenzione anche dalla magistratura. Si stanno, insomma, mettendo in campo azioni di contrasto che, mi sembra, vadano nella giusta direzione. Poi succedono cose come a Caserta, a Lodi e in Sardegna e quanto fatto non pare, ovviamente, abbastanza. Anzi. Gli eventi elencati interrogano tutti noi e ci chiedono un supplemento di impegno, a partire da chi ha responsabilità nazionali nell’organizzazione del Partito. Pena la dispersione di quel patrimonio di valori e di passione che animano i nostri volontari e che non più tardi di domenica 1 maggio ho potuto toccare con mano mentre ero di servizio con loro alla Festa dell’Unità di Santa croce di Carpi.

Interrogativi a margine dell’arresto del Sindaco di Lodi
Forse è per la mia breve esperienza da assessore ma la lettura delle cronache sul caso di Lodi ha suggestionato alcuni interrogativi.
Il primo riguarda l’uso di categorie morali o caratteriali da parte dei giudici per costruire l’impianto accusatorio: infatti, a proposito degli arrestati il Gip parla di personalità negativa e abietta. Su questo fronte, mi sembra abbia ragione Gianluca Di Feo che, ieri, su Repubblica, ricorda che la Chiesa riconosce peccati capitali e veniali, mentre per il codice penale conta solo il reato.
Il reato è quello di turbativa d’asta senza finalità di lucro, ma per ricavare vantaggi di consenso politico-elettorale (dal sostegno degli iscritti alla società sportiva che avrebbe beneficiato della modifica del capitolato: una società di cui il Comune possiede il 45 per cento delle azioni). Non intendo commentare la valutazione del giudice, che sarà certamente suffragata da riscontri, ma desidero soffermarmi sul consenso politico-elettorale e provare ad illuminarlo con la mia esperienza personale di assessore alla Cultura a Carpi. In quel periodo (breve, solo 18 mesi), come Giunta, intervenimmo per modificare i regolamenti sull’utilizzo di alcuni palcoscenici locali, in particolare quello della rassegna Carpi Estate e quello del Teatro comunale. I tecnici tradussero in bandi e regolamenti l’idea – mia e della Giunta – di consentire alle associazioni, locali e amatoriali, di calcare quei palcoscenici, nella convinzione che l’accesso ai luoghi dell’arte dovesse essere garantito a tutti, e non solo ai soliti noti. Nel caso del Teatro, il costo dell’uso gratuito – seppur limitato e regolamentato – è ricaduto comunque sulla fiscalità generale. In retrospettiva mi chiedo: agendo in questo modo creavo consenso a danno dell’erario o davo un’opportunità a tutti? Io non ho mai avuto dubbi su quella visione politica e sul mio dovere di concretizzarla. Leggendo le motivazioni dell’arresto del sindaco di Lodi qualche domanda, adesso, me la pongo. E sono domande che, ancora una volta, ci riguardano tutti.

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