Tutti gli articoli relativi a: economia

"Due aziende su tre riaperte dopo il sisma", di Francesco Alberti

Due su tre sono tornati. E se il bicchiere mezzo vuoto è quel 39% di imprenditori che ancora non si sono rialzati e non dormono la notte al pensiero di quanti mesi dovranno passare prima di poter riaccendere i motori, è su quel 61% di «risorti» che trae linfa la ricostruzione emiliana: un’avanguardia di sopravvissuti che a forza di domeniche e ferie cancellate, a testa bassa, notte e giorno, inventandosi soluzioni in una sorta di «fai da te» creativo quanto coraggioso, ha riallacciato i fili con il mercato, recuperato fornitori e clientela, alla faccia di chi parlava di inevitabile desertificazione, dando per spacciato il modello industriale di questa porzione d’Emilia, miracoli annessi. La strada è in salita. La crisi non fa sconti a nessuno, figurarsi ai terremotati. E gli eterni mali italiani (estenuante burocrazia, legislazione farraginosa, crediti con il contagocce, una politica spesso inconcludente), visti e vissuti dall’epicentro, fanno ancora più male, oltre che rabbia. Però sono tornati: grandi imprenditori e piccoli artigiani, botteghe e multinazionali, commercianti e bancarelle. Con una grinta quasi sfacciata. Più …

"Stanno giocando con il fuoco", di Claudio Sardo

Una buona notizia: Mario Draghi ha schierato la Bce in una difesa dell’Euro «senza riserve» e ha trascinato dalla sua, pur con qualche resistenza, il governo tedesco. Ovviamente l’azione di Draghi ha un limite nel mandato assegnatogli, e in questo drammatico contesto la sua scelta appare persino una carta estrema, l’ultima a disposizione: tuttavia è riuscita a raffreddare la tensione su Borse e spread e a dare all’Europa un po’ di tempo in più per prendere quelle decisioni politiche, che sole possono salvare la moneta unica e ciò che resta della pace sociale del continente. Ma gli ultimi giorni hanno portato anche una pessima notizia: il Pdl, dopo un lungo torpore, è rientrato in campo con l’obiettivo di sabotare la ricostruzione del sistema politico. Era uno degli impegni concordati della transizione post-berlusconiana: mentre Monti doveva fronteggiare da Palazzo Chigi l’emergenza economico-finanziaria e risalire la ripida china della credibilità persa all’estero, il Parlamento avrebbe dovuto ripristinare uno standard democratico europeo, attraverso il cambio della legge elettorale e alcune mirate riforme istituzionali. Il Pdl invece ha deciso …

"L'intervento di Draghi può salvare l'Europa", di Eugenio Scalfari

Domenica scorsa scandivamo le tappe e il calendario necessari per costruire quell’Europa di cui furono poste le premesse con i Trattati di Roma del 1957 e con la nascita della Comunità del carbone e dell’acciaio; poi con il libero mercato dei capitali e delle merci; infine col trattato di Maastricht dell’87 e col sistema monetario che sboccò nel ’98 nella moneta comune e nella Banca centrale europea. Un percorso molto lungo, più di mezzo secolo, del quale oggi si analizzano le carenze, gli errori, i passi del gambero che ne hanno accompagnato la nascita e la crescita. Molti indicano e denunciano che l’Europa è nata male, è un’entità sbilanciata da tutti i lati, zoppa, gobba, deforme, con istituzioni-fantasma scritte sulla carta ma prive di autorità sostanziale, detenuta dai governi nazionali e affidata ad una tecnostruttura priva di autorevolezza e di visione politica. L’Europa insomma consiste in un patto tra i governi che hanno mantenuto integra la propria sovranità, decidono all’unanimità o non decidono, conservano piena autonomia nella politica estera, nella difesa, nel fisco, nell’immigrazione, nell’educazione, …

"Messaggio forte azione limitata" di Paolo Guerrieri

Sono bastate alcune nette e decise affermazioni del presidente Draghi a favore di un intervento della Bce a sostegno dell’euro per provocare una spettacolare conversione a U nei mercati europei, con le Borse in forte ripresa e un allentamento della tensione sui debiti sovrani. Lo spread dei nostri Btp è retrocesso fino a 473 punti base rispetto agli oltre 530 punti toccati ieri. Se le affermazioni di Draghi, fatte intervenendo alla Global Investment Conference di Londra, confermano, da un lato, la decisione della Bce di scendere apertamente in campo perché consapevole della fase drammatica in cui versa la crisi europea, rimane aperto, dall’altro, il quesito di come interpretare la portata e il possibile impatto di questi interventi. Al riguardo, le dichiarazioni più rilevanti sono state soprattutto due: la Bce è pronta a intervenire facendo tutto quello che è necessario per salvare la moneta unica, sempre nell’ambito del mandato affidatole come banca centrale, qualora l’euro rischiasse l’estinzione; la soluzione del problema degli spread se i premi richiesti dal mercato sui costi di finanziamento dei paesi dovessero …

"Ma gli speculatori non si arrenderanno", di Massimo Riva

Siamo pronti a tutto per salvare l’euro”. È bastato che Mario Draghi pronunciasse con fermezza queste poche parole. E, come d’incanto, la situazione sui mercati finanziari si è rovesciata. Dopo i disastri di inizio settimana la Borsa di Milano ha chiuso in rialzo del 5,62 per cento, mentre il fatidico differenziale dei nostri Btp rispetto ai Bund tedeschi ha recuperato di colpo 50 punti dall’allarmante 525 di mercoledì al 473 di ieri. Del tutto analoga la svolta per gli indicatori dell’altro Paese sotto il mirino della speculazione, la Spagna: la Borsa di Madrid ha registrato un balzo del sei per cento, mentre i Bonos iberici in corsa verso l’otto per cento sono ritornati sotto quota sette. Poiché il mondo della finanza internazionale non è terra di miracoli, né improvvisi né duraturi, l’effetto spettacolare della sortita del presidente della Bce induce a due prime e sommarie considerazioni. L’una è che gli ultimi assalti sui mercati puntavano sì a saggiare la resistenza dei Paesi più esposti della zona euro ma anche e soprattutto a scommettere sull’incapacità politica …

"La sindrome di Gulliver", di Bernardo Valli

È vero, la Germania di Angela Merkel a volte fa pensare a Gulliver, l’eroe di Jonathan Swift che si scopre un gigante impigliato tra i minuti abitanti dell’isola di Lilliput. L’idea è disinvolta, il paragone azzardato, perché l’Europa non è abitata da lillipuziani che dilagano nelle ricche vallate della Repubblica federale condizionandone i movimenti. L’immagine rispecchia tuttavia parte della realtà. Non è del tutto abusiva. La Germania–Gulliver troneggia al centro dell’eurozona, ma è al tempo stesso impacciata, se non proprio prigioniera: i vicini più deboli esplorano la sua pancia, si muovono nella sua capigliatura come in una foresta, scalano le pieghe del suo corpo sprizzante salute. L’economia tedesca è sostanzialmente sana rispetto a quella dei Paesi limitrofi; i suoi conti pubblici sono quasi esemplari; ma le sue banche e i suoi esportatori sono fragilizzati dalla crisi in cui versano le indisciplinate società del Sud. Le quali si muovono nell’economia e nella finanza tedesche come, appunto, i lillipuziani sul gigantesco corpo dell’eroe di Swift. Per cui si può capire la tentazione di scrollarsele di dosso. La …

"Una legge anti-cemento per salvare i contadini", di Carlo Petrini

Ieri il ministro delle Politiche agricole e forestali, Mario Catania, ha convocato a Roma una conferenza intitolata “Costruire il futuro: difendere l’agricoltura dalla cementificazione”. Un evento piccolo, ma a suo modo storico, perché in Italia è finalmente caduto un pesante velo istituzionale. Per la prima volta un ministero riconosce apertamente che il consumo di suolo è un problema grave e quindi una priorità. È Stato presentato un rapporto ufficiale con statistiche eloquenti e, un po’ a sorpresa, un disegno di legge «in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo di suolo» che, tra le altre cose, propone con grande coraggio l’abolizione dell’uso da parte dei Comuni degli oneri di urbanizzazione per la spesa corrente. Il suolo è un bene comune. Una volta cementificato perde fertilità in maniera irreversibile, smette per sempre di produrre cibo, bellezza, cultura. Tre elementi che sono le nostre migliori ricchezze, che continuiamo a sperperare senza ritegno. A tal proposito, sia sufficiente una citazione attribuita all’economista John K. Galbraith: «Penso alla vostra patria, alla bellezza del suo paesaggio, …