Tutti gli articoli relativi a: lavoro

"I referendum non ci aiutano", di Guglielmo Epifani

La situazione produttiva del Paese tende al peggio e tutte le previsioni confermano quello che sapevamo da tempo. Una caduta del Pil tra i due e i tre punti a consuntivo dell’anno in corso porta a quasi dieci punti il passo indietro del Paese in questi quattro anni di crisi.Il risultato, drammatico, è che il lavoro e l’occupazione sono la prima e fondamentale questione aperta di fronte a noi. Si tocca qui con mano l’irresponsabilità con cui il governo di centrodestra ha lasciato andare le cose, negando e minimizzando la portata della crisi in corso, ma anche il limite di fondo della politica che il governo Monti, stretto tra la crisi degli spreade la necessità di recuperare innanzitutto la credibilità del Paese nel consesso europeo e internazionale. La vertenza dell’Alcoa è l’ennesima tappa di un calvario che è destinato a proseguire, anche quando chiusure e disoccupazione non faranno notizia perché relative a piccole e piccolissime aziende o di settori diversi da quello industriale. E oltre alla responsabilità di anni e anni senza uno straccio di …

"La Fornero davanti alla Consulta", di Nicola Mondelli

Non si ferma la protesta dei docenti e del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario che si sono visti negare l’accesso alla pensione dal 1 settembre 2012 nonostante che entro il 31 agosto 2012 avrebbero potuto fare valere i requisiti anagrafici e contributivi richiesti dalla normativa previgente l’entrata in vigore dell’art. 24 del decreto legge 201/2011. Il diritto alla cessazione dal servizio a decorrere dal 1 settembre 2012 è già stato riconosciuto dai alcuni giudici del lavoro dei tribunali di Oristano, Torino e Venezia. Con il giudice del lavoro del tribunale di Siena la controversia sulla legittimità costituzionale della disposizione dell’art. 24 del decreto legge, 201/2011 nella parte in cui non consente al personale della scuola di cessare dal servizio con i requisiti anagrafici e contributivi richiesti dalla normativa previgente la data di entrata in vigore del decreto legge (65 anni di età per gli uomini , 61 anni per le donne e non meno di 20 anni di contribuzione per la pensione di vecchiaia; quota 96 0 4 anni di contribuzione per la pensione di …

"La Fornero davanti alla Consulta", di Nicola Mondelli

Non si ferma la protesta dei docenti e del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario che si sono visti negare l’accesso alla pensione dal 1 settembre 2012 nonostante che entro il 31 agosto 2012 avrebbero potuto fare valere i requisiti anagrafici e contributivi richiesti dalla normativa previgente l’entrata in vigore dell’art. 24 del decreto legge 201/2011. Il diritto alla cessazione dal servizio a decorrere dal 1 settembre 2012 è già stato riconosciuto dai alcuni giudici del lavoro dei tribunali di Oristano, Torino e Venezia. Con il giudice del lavoro del tribunale di Siena la controversia sulla legittimità costituzionale della disposizione dell’art. 24 del decreto legge, 201/2011 nella parte in cui non consente al personale della scuola di cessare dal servizio con i requisiti anagrafici e contributivi richiesti dalla normativa previgente la data di entrata in vigore del decreto legge (65 anni di età per gli uomini , 61 anni per le donne e non meno di 20 anni di contribuzione per la pensione di vecchiaia; quota 96 0 4 anni di contribuzione per la pensione di …

"I doveri di un governo", di Chiara Saraceno

Un Ministro dello Sviluppo che, quando faceva il banchiere, ha contribuito a salvare l’Alitalia (a spese del contribuente) non può limitarsi a dire agli arrabbiatissimi lavoratori dell’Alcoa che non c’è niente da fare. È troppo tardiva la correzione di ieri: ormai il danno è fatto. Ed è sperabile che il ministro del Lavoro non riprenda il refrain che le è caro. Ovvero che: «Il lavoro non è un diritto. Bisogna meritarselo, anche con il sacrificio». Di sacrifici dei lavoratori, specie manuali, è purtroppo piena la storia anche recente, anche di ieri, con l’operaio di Taranto ustionato gravemente mentre lavorava a mettere a norma uno degli impianti più scandalosamente pericolosi del nostro paese. Di fronte alla crescita inarrestabile della disoccupazione, cui si unisce quella della inattività per scoraggiamento e disperazione, nessuno, tanto meno chi governa, può permettersi di dire alternativamente che non c’è nulla da fare e che se non si ha lavoro è perché non lo si merita abbastanza. Il problema del mercato del lavoro italiano, della disoccupazione giovanile che non rallenta, della disoccupazione dei …

"I doveri di un governo", di Chiara Saraceno

Un Ministro dello Sviluppo che, quando faceva il banchiere, ha contribuito a salvare l’Alitalia (a spese del contribuente) non può limitarsi a dire agli arrabbiatissimi lavoratori dell’Alcoa che non c’è niente da fare. È troppo tardiva la correzione di ieri: ormai il danno è fatto. Ed è sperabile che il ministro del Lavoro non riprenda il refrain che le è caro. Ovvero che: «Il lavoro non è un diritto. Bisogna meritarselo, anche con il sacrificio». Di sacrifici dei lavoratori, specie manuali, è purtroppo piena la storia anche recente, anche di ieri, con l’operaio di Taranto ustionato gravemente mentre lavorava a mettere a norma uno degli impianti più scandalosamente pericolosi del nostro paese. Di fronte alla crescita inarrestabile della disoccupazione, cui si unisce quella della inattività per scoraggiamento e disperazione, nessuno, tanto meno chi governa, può permettersi di dire alternativamente che non c’è nulla da fare e che se non si ha lavoro è perché non lo si merita abbastanza. Il problema del mercato del lavoro italiano, della disoccupazione giovanile che non rallenta, della disoccupazione dei …

Fassina: “Mi contestano, ma tornerò in piazza con loro”, di Goffredo De Marchis

«Il Pd è il partito del lavoro. Quelle sono le sue radici. Quindi in piazza ci siamo stati, ci siamo e ci saremo ancora». Il responsabile economico dei democratici Stefano Fassina va sempre alle manifestazioni dei lavoratori, anche quando i suoi colleghi del Pd lo contestano. Voleva andare persino al corteo della Fiom dichiaratamente contrario al governo che il suo stesso partito sostiene. Fassina viene descritto come un amico degli operai e di tutti coloro che lottano per il lavoro. Amico anche dei tassisti ed “eletto” da Loreno Bittarelli, grande capo delle vetture pubbliche punto di riferimento della loro battaglia. Stavolta è stato contestato come se fosse un ultrà liberista. A Repubblica.it, a caldo, dice che non è successo niente di che. «C’è stato un momento di tensione. Però sono l’unico, o uno dei pochi, che segue questa vicenda e viene in mezzo ai lavoratori. Tra l’altro mi dicono che chi ha provocato non era un dipendente dell’Alcoa, loro stessi lo hanno allontanato. Questa è una vertenza che va risolta». Più tardi, a testa fredda, …

«Ma se non si rilancia l'occupazione i populismi avranno gioco facile», di Giuseppe Sarcina

I pregiudizi, i luoghi comuni che riaffiorano in Europa (Paesi del Nord contro quelli del Sud, i nuovi arrivati dell’Est contro i fondatori e così via) «possono essere riassorbiti dai governi». Ma «se non si mette la disoccupazione al primo posto, il populismo guadagnerà sempre più spazio». Peter Diamond, 72 anni, nato a New York, ha vinto il premio Nobel per l’economia nel 2010 per i suoi studi sul mercato del lavoro. È professore al Mit di Boston. Invitato al seminario Ambrosetti di Cernobbio per parlare di pensioni e flessibilità, Diamond accetta di commentare il tema sollevato da Mario Monti: attenzione l’Europa è pericolosamente solcata da «fenomeni di rigetto». Qual è la radice della nuova ondata di euroscetticismo? Gli effetti della crisi economica? L’incomunicabilità della politica? «Non ho dubbi che il problema numero uno si chiami disoccupazione. Lo sappiamo tutti: le percentuali di senza lavoro sono spaventose, specie tra i giovani, perché in alcuni casi arrivano fino a un incredibile 50% e specie in Spagna, Grecia, Portogallo e Italia. Le cifre, però, non dicono tutto. …