Tutti gli articoli relativi a: lavoro

"Perdiamo mille posti di lavoro al giorno", di Massimo Franchi

«Mille posti al giorno». Nella ridda di dati sulla disoccupazione, quello usato da Luigi Angeletti ha il pregio comunicativo di essere conciso e di riassumere efficacemente la drammaticità della situazione: «Ci aspetta un autunno drammatico, la perdita di posti di lavoro non si arresterà, ci aspettano mesi peggiori ha detto di quelli che sono passati». Il segretario generale della Uil ne parla alla vigilia della ripresa autunnale e dell’incontro di palazzo Chigi con Mario Monti e il governo sul tema della produttività. Proprio sul confronto di domani Angeletti si è detto poco ottimista: «Servono risorse economiche e politiche ha detto il leader Uil il governo non ha nessuna delle due. Non ha soldi e non ha, a fine legislatura, la forza politica per cambiare le norme». Il centro del confronto di domani dovrebbe essere comunque su come dare slancio alla produttività del lavoro con l’invito del governo anche ai sindacati (come alle imprese nell’incontro di mercoledì 5) di lavorare a un patto che il governo potrebbe poi sostenere con agevolazioni fiscali. Ma il governo ha …

"Perdiamo mille posti di lavoro al giorno", di Massimo Franchi

«Mille posti al giorno». Nella ridda di dati sulla disoccupazione, quello usato da Luigi Angeletti ha il pregio comunicativo di essere conciso e di riassumere efficacemente la drammaticità della situazione: «Ci aspetta un autunno drammatico, la perdita di posti di lavoro non si arresterà, ci aspettano mesi peggiori ha detto di quelli che sono passati». Il segretario generale della Uil ne parla alla vigilia della ripresa autunnale e dell’incontro di palazzo Chigi con Mario Monti e il governo sul tema della produttività. Proprio sul confronto di domani Angeletti si è detto poco ottimista: «Servono risorse economiche e politiche ha detto il leader Uil il governo non ha nessuna delle due. Non ha soldi e non ha, a fine legislatura, la forza politica per cambiare le norme». Il centro del confronto di domani dovrebbe essere comunque su come dare slancio alla produttività del lavoro con l’invito del governo anche ai sindacati (come alle imprese nell’incontro di mercoledì 5) di lavorare a un patto che il governo potrebbe poi sostenere con agevolazioni fiscali. Ma il governo ha …

"Sempre più disoccupati in Italia", di Giuseppe Caruso

Un terzo dei nuovi disoccupati in Europa è italiano. A fornire un altro dato inquietante sullo stato di salute dell’economia del Belpaese ci ha pensato l’isituto di ricerche Ires, fondato dalla Cgil. Rielaborando i dati Istat e Eurostat, l’Ires ha reso noto che tra gennaio e luglio del 2012 i disoccupati nel nostro Paese sono aumentati di 292.000 unità passando da 2.472.000 a 2.764.000. Nello stesso periodo l’Ue nel suo complesso ha registrato 881.000 disoccupati in più. Ma le cattive notizie non finiscono qui, visto che nello studio si sottolinea come ci siano anche quasi 4 milioni e mezzo di persone all’interno dell’area della così detta sofferenza occupazionale . Per definire quest’area l`Ires ha scelto di prendere come riferimento, oltre ai disoccupati, i così detti scoraggiati , vale a dire quelle persone comunque disponibili a lavorare o che si trovano in cassaintegrazione. Si arriva così all’enorme cifra di 4 milioni e 392mila persone. Per capire il peggioramento della situazione, basti pensare che con gli stessi parametri, nel secondo trimestre del 2007, cioè prima della grande …

"Sempre più disoccupati in Italia", di Giuseppe Caruso

Un terzo dei nuovi disoccupati in Europa è italiano. A fornire un altro dato inquietante sullo stato di salute dell’economia del Belpaese ci ha pensato l’isituto di ricerche Ires, fondato dalla Cgil. Rielaborando i dati Istat e Eurostat, l’Ires ha reso noto che tra gennaio e luglio del 2012 i disoccupati nel nostro Paese sono aumentati di 292.000 unità passando da 2.472.000 a 2.764.000. Nello stesso periodo l’Ue nel suo complesso ha registrato 881.000 disoccupati in più. Ma le cattive notizie non finiscono qui, visto che nello studio si sottolinea come ci siano anche quasi 4 milioni e mezzo di persone all’interno dell’area della così detta sofferenza occupazionale . Per definire quest’area l`Ires ha scelto di prendere come riferimento, oltre ai disoccupati, i così detti scoraggiati , vale a dire quelle persone comunque disponibili a lavorare o che si trovano in cassaintegrazione. Si arriva così all’enorme cifra di 4 milioni e 392mila persone. Per capire il peggioramento della situazione, basti pensare che con gli stessi parametri, nel secondo trimestre del 2007, cioè prima della grande …

"Tagliamo i costi dell`energia, l`acquirente si troverà", intervista a Stefano Fassina di A. Custodero

«No. L`Alcoa non va chiusa». Stefano Fassina, responsabile “economia e lavoro” per il Pd – domani sarà in visita allo stabilimento di Portovesme – indica «una soluzione di mercato con operatori privati». Fassina, gli americani dell`Alcoa hanno deciso di chiudere lo stabilimento in Italia perché non più competitivo. Lei è contrario, perché? «Perché è l`unico produttore italiano di alluminio». Cosa può fare il governo per evitare la chiusura? «Incentivare l` ingresso di un altro operatore privato». Quale? «In questi giorni la Glencore, multinazionale svizzera che ha gli stabilimenti accanto all`Alcoa, sta valutando la possibilità di acquisto». Ma se la produzione di alluminio non è competitiva per Alcoa, come può diventarlo per Glencore? «È ovvio che il subentro di un altro operatore privato è possibile solo se il governo può garantire condizioni di contesto produttive che siano competitive con quelle europee. Mi riferisco in particolare al costo dell`energia, essendo quella di alluminio una produzione ad alto consumo energetico». Abbassare il costo dell`energia elettrica riguarda tutte le imprese, non solo l`Alcoa. «È un problema generale che implica …

"Tagliamo i costi dell`energia, l`acquirente si troverà", intervista a Stefano Fassina di A. Custodero

«No. L`Alcoa non va chiusa». Stefano Fassina, responsabile “economia e lavoro” per il Pd – domani sarà in visita allo stabilimento di Portovesme – indica «una soluzione di mercato con operatori privati». Fassina, gli americani dell`Alcoa hanno deciso di chiudere lo stabilimento in Italia perché non più competitivo. Lei è contrario, perché? «Perché è l`unico produttore italiano di alluminio». Cosa può fare il governo per evitare la chiusura? «Incentivare l` ingresso di un altro operatore privato». Quale? «In questi giorni la Glencore, multinazionale svizzera che ha gli stabilimenti accanto all`Alcoa, sta valutando la possibilità di acquisto». Ma se la produzione di alluminio non è competitiva per Alcoa, come può diventarlo per Glencore? «È ovvio che il subentro di un altro operatore privato è possibile solo se il governo può garantire condizioni di contesto produttive che siano competitive con quelle europee. Mi riferisco in particolare al costo dell`energia, essendo quella di alluminio una produzione ad alto consumo energetico». Abbassare il costo dell`energia elettrica riguarda tutte le imprese, non solo l`Alcoa. «È un problema generale che implica …

"Quei centomila precari pubblici che ora rischiano il posto", di Lorenzo Salvia

Lo Stato taglia la pianta organica dei ministeri, come previsto dalla legge sulla spending review. E la situazione si fa ancora più difficile per chi, in un ufficio pubblico, ha messo solo un piede ed ha un contratto a termine. La questione è stata sollevata ieri mattina dalla Cgil davanti al ministro della Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi. Era il primo incontro con i sindacati dopo la pausa estiva, sul tavolo proprio quei tagli del 10% per i dipendenti e del 20% per i dirigenti prescritti alla macchina dello Stato con la revisione della spesa pubblica. Se si prepensiona o si mette in mobilità chi ha un contratto stabile, cosa succederà ai precari? «Senza contare la scuola — dice Susanna Dettori, segretario generale della Cgil funzione pubblica — i precari della pubblica amministrazione sono almeno 100 mila. Rischiano di restare a casa, come i 45 mila che sono rimasti senza contratto dal dicembre dell’anno scorso». Un problema vero, ma non facile da risolvere. A giugno è stato aperto un tavolo tra ministero e sindacati proprio …