"I falsi miti del lavoro e il secondo welfare", di Maurizio Ferrara
La disoccupazione è salita ancora, in particolare fra i giovani. Tutti dicono: c’è la crisi, dobbiamo rassegnarci e aspettare che l’economia riparta. Il governo assicura che sta facendo il possibile e ha appena presentato un’articolata agenda per la crescita. Benissimo, ma possiamo fidarci? Coi tempi che tirano in Europa e considerando la nostra bassa capacità di attuare le riforme, la ripresa non potrà essere né rapida né impetuosa. La creazione di «posti fissi» da parte di industria, trasporti, edilizia, pubblica amministrazione, commercio (i settori tradizionalmente più dinamici dal punto di vista occupazionale) non sarà perciò sufficiente per assorbire lo stock di giovani inattivi, disoccupati e precari. Su che cosa puntare? Ci sono altri settori capaci di creare occupazione, con prospettive di crescita più favorevoli e più influenzabili nel breve dalle politiche economiche e fiscali? Si, ci sono i servizi: alle imprese, ai consumatori, alle famiglie. È su questo fronte che dobbiamo concentrare gli sforzi per affrontare seriamente l’emergenza lavoro. L’Italia ha un forte ritardo rispetto agli altri Paesi. Prendiamo i «giovani» fra i 15 e …