Tutti gli articoli relativi a: lavoro

"Famiglie sempre più indebitate", di Carlo Di Foggia

Allarme della Cgia di Mestre: Roma, Milano e Lodi sono le provincie più in rosso, ma boom del debito privato al Sud In queste settimane gli occhi sono puntati sul nostro debito pubblico ma anche sul versante privato non stiamo messi tanto bene. La crisi infatti si fa sentire anche sui bilanci delle famiglie italiane che si ritrovano sempre più indebitate. Secondo i dati pubblicati dalla Cgia di Mestre (confederazione artigiani e piccole imprese) il debito medio familiare nel 2010 ha superato i 19.000 euro e solo nell’ultimo anno è aumentato di oltre 3.200 euro. Accendere un mutuo, chiedere un prestito per acquistare un bene mobile o semplicemente scegliere il pagamento a rate – il cosiddetto “credito al consumo” -, costringe le famiglie italiane ad indebitarsi per non incidere direttamente sul reddito e arrivare a fine mese. Nella speciale classifica delle provincie con il più alto livello di debito privato la palma d’oro spetta a Roma (debito pari a 27.727 euro), seguita da Lodi e Milano (27.241 euro). Paradossalmente però, nonostante risultino più indebitate le …

"Disoccupati, crescono gli «inattivi»", di Antonella Baccaro

Aumenta il peso di chi non cerca più, i giovani senza lavoro al 27,8% ROMA— Tasso di disoccupazione stabile all’ 8%a giugno, secondo i dati provvisori diffusi ieri dall’Istat. Rispetto agli altri Paesi di Eurolandia, siamo sempre sotto la soglia media, stabile al 9,9%, rispetto a maggio. In valore assoluto i senza lavoro in Italia a giugno erano 2 milioni. A livello annuo invece il tasso di disoccupazione scende dello 0,3%. Un dato che probabilmente va considerato insieme al tasso d’inattività tra i 15 e i 64 anni che, in un anno, risulta aumentato proprio dello 0,3%. Mentre giugno su maggio l’incremento risulta dello 0,1%.

"Quelli che amano il lavoro", di Bruno Ugolini

È uno dei testi che sono stati letti durante un’iniziativa della Cgil «Un treno in marcia per il Lavoro», svoltasi lo scorso aprile in Umbria. E’ apparso su www.precarietainformata.it. L’autore, Andrea Panfili lavora presso l’Azienda Ospedaliera di Perugia e si è ispirato al duo Fazio-Saviano. Eccolo dunque recitare. Sono parole che fanno a pugni con la diffusa immagine del “fannullone” e descrivono insieme la complessità e difficoltà del lavoro, nonché le deficienze della macchina pubblica. : «Vado via perché devo considerare i pazienti come dei numeri / Resto perché il sorriso di una persona ripaga la fatica di una giornata di lavoro / Vado via perché i carichi di lavoro aumentano di giorno in giorno / Vado via perché gli orari sono sempre più massacranti / vado via perché sento tanto parlare di equipe, ma spesso lavoro da solo / Resto perché so che le mie fatiche ed il mio tempo sono impiegate per aiutare /Vado via perché quando chiedo al Caposala di prendere un giorno di ferie, lui mi risponde che non c’è personale …

"Crisi, non si ferma l'onda lunga", di Laura Matteucci

Di nuovo dati pesanti sulla crisi che non finisce mai, e di nuovo conferme di un governo incapace di gestirla. Anzi, che al momento non ha nemmeno risposto all’invito del segretario del Pd Pierluigi Bersani, inviato ai presidenti di Camera e Senato e rivolto direttamente a Berlusconi, di riferirne in Parlamento. «La difficile situazione del Paese, le tensioni sui mercati, i segnali di difficoltà che provengono dall’Europa e dagli Stati Uniti, l’appello al governo venuto dalle forze economiche e sociali, ci impongono di insistere », dice l’invito. Persino un pidiellino di ferro come Osvaldo Napoli, presidente pro tempore della stessa Associazione dei Comuni, fortemente contraria alla manovra, invita il governo «ad accettare la sfida».Mal’esecutivo si va consumando per autocombustione: adesso pure Bossi ha deciso che i ticket sanitari non s’hanno da fare, e il governo sta cercando la copertura per congelarli. Intanto gli indicatori convergono, e anche la seconda parte dell’anno si prospetta assai complicata. Con «l’onda lunga della crisi», rileva Confindustria, l’emorragia di posti di lavoro rallenta ma non si arresta. I timidi segnali …

Sud, cresce l´allarme lavoro a spasso due giovani su tre", di Luisa Grion

In Italia c´è una storica questione meridionale e una difficile questione giovanile. E poi c´è la tragica «questione meridionale giovanile», somma di due emergenze che la crisi ha aggravato. Il paese cresce meno della media europea, ma il Sud arranca. Nella fascia d´età che va dai 15 ai 34 anni l´occupazione (dati 2010) – nelle regioni del Mezzogiorno – raggiunge appena quota 31,7 per cento: il che vuol dire che due giovani su tre sono a casa o a spasso. Nello stesso periodo, per le regioni del Nord, il tasso arriva al 56,5 per cento: fra le due parti del Paese, dunque, c´è un divario di ben 25 punti. A segnalare quella che più che un emergenza è ormai «un allarme sociale» è lo Svimez (l´istituto per lo sviluppo industriale nel Mezzogiorno) che denuncia «una progressiva e crescente penalizzazione dei giovani ad elevata scolarizzazione» e fa notare come a essere messa in crisi, oltre al lavoro e all´indipendenza che garantisce, è la stessa istruzione, università in primis. Le anticipazioni del rapporto che l´istituto pubblicherà a …

"Precari, con figli a carico, costretti a tornare nella casa dei genitori. Sono gli italiani che sopravvivono con meno di 1000 euro al mese", di Jenner Meletti

Gianna P. ha trentasette anni, un bel bambino e un grande sorriso. «La povertà? Io l´avevo assaggiata da piccola, quando mio papà è morto in un incidente. Solo assaggiata, però. Se chiedevo un paio di scarpe, queste arrivavano, magari dopo quattro mesi. Sono andata a scuola, mi sono diplomata, ho avuto la macchina come tutte le mie amiche. Adesso sì, sono povera. E ho capito che ad essere povera la cosa che manca di più è la libertà. Se avessi ancora il mio lavoro e il mio stipendio, anche se mi sono separata dal marito, potrei affittare un appartamento per me e per mio figlio che ha sette anni. E invece sono tornata a vivere da mia madre, non potevo fare altro. Sei sempre una bimba, per i tuoi genitori, e così ti trattano. Io l´ho provata, l´indipendenza economica, l´avevo conquistata».«Da più di un anno l´ho persa e assieme a lei se n´è andata la libertà di vivere in un posto tutto mio. Le vacanze al mare, le gite nel week-end? Ormai sono un ricordo …

"Donne e lavoro, una via "rosa" per far uscire il paese dalla crisi", di Luisa Grion

Se loro lavorassero, nelle famiglie ci sarebbero più soldi e più figli. Se invece di dedicarsi solo alla casa le donne tirassero fuori dal cassetto diplomi e lauree, l’Italia potrebbe farcela prima e meglio. Non è più solo una questione di pari opportunità e non lo dicono solo le femministe. E’ questione di ripresa economica e lo dice Mario Draghi, governatore della Banca d’Italia e futuro presidente della Bce. Le sue parole («la scarsa partecipazione del femminile al mercato del lavoro è un fattore cruciale di debolezza del sistema» ha denunciato nelle ultime Considerazioni) puntano il dito su un problema che l’Italia ha da sempre, ma che non ha mai preso sul serio. ui le donne che lavorano sono una minoranza: nel primo trimestre 2011 i dati Istat segnalano una occupazione femminile ferma al 46,4 per cento, in Europa peggio di noi fa solo Malta. Il Nord, con il suo 56,8 per cento, è vicino alla media Ue; il Sud con un risicato 30,3 ci porta indietro nel tempo, quando si pensava che è meglio che …