Tutti gli articoli relativi a: lavoro

"Laureati finiti all´estero: +40% in 7 anni", di Luisa Grion

Allarme Ance: in dieci mesi si sono trasferiti oltre confine 65 mila giovani. Via dall´Italia in cerca di successo, di reddito, di lavoro. Via da un paese di vecchi: con un progetto in testa e la certezza che per realizzarlo bisogna andarsene, nei primi dieci mesi dello scorso anno si sono trasferiti all´estero 65 mila giovani italiani. Tutti sotto i trenta anni, tutti convinti che è tempo di migrare. E´ come se una cittadina di medie dimensioni si svuotasse completamente: Savona o Viterbo deserte in meno di un anno. Un fenomeno in crescita visto che fra il 2000 e il 2007 gli italiani laureati che lavorano in paesi Ocse sono aumentati del 40 per cento. Il fatto in sé potrebbe essere positivo se non fosse che si sposa con un tasso interno di disoccupazione giovanile del 27,8 per cento. Non si va quindi, per fare esperienza e poi tornare: sempre più spesso si va per restare. Intelligenza ed energia sottratta al futuro del paese. Lo hanno fatto notare i giovani dell´Ance (l´associazione dei costruttori) che …

"La strada obbligata dell’Italia: ricominciare dal lavoro", di Stefano Fassina

Il fallimento del neoliberismo dimostra come non ci possa essere crescita senza una adeguata cultura del lavoro. Due borse di studio del Pd nel nome di Massimo D’Antona ed Ezio Tarantelli. Irisultati del primo turno delle elezioni amministrative assegnano al Pd le maggiori responsabilità nella ricostruzione di una «Repubblica democratica fondata sul lavoro». Il Pd, con tutti i suoi limiti, è l’unico grande partito nazionale. Per essere all’altezza della sfida, il Pd deve irrobustirsi, innanzitutto in termini di cultura politica. I partiti fondatori dell’Italia repubblicana erano soggetti culturali forti, prima che organizzazione, macchina elettorale e sistema di potere. Esprimevano una visione autonoma delle cose, una cultura politica diffusa e radicata, condivisa dalla sua classe dirigente, dai suoi iscritti e, almeno in larga misura, dai suoi elettori. Erano intellettuali collettivi e strumento di formazione e di selezione di classi dirigenti adeguate. Erano,come le grandi organizzazioni sindacali, i principali vettori di mobilità sociale in Italia. Il rapporto tra partito ed intellettuali era un rapporto sistematico e proficuo. I partiti avevano al proprio interno le migliori forze intellettuali …

Ilo (Ufficio internazionale lavoro): “Nuove forme di discriminazione. E le più antiche sono risolte a metà”

Rapporto ‘Uguaglianza nel lavoro: sfida continua’. Le donne continuano a essere penalizzate. Difficoltà per i disabili. Razzismo e discriminazioni sulla base degli stili di vita. Nuove discriminazioni e vecchi problemi risolti a metà. È questo il quadro mondiale delle discriminazioni sul mondo del lavoro delineato dal rapporto dell’Ufficio internazionale del lavoro (Ilo) dal titolo “Uguaglianza nel lavoro: una sfida continua”. Secondo il rapporto, infatti, tra i problemi ancora irrisolti o risolti soltanto in parte c’è la discriminazione delle donne, il razzismo, la religione, ma tra le nuove forme, l’Ufficio internazionale del lavoro ci sono anche gli stili di vita. Donne e lavoro. Negli ultimi decenni, spiega il rapporto, i progressi in materia di pari opportunità nel mondo del lavoro sono stati importanti. Tuttavia le disuguaglianze salariali persistono. Le donne, denuncia il rapporto, guadagnano in media il 70-90% di quanto guadagnano gli uomini. Donne discriminate anche a causa della gravidanza e della maternità, nonostante negli anni siano state introdotte progressivamente misure sulla flessibilità degli orari di lavoro come esempio di politiche a favore delle famiglie. Le …

"Donne e migranti, con la crisi più discriminazioni sul lavoro", di Giuseppe Vespo

Donne e migranti sono i più discriminati nel lavoro: in tutto ilmondo guadagnano meno e godono di minori tutele. Una situazione che rischia di peggiorare, secondo il terzo rapporto globale sulla discriminazione redatto dall’Ilo, l’International Labour Organization delle Nazioni Unite. In «Uguaglianza nel lavoro: una sfida continua», l’agenzia sostiene che la crisi economica e finanziaria mondiale,«come previsto, si è tradotta in una grave crisi dell’occupazione ». E insieme alla «crisi sociale globale », nonostante «i passi in avanti della legislazione» ha portato «ad un aumento dei rischi di discriminazione contro determinate categorie di persone» tra cui le donne e i lavoratori migranti. Quanto alle prime, si sottolinea come guadagnino dal dieci al trenta per cento in meno rispetto agli uomini. Le donne continuano a subire discriminazioni in termini di tipologia di impiego a cui possono accedere, condizioni di lavoro e opportunità di accesso a posizioni di responsabilità. In media, una lavoratrice guadagna tra il settanta e il novanta per cento di quanto guadagna un uomo, anche se impiegato nello stesso lavoro: «Nonostante i progressi raggiunti …

"ThyssenKrupp, Confindustria chiede scusa alle famiglie", di Bruno Ugolini

Ci sono voluti tre giorni affinchè gli industriali capissero la gravità degli applausi di Bergamo. La dichiarazione del direttore Galli. La signora Marcegaglia, invece, non parla. La potente Confindustria che chiede scusa, compie un’autocritica. Non si ricordano precedenti. È successo in merito a quell’applauso da brividi rivolto, sabato scorso, al manager della Thyssen durante l’assemblea di imprenditori a Bergamo. Quel battimani era apparso come il plauso nei confronti di un condannato in prima istanza per omicidio volontario (sette vittime nell’acciaieria dislocata a Torino la notte del 6 dicembre 2007). Sono occorsi ben tre giorni di ripensamenti e ieri, finalmente, nel corso della trasmissione “Coffee Break” su La7, ecco le parole del direttore generale della Confindustria Giampaolo Galli: «L’applauso è stato sbagliato e inopportuno». E poi le scuse ai familiari delle vittime e all’opinione pubblica. Accompagnate dal goffo tentativo di trovare una motivazione parlando di «estrema incertezza del diritto in Italia». E ricordando un altro applauso rivolto a Emma Marcegaglia quando aveva affermato che ogni incidente sul lavoro »è una sconfitta per l’impresa». Una brutta storia …

«Precarietà zero»: le iniziative dei Democratici su giovani e lavoro, di Giuseppe Vespo

«Tre proposte a precarietà zero»: l`iniziativa del Pd che ha lanciato, tra le altre cose, lo Statuto del lavoro autonomo. Un progetto di legge che si accompagna alle idee su precariato, partite Iva e stage, dei Democratici. 1979 lo Statuto dei Lavoratori. 2011 uno Statuto del lavoro autonomo. È quanto vorrebbe la proposta di legge presentata da Cesare Damiano e lanciata ieri nell`ambito della giornata «Tre proposte a precarietà zero» (www.precarietazero.it), organizzata dai giovani Democratici e dal dipartimento Lavoro del Pd. Un`iniziativa caduta non a caso un mese dopo la manifestazione Al nostro tempo è adesso, la vita non aspetta», con cui associazioni di giovani e meno giovani precari sono scese in piazza per prendersi la ribalta. Anche ieri si è parlato di loro, o almeno lo ha fatto il Pd: a Roma con Pier Luigi Bersani e con il responsabile Lavoro, Stefano Fassina; a Torino con Piero Fassino, candidato sindaco; a Napoli con un sit-in di protesta e di proposta davanti all assessorato regionale per le Politiche sociali e giovanili; infine a Milano, dove …

"L´applauso è stato un malinteso quelle morti sconfitta anche per noi", di Roberto Mania

Dottor Gattegno, da tre anni lei ha la responsabilità del Comitato per la sicurezza della Confindustria. Perché sabato scorso a Bergamo avete applaudito l´amministratore delegato della Thyssen Herald Espenhahn, condannato a sedici anni e mezzo con l´accusa di omicidio volontario per la strage del 2007 in cui sono morti sei operai? Quali sono i meriti del signor Espenhahn, tali da giustificare un lungo applauso? «Purtroppo io a Bergamo non c´ero. Tuttavia l´applauso c´è stato quando l´amministratore delegato della Thyssen, pur avendo subito una condanna così grave, ha detto che il suo gruppo continuerà a investire in Italia, paese nel quale Espenhahn vive con la sua famiglia. I suoi figli – ha detto – parlano meglio il dialetto ternano che il tedesco. Su questo punto è scrosciato l´applauso». Veramente è stata la presidente Emma Marcegaglia a riferire a noi giornalisti dell´applauso senza far riferimento alle affermazioni di Espenhahn. La conferenza stampa si può rivedere anche sul sito del Sole 24 Ore, quotidiano della Confindustria, e la Marcegaglia dice testualmente: “Come forse sapete, era presente l´ad di …