Tutti gli articoli relativi a: lavoro

"Generazione 40 anni, si scrive flessibile ma si legge precario", di Tonia Mastrobuoni

C’ è chi li chiama bamboccioni, chi, citando una commedia francese di qualche anno fa su una famiglia che non riesce a cacciare il figlio trentenne inchiodato a casa, Tanguy. La verità è che se in Italia milioni di giovani hanno un problema a costruirsi un’esistenza fuori dalla famiglia, i motivi sono solo in parte antropologici. E più che a indolenti ragazzoni che preferiscono farsi lavare i calzoni dalle madri a quarant’anni, in mancanza di politiche pubbliche che li tutelino, i giovani somigliano sempre di più a funamboli senza rete. E la recessione ha avuto solamente l’effetto di rendere evidenti i difetti del sistema che stanno condannando ormai quasi due generazioni a stare peggio delle precedenti. Cresciuta nella consapevolezza di dover dimenticare il mito del posto fisso che aveva segnato la vita dei propri genitori, dagli anni 90 la generazione dei flessibili ha imparato invece che il destino più comune è invece quello di precario. Non è una distinzione politica: lo affermano apertamente economisti e giuslavoristi autorevoli come Boeri, Trivellato o Ichino. La differenza? Chi …

"Mezzo milione di lavoratori in cig. Persi 895milioni in busta paga", di Giuseppe Vespo

Nuova impennata della cassa integrazione: a marzo il ricorso alla «cig» è cresciuto del 45,1 per cento, tra ordinaria, in deroga e straordinaria, sul mese di febbraio. Si parla di oltre 102milioni di ore di riposo forzato per più di 455mila persone (oltre150mila sono in cassa in deroga, quella accordata con le Regioni e della quale usufruiscono anche le piccole imprese). Mancato lavoro che, secondo i calcoli della Cgil che ha elaborato i dati Inps, si è tradotto per mezzo milione di lavoratori in duemila euro in menoin busta paga solo nei primi tre mesi dell’anno (nel complesso, sono stati persi 895milioni di euro in busta paga). Numeri che «rilanciano le ragioni alla base dello sciopero generale del prossimo 6 maggio», dicono in Corso Italia. Più nello specifico, secondo il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, «il massiccio ricorso alla cig continua ad evidenziare la grave e persistente crisi produttiva: ancora molte, troppe, vertenze – sostiene il sindacalista – non sembrano trovare uno sbocco risolutivo, come dimostra l’esito della vicenda Vinyls. Serve una svolta urgente …

"Non ci sono più morti bianche", di Luciano Gallino

Una sentenza che è un pesante rimprovero al legislativo e all’esecutivo, oltre che ai padroni: più rispetto per il lavoro. La sentenza a carico dei dirigenti della ThyssenKrupp è molto dura. Su un punto fondamentale, quello di giudicare gli investimenti in tema di sicurezza consapevolmente non effettuati come prova di omicidio volontario da parte dell´amministratore delegato, la Corte ha accolto in pieno le richieste dell´accusa. Come si aspettavano familiari e compagni delle vittime. Condannando la massima autorità dell´impresa al massimo della pena proposta dai Pm, sedici anni, e cinque dirigenti a pene che vanno da dieci anni – un anno in più rispetto alla richiesta – a tredici e mezzo, la sentenza riafferma con estrema forza un principio cruciale: di lavoro non si può, non si deve morire. Per cui ogni dirigente o imprenditore che non si occupa e preoccupa a sufficienza della sicurezza dei dipendenti sui luoghi di lavoro incorre in una colpa grave. Anche quando non abbia contribuito direttamente all´incidente che ha ucciso qualcuno, ma in qualche modo abbia accettato che esso succedesse …

"Vite spezzate e colpe dei manager", di Daniele Manca

Una condanna pesante. Per un’accusa altrettanto pesante: omicidio volontario. Non era mai successo che per morti sul lavoro si ritenessero responsabili di una colpa così grave i manager dell’impianto dove si era verificata la tragedia. E in modo così netto e definito. La sentenza con la quale ieri sera la Corte d’assise di Torino ha riconosciuto l’omicidio volontario con dolo eventuale per i sette morti alla Thyssen di Torino nella notte tra il 5 e il 6 dicembre del 2007, è di quelle che faranno la storia e la giurisprudenza. Ogni giorno in Italia tre lavoratori non tornano a casa a causa di incidenti. Poco importa se quel numero (troppo lentamente) sta calando. Quella strage silenziosa che si consuma giorno dopo giorno raccontata da stanche cronache, animate solo quando la tragedia è particolarmente cruenta o da un numero delle vittime insolitamente alto, ieri sera con la sentenza torinese è come se avesse trovato anch’essa un minimo di giustizia. Troppe volte in altre occasioni le morti sono scivolate nel disinteresse e nell’oblio. Anche quella della Thyssen …

"Bankitalia: l’occupazione non riparte", di Luca Cifoni

Ripresa «a ritmi contenuti» occupazione che «non riparte». Così la Banca d’Italia sintetizza nel suo Bollettino economico la situazione del nostro Paese, in un contesto internazionale di crescita «che resta sostenuta» ma con sensibili differenze tra le varie aree geografiche. Quanto ai conti pubblici, Via Nazionale rileva il miglioramento del 2010 e prende atto dell’impegno del governo a conseguire un sostanziale pareggio nel 2014, con una correzione biennale pari a 2,3 punti di Pil. Dopo il brusco rallentamento nell’ultimo trimestre dello scorso anno, l’economia italiana ha proseguito la crescita nei primi tre mesi del 2011; in particolare si è riportata in positivo – seppur di poco – la produzione industriale, meno dinamica rispetto agli altri Paesi dell’area euro. La spinta viene soprattutto dall’estero mentre, fa notare la Banca d’Italia, «le famiglie restano caute nei loro comportamenti di spesa, risentendo della contrazione del reddito disponibile reale e della debolezza delle condizioni nel mercato del lavoro». Questo numero del Bollettino non riporta una previsione di crescita per l’anno in corso, ma cita quella di analisti e centri …

"Tra Camusso e Marcegaglia prove di dialogo contro la crisi", di Bianca Di Giovanni

Un’ora di faccia-a-faccia, che tutte e due definiscono «di routine, assolutamente rituale». Eppure l’incontro di ieri tra Susanna Camusso e Emma Marcegaglia non può evitare i riflettori della cronaca, visto il momento in cui si tiene. Dopo lunghi mesi di strappi, la presidente di Confindustria ammette: «Noi non siamo interessati a separazioni, in un momento di difficoltà del paese siamo interessati a cercare di unire le forze». Insomma, un nuovo sì a quel dialogo con Corso d’Italia annunciato a Genova alla vigilia dell’investitura di Camusso. La quale aveva riconosciuto alla sua controparte la giusta battaglia delle imprese per non essere lasciate sole dal governo. NERVOSISMO Ma questi non sono che convenevoli: dicono ancora poco sulla sostanza. È Marcegaglia ad elencare i temi sul tavolo nell’incontro. La presidente di Confindustria all’uscita elenca i temi affrontati nel colloquio. E lì le distanze rispuntano, tra i due fronti e dentro i rispettivi campi. Confindustria sta riflettendo sulle proposte della Cgil sulle modifiche alla disciplina contrattuale ma «non possiamo tornare indietro rispetto a quello che abbiamo fatto in questi …

"In Italia il lavoro per i giovani segna il passo", di Francesca Barbieri

Si chiama Zeeland l’isola felice per i giovani. La piccola provincia dei Paesi Bassi, in larga parte al di sotto del mare, ha resistito come un gigante ai venti della crisi. Qui l’occupazione è salva, anche per i giovani, che registrano appena un 4% di senza lavoro e conquistano così il primato assoluto nella classifica della disoccupazione “under 24” delle 315 regioni europee messa a punto dal centro studi Datagiovani, considerando anche il trend rispetto al 2007. In un’Europa senza confini sul podio troviamo anche due Länder tedeschi, Bremen e Tübingen, e poi Ostschweiz (Svizzera), Agder og Rogaland (Norvegia), Oberpfalz (Germania), Drenthe (Olanda), Oberbayern (Germania), Gelderland (Olanda) e Tirolo (Austria). L’Europa centrale fa quadrato per sostenere le proprie nuove generazioni e ovunque in quest’area il tasso di disoccupazione giovanile ha registrato cali o piccolissimi balzi in avanti nella fase centrale della crisi. E l’Italia? «La situazione del nostro Paese – risponde Michele Pasqualotto, ricercatore di Datagiovani – è estremamente differenziata da regione a regione, con un Centro-Nord dalla disoccupazione giovanile più bassa, ma che sta …