Tutti gli articoli relativi a: lavoro

«I cervelli in fuga all’estero costano 200 milioni l’anno», di Marco Alfieri

Così l’Italia perde competenze, competitività e nuove opportunità di crescita Quattro miliardi di euro. Duecento milioni persi ogni anno nell’arco 1989-2009, solo calcolando il valore economico dei brevetti (301) depositati dai 20 principali scienziati italiani emigrati all’estero. Ma la fuga dei cervelli è un’emorragia ancor più letale della nuda contabilità tenuta dall’Istituto per la Competitività (Icom). Il costo di una generazione di cervelli che vola via staccando la spina è semplicemente incalcolabile. Non importa dove stanno gli italiani nel mondo ma cosa sanno fare, come sono legati tra di loro e che tipo di impatto producono sul paese di origine», spiega Nicola Crosta, capo missione in Cambogia dell’Uncdf, il fondo delle Nazione Unite a sostegno della governance locale e della microfinanza. «Il network è tutto ma va alimentato dalle istituzioni italiane altrimenti è impossibile fungere da ponti verso i nuovi mercati e la nuova conoscenza globali». Di questo hanno discusso nel weekend a Cernobbio, raccolti dall’Aspen Institute Italia, una sessantina tra ricercatori, scienziati, funzionari internazionali, manager, imprenditori e professionisti italiani che lavorano in 31 paesi …

"Altro che generazione mille euro, il primo impiego ne vale appena 800", di Francesca Barbieri

Dimenticate la generazione mille euro. Oggi la busta paga di un giovane al primo impiego è ben più leggera: 823 euro netti al mese. Giusti giusti per pagarsi l’affitto di un monolocale nel centro di una grande città o per vivere in qualche metro in più in periferia. Con mamma e papà che continuano a fare da sponsor per far quadrare i conti a fine mese. Il centro studi Datagiovani ha passato ai raggi x 313mila under 30 al primo impiego (e che lavorano da non più di un anno) per tratteggiare il quadro degli stipendi medi delle new entry sul mercato del lavoro. E l’immagine che ne emerge è una cartina dell’Italia con evidenti differenze sul territorio: al Nord il guadagno è di 876 euro, il 6% in più rispetto alla media, mentre nel Mezzogiorno lo stipendio non arriva a 750 euro. Il gender pay gap, poi, è ben evidente sin dall’inizio della carriera: «Mentre i maschi neoassunti sfiorano 900 euro mensili – spiega Michele Pasqualotto, ricercatore di Datagiovani – le ragazze si fermano …

"Il nostro tempo è adesso" giovani e precari in piazza il 9 aprile

La proposta lanciata da 14 rappresentanti di reti sociali che si sono unite per dire basta ad una condizione di vita basata sulla precarietà, per dire basta anche alla fuga all’estero. “Scommettiamo sul presente, prima ancora che sul futuro”. In piazza il 9 aprile perché “il nostro tempo è adesso”. E’ l’appello promosso e sottoscritto da 14 rappresentanti di reti sociali e di condizioni lavorative specifiche che si sono messi insieme per “poter agire e incidere immediatamente” perché “questo è il tempo di scommettere sul presente ancor prima che sul futuro”. “Il nostro tempo è adesso – la vita non aspetta”, spiegano nell’appello. “Siamo una generazione unita da una stessa condizione: la precarietà nel lavoro e nella vita. Ed è l’insofferenza per questo stato di cose che ci fa alzare la voce – stanchi di una vita “insostenibile” – per riprenderci il tempo, scommettere sul presente. Per farlo scenderemo in piazza il 9 aprile e chiediamo a tutti di farlo con noi”. Questa mobilitazione è lanciata attraverso il sito www.ilnostrotempoeadesso.it 1 nel quale è possibile …

"Più rispetto per il corpo, più diritti sul lavoro", di Anais Ginori

Le quote rosa per dare un aiuto all’uguaglianza tra generi. Il Parlamento sta per approvare quelle nei consigli d’amministrazione. Un segnale importante per una festa dell’8 marzo che, quest’anno più che mai, ha il sapore della protesta. “Why not?”. Malvolentieri, turandosi il naso, con un po’ di rabbia dentro. Le quote rosa 1 avanzano, nonostante tutto. Anche le più reticenti hanno dovuto mettere da parte l’orgoglio e ammettere che, sì, oggi serve il fatidico “aiutino” per raggiungere la parità. “Perché no?” chiosa Viviane Reding, vicepresidente della Commissione europea, portavoce della nuova battaglia a livello del continente. I sondaggi parlano chiaro: dopo la violenza, la discriminazione sul lavoro è il tema più sentito dalle donne in Europa. E le quote di genere, come sarebbe giusto chiamarle, sono popolari soprattutto tra le giovani, consapevoli di non avere le stesse opportunità professionali dei loro coetanei. Dopo la Norvegia e l’Islanda, anche la Spagna, la Francia, l’Olanda hanno approvato delle leggi per riequilibrare la componente femminile nei consigli di amministrazione delle aziende quotate in Borsa. Altri progetti sono al …

"Riserve nei cda terapia d'urto per un welfare al femminile", di Alessandra Casarico e Paola Profeta

La proposta sull’introduzione di quote di rappresentanza di genere nei consigli di amministrazione delle società quotate ritorna in discussione al Senato, dopo le richieste di maggiore gradualità avanzate da Confindustria, Abi e Ania. La notizia è positiva. Questa legge può contribuire a rompere il monopolio maschile nelle posizioni di vertice e aprire la competizione a tutta la platea di talenti a disposizione del nostro paese, donne e uomini in ugual misura. Per trarre i maggiori benefici da questa “terapia d’urto” che si prevede di carattere temporaneo, è bene anche riprendere il dibattito sull’importanza di misure che sostengano la partecipazione femminile al mercato del lavoro a tutti i livelli. I vantaggi di una maggiore presenza femminile non sono solo quelli associati alla miglior performance delle imprese dove più donne sono ai vertici (come ricordato molto in questi giorni), ma anche quelli derivanti da una maggiore presenza delle donne nel mercato del lavoro. Come abbiamo più volte sottolineato, il lavoro femminile rappresenta un fattore produttivo importante per la ricchezza del nostro paese, per il benessere e la …

"La laurea non batte la crisi. Fuga di iscritti all’Università", di Flavia Amabile

L’ università pubblica italiana è in calo costante. Quella privata invece aumenta. Del 2%, qualche centinaio di studenti, ma aumenta. Nelle pubbliche invece non c’è nulla da fare. Diminuiscono gli iscritti, e pure i laureati. La situazione è meno drammatica al Nord e nelle facoltà scientifiche ma tutte le facoltà perdono iscrizioni (-5% nell’ultimo anno, -9,2% negli ultimi 4). E’ quello che risulta da due rapporti presentati ieri, realizzati dal Cun (Consiglio universitario nazionale) e dal consorzio Almalaurea. Calano del 5% le immatricolazioni: 3986 nuovi iscritti in meno nel 2010 rispetto al 2009. Negli ultimi quattro anni il calo è del 9,2% con 26 mila nuovi studenti in meno. Tutto questo nonostante il numero dei diplomati delle scuole superiori sia aumentato dello 0,9% nell’ultimo anno (sono stati 450.150 i diplomati nel 2010, 445.968 nell’ anno 2009). Nel 2010 hanno scelto di andare all’università il 62% dei neodiplomati. Erano il 66% nel 2009, il 65% nel 2008 e il 68% nel 2007. in quattro anni i diplomati che si sono iscritti all’università sono calati del 6%. …

Conciliazione orari lavoro-famiglia. Raggiunta intesa tra governo e sindacati

Governo e parti sociali hanno raggiunto l’intesa sulle linee guida per la conciliazione degli orari tra lavoro e famiglia. La pre-intesa è stata firmata anche dalla Cgil, che però si riserva una valutazione dell’allegato all’avviso comune, che sarà perfezionato con un ulteriore tavolo tecnico. La data scelta per la prosecuzione del confronto non è stata casuale visto che cade alla vigilia dell’8 marzo, con l’intenzione, ha spiegato il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, di rappresentare “un atto concreto in favore delle donne e della famiglia”. Questo, in sintesi, il quadro delle misure: impiego del telelavoro in alternativa ai congedi parentali o facoltativi; orari flessibili in entrata e in uscita per madri e padri entro i primi tre anni di vita del bambino; trasformazione temporanea del rapporto di lavoro a tempo pieno in rapporto a tempo parziale per i primi cinque anni del bimbo o per assistere genitori e familiari in rilevanti esigenze di cura; possibilità di una flessibilità di orari concentrati, intesi cioè come orario continuato dei propri turni giornalieri. Inoltre anche la possibilità, da …