«I cervelli in fuga all’estero costano 200 milioni l’anno», di Marco Alfieri
Così l’Italia perde competenze, competitività e nuove opportunità di crescita Quattro miliardi di euro. Duecento milioni persi ogni anno nell’arco 1989-2009, solo calcolando il valore economico dei brevetti (301) depositati dai 20 principali scienziati italiani emigrati all’estero. Ma la fuga dei cervelli è un’emorragia ancor più letale della nuda contabilità tenuta dall’Istituto per la Competitività (Icom). Il costo di una generazione di cervelli che vola via staccando la spina è semplicemente incalcolabile. Non importa dove stanno gli italiani nel mondo ma cosa sanno fare, come sono legati tra di loro e che tipo di impatto producono sul paese di origine», spiega Nicola Crosta, capo missione in Cambogia dell’Uncdf, il fondo delle Nazione Unite a sostegno della governance locale e della microfinanza. «Il network è tutto ma va alimentato dalle istituzioni italiane altrimenti è impossibile fungere da ponti verso i nuovi mercati e la nuova conoscenza globali». Di questo hanno discusso nel weekend a Cernobbio, raccolti dall’Aspen Institute Italia, una sessantina tra ricercatori, scienziati, funzionari internazionali, manager, imprenditori e professionisti italiani che lavorano in 31 paesi …
