"Il rilancio di Sassuolo è nelle piastrelle hi-tech", di Marco Alfieri
Bocche cucite, per scaramanzia. Ma il probabile varo dei dazi all’import di piastrelle cinesi al vaglio di Bruxelles rappresenta (anche) una vittoria italiana. Per un settore che esporta il 70% di quel che produce nel Belpaese, l’Europa è il cortile dove giocare le proprie guerre di mercato. Per questo c’è prudenza tra i ceramisti. Quando si dice piastrella italiana in realtà s’intende Sassuolo. L’80% della produzione nazionale (vale 5,7 miliardi di euro), viene dal modenese: qui si concentrano una novantina di aziende sulle 200 censite da Confindustria ceramica. La fine di una stagione Nell’ultimo biennio sulla via Emilia se la sono vista brutta. Dopo lo sboom immobiliare, in giro per il mondo sempre meno case, bagni, cucine e salotti hanno richiesto ceramiche tricolore. A cascata la stretta creditizia ha fiaccato un tessuto imprenditoriale fondato sugli alti costi di magazzino, facendo esplodere la cassa integrazione, che nei mesi più duri della crisi ha coinvolto quasi la metà dei 20mila addetti del distretto. Sembrava la fine di una stagione per un “cluster” studiato fin dal 1966 da …
