Tutti gli articoli relativi a: lavoro

“Giovani: 3,7 milioni non studiano né lavorano” da il Corriere della Sera

In Italia ci sono oltre 3,7 milioni di giovani under 35 che non studiano, non lavorano né sono in alcun percorso formativo: il 28,5% della popolazione in questa fascia di età, in crescita e ai primi posti in Europa (più 300 mila rispetto a un anno fa). La fotografia sui Neet (Not in Education, Employment or Training) è stata scattata dall’Istat con riferimento al terzo trimestre 2013 ampliando (come fa l’Eurostat) il limite di età di riferimento dai 29 ai 34 anni. La situazione è drammatica al Sud con quasi il 40% degli under 35 che non studia né lavora (oltre due milioni di persone). Dalle tabelle si evince che su 3,7 milioni di giovani che non studiano e non lavorano, 1,2 milioni non cercano lavoro né sono disponibili a lavorare. Ma per altri 2,5 milioni c’è la disoccupazione (1,333 milioni) o il limbo delle «forze di lavoro potenziali» (ovvero la condizione di coloro che pur non cercando sarebbero disponibili a lavorare) con oltre 1,2 milioni di persone. Finora l’Istat aveva diffuso le rilevazioni sui …

Da classe media a quasi-poveri ecco l’Italia degli sprofondati”, di Maurizio Ricci

L’Italia che sprofonda. Precipita, in caduta libera, lungo la scala sociale e si ritrova alle soglie della povertà. L’Italia che aggiunge, ai milioni di disoccupati e cassintegrati, altri milioni che non riescono ugualmente a pagare le bollette. Che hanno prosciugato il conto in banca e adesso si sentono chiedere di rientrare dallo scoperto, che tirano giù per l’ultima volta la saracinesca del negozio o si rassegnano a far fallire l’impresa. L’Italia che è povera e disperata da sempre, al Sud, e l’Italia che, invece, si ritrova, improvvisamente e senza sapere come, impoverita e impaurita, al Nord Est, come al Nord Ovest. L’Italia che, piegata da cinque anni di crisi e di austerità, si ritrova in piazza — o vorrebbe andarci — spinta solo dalla rabbia e non dalla speranza di ottenere risposte a domande che non riesce a formulare. Forse anche per questo, in piazza, più che i poveri, ci sono quelli che si guardano alle spalle, con i nervi a fior di pelle, perché sentono i poveri, di colpo, sempre più vicini. La mappa …

“La protesta e la speranza”, di Michele Ciliberto

Qualcuno, forse, obietterà che io sono un marxista, ed è possibile. Non credo però che si possano comprendere la “sorpresa” delle primarie di domenica e il successo di Matteo Renzi se non si parte da qui: dalla crisi profondissima che devasta da anni ormai l’Italia e dai caratteri peculiari che essa ha assunto. Si tratta di una crisi che ha toccato, peggiorandole, le condizioni materiali di larga parte della popolazione italiana; ma non si è fermata a questo, pur fondamentale, livello. È una crisi che è risalita al piano complesso e delicatissimo delle identità individuali, dei valori intorno ai quali ciascuno costruisce se stesso e si proietta nell’avvenire, progettando la proprio vita e quella delle persone più vicine. Lo ha fatto dissolvendo, progressivamente, l’idea stessa di futuro, la speranza di poter vivere una vita decente, autonoma, libera, colpendo allo stesso modo – e qui sta un elemento di novità – classi subalterne e classi proprietarie: «capitale» e «lavoro», avrebbe detto una volta un marxista. Le cronache sono piene di operai che salgono sulle gru perché …

“Le donne spingono in un Paese stanco”, di Dario Di Vico

Il Censis scommette sulle donne. Il 47° rapporto sulla situazione sociale le definisce «nuovo ceto borghese produttivo». Anche il Censis sceglie di scommettere sulle donne. Superando un certo scetticismo degli anni passati il 47° rapporto sulla situazione sociale del Paese stavolta parla esplicitamente di loro «come nuovo ceto borghese produttivo». Dopo cinque anni di pesante crisi non solo il protagonismo femminile non è stato asfaltato ma addirittura si propone in chiave di rifondazione dal basso della classe dirigente. Già da qualche anno i sociologi avevano cominciato a individuare una sorta di effetto elastico: le risorse rosa erano rimaste troppo a lungo compresse nella società italiana per una serie infinita di vincoli, una volta preso però l’abbrivio avrebbero riguadagnato posizioni in maniera molto veloce. Ed è quanto è avvenuto in questi anni «controvento» — ovvero in un contesto recessivo che in linea di principio non aiuta certo ad aprire le società — grazie a un sovrappiù di motivazioni. I numeri lo attestano: il saldo delle imprese femminili nell’ultimo anno è stato di 5 mila in più, …

“Un terzo degli italiani è a rischio povertà”, di Laura Matteucci

Un terzo della popolazione a rischio povertà. Peggio di noi, in tutta la zona euro, solo la Grecia. Sono gli ultimi dati disponibili di Eurostat, riferiti al 2012: il 29,9% degli italiani, 18,2 milioni di persone, era a rischio di esclusione sociale o povertà. In Grecia la percentuale raggiungeva il 34,6%, mentre in Spagna, Paese in difficoltà economica e con altissima disoccupazione, si fermava al 28,2%, e in Portogallo al 25,3%. E nulla fa pensare che nel 2013 le cose siano andate meglio. Anche perché dal 2008 al 2012 il peggioramento è stato significativo: nell’anno di inizio della crisi a rischio era il 25,3% degli italiani, nel 2011 il 28,2%. In pratica, siamo passati da uno su quattro a uno su tre. La notizia di Eurostat fa il paio con l’ultima dell’Inps: quasi un pensionato su due (45,2%, 7,2 milioni di persone, dati sempre riferiti al 2012) ha un reddito pensionistico medio inferiore a 1.000 euro mensili. E il 14,3% si trova al di sotto di 500 euro. Il 25% (3,9 milioni) si colloca nella …

“I cinesi e gli italiani fianco a fianco nel corteo”, di Adriano Sofri

Ci sono due modi di raccontare la manifestazione indetta dai sindacati ieri a Prato con un corteo concluso al monumento ai Caduti sul Lavoro. Ecco, rapidamente, il primo: un corteo-fiaccolata di un migliaio di persone, alcune delle quali cinesi (oppure: un corteo-fiaccolata di un migliaio di persone, alcune delle quali italiane) si è svolto a Prato, per commemorare la morte di sette operai cinesi, e ricordare che lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo è un’infamia, dovunque avvenga, da parte di chiunque e contro chiunque. Ecco il secondo: un corteo-fiaccolata di un migliaio di persone eccetera, concludendosi con la lettura dei nomi di tutti i morti sul lavoro di quest’anno in Italia, e fra loro dei sette operai cinesi morti nel rogo di domenica mattina. Alcune centinaia di partecipanti erano cinesi, giovani tutti, donne e uomini e anche bambini. Non era mai successo a Prato che membri della comunità cinese prendessero parte a una manifestazione indetta da italiani, e tanto meno dalle organizzazioni sindacali. Amministratori della città e responsabili delle sue associazioni hanno definito la manifestazione, che dall’esterno …

“I cinesi e gli italiani fianco a fianco nel corteo”, di Adriano Sofri

Ci sono due modi di raccontare la manifestazione indetta dai sindacati ieri a Prato con un corteo concluso al monumento ai Caduti sul Lavoro. Ecco, rapidamente, il primo: un corteo-fiaccolata di un migliaio di persone, alcune delle quali cinesi (oppure: un corteo-fiaccolata di un migliaio di persone, alcune delle quali italiane) si è svolto a Prato, per commemorare la morte di sette operai cinesi, e ricordare che lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo è un’infamia, dovunque avvenga, da parte di chiunque e contro chiunque. Ecco il secondo: un corteo-fiaccolata di un migliaio di persone eccetera, concludendosi con la lettura dei nomi di tutti i morti sul lavoro di quest’anno in Italia, e fra loro dei sette operai cinesi morti nel rogo di domenica mattina. Alcune centinaia di partecipanti erano cinesi, giovani tutti, donne e uomini e anche bambini. Non era mai successo a Prato che membri della comunità cinese prendessero parte a una manifestazione indetta da italiani, e tanto meno dalle organizzazioni sindacali. Amministratori della città e responsabili delle sue associazioni hanno definito la manifestazione, che dall’esterno …