Tutti gli articoli relativi a: lavoro

“Nuovi imprenditori per il rilancio del Sud”, di Giorgio Ruffolo e Stefano Sylos Labini

Il Mezzogiorno sta affondando: è questo il grido di dolore del Rapporto Svimez 2013. I numeri sono agghiaccianti: dal 2007 al 2012, il settore manifatturiero ha ridotto la produzione del 25%, i posti di lavoro del 24% e gli investimenti addirittura del 45%. La disoccupazione, che è continuata ad aumentare inesorabilmente arrivando a circa il 30% della forza lavoro, ha fatto impennare l’emigrazione: negli ultimi venti anni 2,7 milioni di persone hanno abbandonato il territorio meridionale. Si tratta principalmente di giovani, il cui esodo sta provocando un fatale scadimento della qualità della forza lavoro e un drastico innalzamento dell’età media della popolazione residente. Questa catastrofe va ricondotta alla totale scomparsa di politiche per lo sviluppo del Mezzogiorno e ha riportato le regioni del Sud nella situazione precedente al periodo dell’ “intervento straordinario”. In quella fase, compresa tra il dopoguerra e i primi anni ’60, l’equilibrio tra la domanda e l’offerta di lavoro era assicurato attraverso massicci fenomeni migratori dei meridionali, originariamente verso l’estero e più tardi verso le regioni del Nord. Ci sono diversi fattori …

“La gravidanza in azienda? Non frena la produttività, ma la carriera”, di Flavia Amabile

La gravidanza? Uno dei regali più belli che la vita può riservare. Però può essere anche un problema, e le donne lo sanno, come emerge anche da un’indagine su 4mila dipendenti di grandi aziende private condotta dall’ Università La Sapienza di Roma. I dati si riferiscono alle prime 700 risposte a queste domande. Il 90% degli intervistati (il totale è costituito per il 46% da donne, di cui il 78% con figli, e per il 54% da uomini, di cui l’81% con figli e per il 94,4% di età compresa tra i 35 e 55 anni) ritiene che la produttività della donna al lavoro non sia messa in alcun pericolo a causa della gravidanza e solo un 16% degli intervistati concorda invece con l’affermazione che la gravidanza renda la donna fisicamente limitata al lavoro, lasciando spazio ad un altro confortante 87% di intervistati che ha confermato di non aver percepito alcun tipo di calo nell’efficienza sul lavoro da parte della propria collega incinta. Parlando di sé stesse le donne accolgono e vivono con grande serenità …

“La grande fatica delle famiglie. Raddoppiano i poveri”, di Laura Mattucci

La crisi resta grave per quasi tutti gli italiani (il 91%), e uscirne continua a sembrare un miraggio lontano almeno altri 3-4 anni. In altri termini, gli italiani si aspettano di tornare ai livelli pre-crisi soltanto dopo il 2016-2017. È la conferma di un Paese sfiduciato, impaurito, impoverito, quella che emerge dall’indagine Acri-Ipsos, in occasione della 89esima Giornata mondiale del Risparmio 2013, cui si uniscono anche i dati riportati dal presidente dell’Istat Antonio Go- lini. Che non lasciano molti margini interpretativi: la recessione ha causato gravi conseguenze sull’intensità del disagio economico, e dal 2007 al 2012 il numero di persone in povertà assoluta è raddoppiato da 2,4 a 4,8 milioni. Quasi la metà risiedono al sud (erano un milione 828mila nel 2011) e, di questi, più di 1 milione sono minori, con un’incidenza salita in un anno dal 7 al 10,3%. Tra l’al- tro, secondo i calcoli Istat saranno le famiglie con meno difficoltà a beneficiare di più degli sconti sul cuneo fiscale, perché ci sono più occupati per nucleo. CULTURA DEL RISPARMIO Il 65% …

“6 milioni senza lavoro. Metà non lo cerca più”, di Laura Matteucci

Oltre 6 milioni di italiani vorrebbero lavorare, ma non possono. È la somma dei 3,07 milioni di disoccupati e dei 2,99 milioni tra «scoraggiati» o persone che vorrebbero avere un’occupazione ma non sono immediatamente disponibili per motivi di studio, di famiglia, di impegni i più disparati da portare a termine. Sono gli ultimi dati aggregati dell’Istat, che emergono dalle tabelle relative al secondo trimestre dell’anno. Ma non è che poi sia andata meglio, anzi. E il dato certo è che la crisi non solo colpisce vietando l’accesso al mondo del lavoro a milioni di persone, semplicemente perché il lavoro non c’è, soprattutto al Sud e tanto più tra i giovani (il tasso di disoccupazione in Italia è arrivato al 12,10%, la media europea è al 10,9%), ma anche producendo effetti di scoraggiata rassegnazione, per cui nemmeno si cerca. Per non dire di quanti (soprattutto tra i giovani, ovvio) fanno le valigie direttamente per l’estero. Fenomeni non nuovi, ma che ora colpiscono per le proporzioni assunte. WELFARE FAMILIARE Ma chi sono gli italiani arruolati in questo …

“L’autunno industriale”, di Rinaldo Gianola

La Rai manda in onda lunedì e martedì la miniserie «Adriano Olivetti – La forza di un sogno», dedicata all’avventura industriale, politica e culturale di un grande imprenditore italiano. L’Olivetti è scomparsa da anni, non c’è nemmeno più il suo nome sul listino di Borsa perché è stata assorbita da Telecom in uno dei tanti artifici finanziari dell’ultimo decennio.Non sappiamo se Luca Zingaretti è l’attore giusto e se sarà un successo, ma potrebbe essere l’occasione per consolarci di tutte le disgrazie che l’industria ha vissuto e vive, non solo per la recessione e altre minacce planetarie, ma anche per le nostre responsabilità, per i nostri ritardi, per la mancanza di coraggio, di uomini, di innovazione. Anche se il rumore della politica, dalle sorti di Alfano alla campagna delle primarie del Pd, sovrasta tutto, non si può trascurare quella che oggi appare come una nuova emergenza economica e sociale. Proprio mentre ci illudiamo che il prossimo anno si possa finalmente manifestare una ripresina, mentre il governo mette in campo una legge di Stabilità che dovrebbe accompagnare, …

“Il nuovo lavoro dell’Occidente”, di Robert B. Reich

Negli Stati Uniti e in altre economie avanzate, la percentuale di pil che va ai salari continua a contrarsi, mentre la fetta che va ai profitti aumenta. Quasi tutti i guadagni economici realizzati in America dalla fine della crisi sono andati all’1% più ricco della popolazione, che possiede il grosso degli asset finanziari, mentre il 90% meno abbiente si è ulteriormente impoverito. I singoli stati dell’Unione si sono a loro volta gettati nella mischia, cercando di attrarre investimenti e posti di lavoro – spesso a spese degli stati vicini – con tasse minime, alti sussidi, normative leggere e bassi salari . Questo, tuttavia, non è un destino ineluttabile. Le nazioni (America inclusa) hanno la possibilità di recuperare un po’ di potere contrattuale rispetto al capitale globale, per esempio rifiutando il gioco al massacro reciproco e unendo invece le forze per fissare requisiti comuni di accesso ai propri mercati. Dopo tutto, il capitale transnazionale dipende dai consumatori e l’accesso a grandi mercati – come gli Stati Uniti e l’Unione Europea – è essenziale alle multinazionali per …

“Pubblico impiego, i conti non tornano”, di Massimo Franchi

Il blocco contrattuale lo avevano già messo in conto, come accade ormai dal lontanissimo 2009. Da cinque anni gli stipendi dei 2,8 milioni di dipendenti pubblici (ben 390mila in meno negli ultimi 10 anni) non aumentano. Nel 2014 però la contrattazione, almeno sulla parte normativa (e non economica), come promesso dal ministro D’Alia, doveva ripartire e, come previsto dalla legge, scatterebbe la cosiddetta «indennità di vacanza contrattuale». Ora la legge di Stabilità dovrebbe mettere mano anche a questa piccola consolazione che permetterebbe agli statali di trovarsi in busta paga una parte (30 per cento dopo tre mesi, 50 per cento dopo sei mesi) del tasso di inflazione programmata che comunque eroderà i loro salari reali. Il governo ha deciso di inserire un tetto a questa indennità, facendo risparmiare 440 milioni nel solo 2014. Ad incidere sulla busta paga poi arriverà anche il taglio degli straordinari del personale delle amministrazioni statali per una quota del 10 per cento che cala al 5 per cento per i comparti sicurezza e difesa (militari, polizia e vigili del fuoco). …