Tutti gli articoli relativi a: lavoro

"Crisi continua: in gennaio richiesta record di Cig", di Marco Tedeschi

La crisi economica passa da un anno all’altro, senza aprire speranze di miglioramento della situazione. I primi dati della cassa integrazione del 2013 sono drammatici. Le ore di Cig autorizzate a gennaio 2013 sono state quasi 89 milioni, con un incremento del 2,72% rispetto al dicembre 2012 e del 61,64% rispetto al gennaio 2012. Il dato più alto dal 1980. In forte aumento anche la richiesta di Cig straordinaria: a gennaio 2013 le aziende in Cigs aumentano del 98,44% rispetto a gennaio 2012 e del 25,46% rispetto al dicembre 2012. Sono questi i dati principali del rapporto dell’Osservatorio Cig del dipartimento Settori produttivi della Cgil. Questi numeri, secondo il segretario confederale Cgil, Elena Lattuada «dimostrano che lo spessore della crisi industriale ed economica è sempre più profondo, una conferma viene anche dall’andamento della produzione industriale rilevata dai dati dell’Istat in forte riduzione del 6,7%, rispetto all’anno precedente, e con flessioni dei comparti produttivi su percentuali a due cifre». Dunque «ci troviamo di fronte ad una vera emergenza prosegue il sistema industriale è stato lasciato andare …

"La ripresa non si vede. Pil giù in Italia e in Europa", di Giuseppe Caruso

Crolla il pil italiano, ma anche il resto del mondo non se la passa tanto bene. Sono dati che confermano la crisi globale quelli circolati ieri sul prodotto interno lordo di molti dei paesi più sviluppati dal punto di vista economico. L’Istat ha reso noto che in Italia la stima preliminare sul pil del quarto trimestre ha fatto registrare una contrazione pari allo 0,9% rispetto al trimestre precedente, la maggiore flessione dal primo trimestre del 2009 (-3,6%). La contrazione è pari al 2,7% rispetto al quarto trimestre del 2011 e risulta la peggiore dal 2009 (-3,5%). Su base annua l’Italia ha fatto segnare un poco lusinghiero -2,2%. Sempre secondo l’Istat, la flessione nel quarto trimestre dell’anno appena passato, ha determinato un’entrata debole nel 2013: al momento la variazione acquisita è pari a -1,0%. Il pil dell’Eurozona ha registrato nel quarto trimestre una contrazione congiunturale dello 0,6% e dello 0,9% su base annuale. Secondo la stima preliminare diffusa da Eurostat. Le maggiori flessioni congiunturali tra i 17 paesi dell’unione monetaria, interessano il Portogallo (-1,8%), Cipro (-1%) …

"Imprese e sindacati: equità e merito per la formazione", di Massimo Franchi

Un documento d’intenti, fatto di impegni in buona parte generici. Ma che segna una svolta nei rapporti fra le parti sociali in aperta critica con la riforma del Lavoro.Ieri mattina nella sede della Luiss Businnes school, Confindustria e Cgil-Cisl-Uil hanno sottoscritto il documento «Una formazione per la crescita economica e l’occupazione giovanile». A meno di due settimane dalle elezioni le parti sociali chiedono al nuovo governo un impegno forte nel rapporto fra scuola e imprese. «È un fortissimo segnale di svolta culturale spiega Ivan Lo Bello, vicepresidente di Confindustria con delega all’education sindacati e imprese dimostrano che equità e merito possono andare di pari passo superando l’ostacolo delle possibilità economiche delle famiglie e delle reti relazionali con cui si va ancora avanti in questa Italia asfittica». Confindustria, Cgil, Cisl e Uil chiedono che «scuola,università e formazione professionale siano al centro del dibattito pubblico, invece sono tenute in scarsa considerazione nel corso di questa campagna elettorale». Nelle otto pagine del documento per cui le parti si sono divisi divisi i compiti,si affrontano tutti i nodi del …

"Cancellati 480 posti al giorno uno su cinque è under 35", di Enrico Marro

Quattrocentottanta occupati in meno al giorno. Tanto ci è costata la recessione più grave del Dopoguerra. I conti li ha fatti l’ufficio studi della Confartigianato in uno studio sul mercato del lavoro dal 2007 a oggi di prossima pubblicazione. Gli occupati erano 23 milioni e 541 mila ad aprile 2008. Allora, giustamente, si diceva che una delle priorità dell’Italia era di aumentare il numero di persone che lavorano. L’aggiornamento degli obiettivi di Lisbona (Europa 2020) prevede infatti per l’Italia un target del 67-69% di occupati nella fascia d’età 20-64 anni da raggiungere entro il 2020. Eravamo al 63% nel 2008, cioè a meno quattro dall’obiettivo. Purtroppo la crisi mondiale ha cambiato il corso delle cose e la priorità è diventata un’altra: evitare la falcidia di posti di lavoro. Che purtroppo c’è stata. A dicembre 2012 gli occupati sono stati calcolati dall’Istat in 22 milioni e 723 mila: 818 mila in meno rispetto a quattro anni e mezzo prima, 480 posti persi al giorno, appunto. E il tasso di occupazione (20-64 anni) è sceso al 61%: …

"La produzione industriale torna a vent'anni fa", di Giuseppe Caruso

Crolla la produzione industriale. A comunicarlo è l’Istat, secondo cui nel 2012 c’è stato un calo del 6,7% rispetto all’anno precedente, il peggior dato dal 2009. Per quanto riguarda i volumi, cioè la quantità di beni prodotti, si tratta invece del livello più basso almeno dal 1990. I dati congiunturali dell’industria confermano la situazione drammatica in cui versa la nostra economia, e si aggiungono alle notizie della caduta dell’occupazione (abbiamo perso 100mila posto in un mese, a novembre) e della riduzione del reddito dei lavoratori e dei pensionati. Un’emergenza che viene denunciata da sindacati e imprese che sollecitano le forze politiche a una reazione forte, a una svolta netta di politica economica. DICEMBRE L’unico dato appena positivo arriva dal dicembre 2012, in cui l’indice destagionalizzato della produzione industriale ha fatto segnare un aumento dello 0,4% rispetto al novembre dello stesso anno. Ma se paragonato all’indice dell’anno precedente, è diminuito del 6,6% in termini tendenziali. Nel trimestre ottobre-dicembre la produzione industriale ha registrato una flessione del 2,2% rispetto al trimestre precedente. Gli indici corretti per gli …

Le donne e il professore, di Chiara Saraceno

Una “detassazione selettiva del reddito (da lavoro) femminile per portare il tasso di occupazione femminile dal 46% al 60%”. È la proposta di Monti e della sua lista Scelta Civica per incoraggiare l’occupazione femminile. Non si tratta di una proposta nuovissima. La hanno più volte avanzata anche Andrea Ichino e Alberto Alesina, con la specificazione che, per non perder gettito,ilcostodell’operazionedovrebbe essere sostenuto da un simultaneo aumento, si spera selettivo, dell’aliquota dei redditi maschili. Avrebbe il vantaggio di aumentare il potere negoziale delle donne nella coppia rispetto alla partecipazione al lavoro (remunerato). Nella speranza che simmetricamenteciòincentiviinvece gli uomini ad assumere parte del lavoro famigliare, svolto di norma per la maggior parte, se non nella totalità, dalle donne con carichi famigliari — che abbiano o meno anche un lavoro remunerato. Non è ben chiaro come questa proposta si concili con quella della riduzione del cuneo fiscale sul reddito da lavoro per tutti e ancor più con questioni di equità a livello individuale e famigliare. Un lavoratore maschio a basso reddito che sia l’unico percettore di reddito in …

Caro Prof, al lavoro non servono altri contratti flessibili, di Luigi Mariucci

Il documento su «Politiche di lavoro e welfare» presentato ieri da Monti merita una attenta analisi critica. Alcune parti hanno un carattere essenzialmente celebrativo della attività svolta dal governo tecnico e sono prive di ogni pur doverosa riflessione autocritica, ad esempio in materia di effetti imprevisti della riforma delle pensioni (leggasi esodati). In altre parti si apre qualche spiraglio nella impostazione autoelogiativa: così rispetto alla legge Fornero sul mercato del lavoro che viene ampiamente lodata, salvo l’accenno ad alcune criticità da riconsiderare, celate dietro il termine pudico di «monitoraggio». In tema tuttavia non si dice la cosa essenziale, cioè che quella riforma, al di là delle buone intenzioni, non ha prodotto alcun effetto positivo sull’occupazione, anzi ha determinato ulteriori problemi in ragione della ridondanza e complessità delle discipline introdotte. Altre parti del documento appaiono invece largamente condivisibili, specie negli enunciati: ad esempio quando si fa riferimento a piani straordinari per l’occupazione giovanile e femminile, si invocano maggiore efficienza della pubblica amministrazione e dei servizi pubblici per l’impiego, si sollecitano nuove politiche europee in materia di …