Tutti gli articoli relativi a: lavoro

"Un’agenda per essere meno provinciali e più europei", di Nicola Cacace

RISPETTO A UNA CAMPAGNA ELETTORALE CHE PARLA DI ALLEANZE E DI TASSE, la Cgil costringe tutti a mirare più in alto, con un’agenda centrata sul lavoro negli Stati Uniti d’Europa. Un nuovo modello di sviluppo ecocompatibile, una ripresa della domanda interna trainata da consumi e investimenti pubblici e privati per mettere in sicurezza l’Italia, dal territorio ai suoi beni storico-artistici. Una nuova responsabilità pubblica nel finalizzare all’occupazione «piena e di qualità» gli investimenti necessari, nazionali ed europei, una nuova solidarietà europea che non disdegni di mutualizzare almeno il 20% dei debiti nazionali, così tagliando finalmente le unghie a una speculazione finanziaria vincente sinora più per carenze europee che nazionali, che pure non mancano. Il Piano parla di investimenti finalizzati al nuovo modello di sviluppo che, a norma delle linee guida già approvate dall’Europa ma non ancora rese esecutive dovranno poter essere detratte dal Fiscal compact. Di fronte ai passati decenni dove lo sviluppo era trainato da consumi e indebitamento e la finanza straripava sottraendo risorse all’economia reale e al lavoro, la Cgil propone con il …

"Per un Paese più giusto", di Rinaldo Gianola

La condizione di lavoro in Italia peggiora da trent’anni, il Paese è diventato più ingiusto. La mancanza di politiche per uno sviluppo equilibrato e per un’occupazione sana e di qualità è stata ed è la ragione principale delle profonde difficoltà economiche e delle insopportabili diseguaglianze che stiamo vivendo. I precari, i giovani e le donne che si affacciano sul mercato, sono le vittime di questa situazione che presenta processi di degenerazione, una minaccia alla nostra convivenza civile e democratica.Il senso di ingiustizia, di abbandono che provano i lavoratori, chi cerca un’occupazione, l’afasia crescente di chi non ce la più nemmeno a lottare, a volte anche la perdita di speranza, sono i segnali preoccupanti che la storia di questi anni di crisi ci ha raccontato e ci rappresenta quotidianamente. Di cosa parliamo quando parliamo di lavoro e di ingiustizie? Il tasso di disoccupazione reale è ormai prossimo al 12%, considerati i lavoratori in mobilità. Oltre il 30% dei giovani non trova lavoro, le donne non si iscrivono nemmeno più alle liste di disoccupazione tanto è impossibile …

"L'incubo dell'Italia: pensione a 70 anni", di Rosaria Tallarico

Dopo che ieri si sono riaccese le polemiche intono agli esodati, una mezza bacchettata al ministro del Lavoro Elsa Fornero arriva anche dall’Europa. La sua riforma non è in linea con le regole Ue in materia di protezione dei diritti sindacali dei lavoratori a termine. Così almeno risulta da un documento della Commissione europea, che oggi annuncerà l’invio di un parere motivato contro l’Italia per la non corretta applicazione della direttiva del 1999. La colpa in effetti sarebbe quella di non avere sanato una violazione preesistente. «Il nostro giudizio complessivo sulla riforma resta positivo, e in particolare sul suo obiettivo di contrastare la frammentazione del mercato del lavoro» si è affrettato comunque a precisare il portavoce del commissario Ue al lavoro, Lazslo Andor, che lancerà domani il secondo passaggio della procedura. Sempre ieri, sono stati diffusi i risultati di una ricerca Censis-Covip secondo cui gli italiani sarebbero sempre più preoccupati per le future pensioni e il lavoro precario. Il 24,7% teme che dovrà aspettare i 70 anni prima di potersi ritirare. I giovani lavoratori (18-34 …

"Ilva, duello infinito tra governo e procura ora 9mila operai a rischio cassa integrazione", di Adriano Sofri

La conferenza stampa che uomini del governo, dell’Ilva e dell’attuando Decreto (donne niente: è pur sempre acciaio) hanno tenuto ieri è stata delle più sciolte e lunghe. Dunque è tanto più significativo che alla fine ne sia rimasto una specie di vasto ronzio esausto, come di mosche in un bicchiere, mosche di domande e mosche di risposte. Anche i beneducati che fingevano di credere che una soluzione ci sia, e anzi sia alle porte sanno di girare in tondo. L’unica cosa data per certa, e dilazionata per pudore — «Ancora un minutino, signor boia…» — è la decisione di mettere in cassa integrazione fino a novemila operai. L’ennesima istanza dell’Ilva sul dissequestro, corredata dal proposito di devolverne il ricavato a salari e bonifiche, non ha un gran futuro, né un futuro qualunque. Resta il tentativo disperato di un “dissequestrino”: come con la ragazza madre del vecchio proverbio, che aveva fatto un bambino ma lo aveva fatto piccolo piccolo. Ho posto un problema alle autorità di governo e di azienda. L’Ilva sostiene di non avere i …

"Sinistra e imprese Il patto possibile", di Massimo D'Antoni

Ha da temere il mondo dell’impresa da un’affermazione del centrosinistra? Il prevalere all’interno del Partito democratico di una linea che afferma la centralità del lavoro, la difesa dei diritti e il ruolo dei sindacati, l’alleanza a sinistra con Vendola, sono forse il preludio di una nuova stagione di difficoltà nei rapporti con le realtà produttive del Paese? Intendiamoci: nessun ritorno ad una lettura dei rapporti tra lavoro e impresa nel segno della contrapposizione tra capitale e lavoro Anche senza negare la possibilità di una divergenza di interessi, è chiaro che nella sfida in corso, quella per tornare a creare occupazione e benessere, per recuperare uno spazio adeguato nel mercato globalizzato e rimettere in moto l’economia, lavoro e impresa stanno dalla stessa parte. E tuttavia, sembra sopravvivere una diffidenza di fondo. La sinistra – si dice – privilegia da sempre il rapporto con la grande impresa, quella sindacalizzata, con cui è più facile venire a patti. Essa risulta invece estranea a quel magma di piccole e piccolissime imprese che pure hanno un ruolo importante nel nostro …

"Fiat: convochi immediatamente un tavolo di confronto con tutte le organizzazioni sindacali", di Cesare Damiano

Dopo la definitiva archiviazione del piano “Fabbrica Italia”, che prevedeva uno stanziamento di 20 miliardi di euro, i vertici della Fiat hanno deciso di intraprendere la strada degli investimenti stabilimento per stabilimento. Il fatto che si impieghino risorse per la produzione di nuovi modelli di auto è certamente apprezzabile, vista anche l’attuale offerta non all’altezza della concorrenza e la situazione disastrosa del mercato dell’auto. E’stato fatto a Pomigliano per la nuova Panda, a Grugliasco per la Maserati e adesso a Melfi per un piccolo Suv della Jeep. In totale tre miliardi, rispetto ai 20 sbandierati tre anni fa, ma pur sempre un segnale che non va sottovalutato e che contribuisce al radicamento territoriale di alcuni stabilimenti. Questo non deve però far perdere di vista l’esigenza di veder definito un nuovo piano complessivo dell’azienda nel quale sia stabilito – stabilimento per stabilimento – quali siano le nuove vetture che dovranno essere prodotte, quanti lavoratori dovranno essere occupati e quali siano le innovazioni, di prodotto e di tecnologia, con le quali si intende lanciare la sfida ai …

"Esodati, 150mila ancora senza tutele", di Luca Cifoni

Qualche piccolo passo avanti, e molta strada ancora da fare: mentre il ministro Fornero annuncia che a inizio febbraio partiranno le prime lettere ai lavoratori salvaguardati dalla riforma previdenziale, e in Gazzetta ufficiale fa la sua comparsa il decreto che dovrà tutelare la seconda ondata di 55 mila persone, resta da trovare una soluzione per circa 150 mila soggetti a vario titolo esodati, che da qui ai prossimi anni rischiano di ritrovarsi senza stipendio né pensione. I numeri non sono ufficiali e la materia, già oggetto nei mesi scorsi di polemiche anche molto aspre, resta quanto mai delicata. Ma questo è l’ordine di grandezza su cui starebbe ragionando a livello tecnico all’Inps, nel momento in cui stanno per partire le operazioni di verifica relative alla seconda ondata di soggetti coinvolti. Toccherà al prossimo governo valutare quali margini di manovra esistono, sotto il profilo finanziario, per allargare ulteriormente la platea. LA SCELTA DEL 2011 La vicenda parte com’è noto nel dicembre del 2011. Approvando una drastica riforma delle pensioni, che per molti lavoratori spostava in avanti …