Tutti gli articoli relativi a: lavoro

"Vita da prof: dopo 20 anni di lavoro record di disturbi psichiatrici", di Flavia Amabile

I prof andranno in pensione più tardi come tutti in Italia ma sappiamo a che cosa andranno incontro i nostri figli? La risposta è nel primo studio condotto in Italia sui docenti inidonei e sulle loro malattie realizzato da Vittorio Lodolo D’Oria, medico specialista che dal 1998 si sta occupando del Disagio Mentale Professionale negli insegnanti con pubblicazioni dale cifre sempre più chiare. Gli inidonei sono i professori che hanno un esonero dall’insegnamento per malattia e che fino all’anno scorso hanno lavorato in segreterie e biblioteche e che ora il governo ha deciso di declassare a bidelli. Quello che emerge dallo studio è l’alta incidenza di diagnosi psichiatriche (il 64%) a dispetto del fatto che quella dei prof è considerata una professione a mezzo servizio, come sottolinea Vittorio Lodolo D’Oria nello studio. Questo lavoro continuato per cinque giorni, nell’arco di nove mesi l’anno comporta un’usura psicofisica: l’87% delle diagnosi si riferisce a problemi ansioso-depressivi, il 13% si divide tra disturbi di personalità e psicosi. Un altro dato interessante è l’anzianità di servizio media al momento …

"Ilva, la partita a scacchi continua. L’azienda: stiamo già spegnendo", di Mariantonietta Colimberti

A novembre chiuderà il primo altoforno. Sindacati in allarme anche a Genova, ma sempre divisi. Nella difficilissima partita a scacchi che Ilva e magistratura stanno giocando – ma nella quale è entrato a pieno anche il governo – è arrivato ieri il colpo di scena dell’azienda. «L’Afo 1 sarà spento entro la fine di novembre» e per lo spegnimento dell’Afo 5 (il più grande d’Europa) ne «è stato affidato lo studio alla Paul Wurth», che ha incominciato a raccogliere i disegni della struttura dell’altoforno, costruito dai giapponesi della Nippon Steel. È la risposta della società alla procura, che sabato sera ha lanciato l’ultimatum di cinque giorni per lo spegnimento degli impianti e la cessazione delle emissioni inquinanti. Una risposta illustrata in conferenza stampa dal direttore Adolfo Buffo, assente il presidente Bruno Ferrante. «Tutte le attività prescritte sono state realizzate e comunicate ai custodi giudiziari» ha affermato il rappresentante dell’Ilva. Difficilmente questo potrà indurre a ripensamento la procura di Taranto, che ha ripetutamente denunciato la non ottemperanza dell’azienda alle ordinanze della magistratura, in un continuo botta …

"Ilva, la partita a scacchi continua. L’azienda: stiamo già spegnendo", di Mariantonietta Colimberti

A novembre chiuderà il primo altoforno. Sindacati in allarme anche a Genova, ma sempre divisi. Nella difficilissima partita a scacchi che Ilva e magistratura stanno giocando – ma nella quale è entrato a pieno anche il governo – è arrivato ieri il colpo di scena dell’azienda. «L’Afo 1 sarà spento entro la fine di novembre» e per lo spegnimento dell’Afo 5 (il più grande d’Europa) ne «è stato affidato lo studio alla Paul Wurth», che ha incominciato a raccogliere i disegni della struttura dell’altoforno, costruito dai giapponesi della Nippon Steel. È la risposta della società alla procura, che sabato sera ha lanciato l’ultimatum di cinque giorni per lo spegnimento degli impianti e la cessazione delle emissioni inquinanti. Una risposta illustrata in conferenza stampa dal direttore Adolfo Buffo, assente il presidente Bruno Ferrante. «Tutte le attività prescritte sono state realizzate e comunicate ai custodi giudiziari» ha affermato il rappresentante dell’Ilva. Difficilmente questo potrà indurre a ripensamento la procura di Taranto, che ha ripetutamente denunciato la non ottemperanza dell’azienda alle ordinanze della magistratura, in un continuo botta …

"Esodati, scontro governo-maggioranza", di Luisa Grion

Scontro diretto fra governo e maggioranza sul caso «esodati», quella categoria di lavoratori che – per via della riforma previdenziale e dell’allungamento dell’età pensionabile – rischia di restare «scoperta»: senza stipendio, ma ancora senza pensione. La riforma stessa salvaguarda la posizione di 65 mila persone, aumentate a 120 mila grazie ad un decreto firmato dal ministro Grilli venerdì scorso, ma la copertura non è sufficiente (l’Inps stima la platea interessata a 390 mila casi). Una proposta di legge bipartisan fissa nuove regole sulle salvaguardie da adottare, ma ieri, primo giorno di dibattito alla Camera per il ddl voluto da Pd e Pdl, sul caso è scoppiato l’ennesimo scontro. Al governo, infatti, la proposta della maggioranza non va bene: costa troppo, abbatte un principio fondante della riforma stessa (l’abolizione delle pensioni d’anzianità) e mette a repentaglio la tenuta dei conti e quindi la credibilità in Europa. Avvisi messi nero su bianco in una lettera inviata dal ministro Fornero oltre due mesi fa (il 7 agosto) alla Commissione Lavoro alla Camera, resa nota solo ieri. Occorre fare …

"Esodati, scontro governo-maggioranza", di Luisa Grion

Scontro diretto fra governo e maggioranza sul caso «esodati», quella categoria di lavoratori che – per via della riforma previdenziale e dell’allungamento dell’età pensionabile – rischia di restare «scoperta»: senza stipendio, ma ancora senza pensione. La riforma stessa salvaguarda la posizione di 65 mila persone, aumentate a 120 mila grazie ad un decreto firmato dal ministro Grilli venerdì scorso, ma la copertura non è sufficiente (l’Inps stima la platea interessata a 390 mila casi). Una proposta di legge bipartisan fissa nuove regole sulle salvaguardie da adottare, ma ieri, primo giorno di dibattito alla Camera per il ddl voluto da Pd e Pdl, sul caso è scoppiato l’ennesimo scontro. Al governo, infatti, la proposta della maggioranza non va bene: costa troppo, abbatte un principio fondante della riforma stessa (l’abolizione delle pensioni d’anzianità) e mette a repentaglio la tenuta dei conti e quindi la credibilità in Europa. Avvisi messi nero su bianco in una lettera inviata dal ministro Fornero oltre due mesi fa (il 7 agosto) alla Commissione Lavoro alla Camera, resa nota solo ieri. Occorre fare …

"Taranto specchio d'Italia", di Gad Lerner

Smettessimo di guardarla da lontano come una città polveriera – nel senso del veleno e dell’esplosivo – Taranto ci apparirebbe per quel che è: lo specchio, neanche troppo deformato, del degrado in cui sta precipitando l’Italia tutta. Puntuale degenera anche lo scontro istituzionale fra magistratura e governo tecnico, con la Procura che detta tempi ultimativi per lo spegnimento degli altiforni e il ministro Clini che accelera il varo di un’autorizzazione somigliante a una deroga mascherata. È proprio quel che speravano i padroni del Nord arricchitisi oltre misura, la famiglia Riva, che non appena la giustizia li ha perseguiti e ha sequestrato loro gli impianti, si sono messi a cavalcare la rivolta operaia. Mai vista prima dell’Ilva una borghesia industriale cimentarsi così sfacciatamente nel paternalismo protestatario. Rifornendo le maestranze impegnate nei blocchi stradali con i viveri dalla mensa aziendale. Chiamando allo sciopero i lavoratori senza tessera sindacale attraverso i capireparto. Facendo pervenire all’esterno i comunicati dei dipendenti asserragliati a 60 metri d’altezza sul nastro di carico dell’Altoforno 5, indovinate da chi? Direttamente dall’ingegnere responsabile della struttura, …

"Taranto specchio d'Italia", di Gad Lerner

Smettessimo di guardarla da lontano come una città polveriera – nel senso del veleno e dell’esplosivo – Taranto ci apparirebbe per quel che è: lo specchio, neanche troppo deformato, del degrado in cui sta precipitando l’Italia tutta. Puntuale degenera anche lo scontro istituzionale fra magistratura e governo tecnico, con la Procura che detta tempi ultimativi per lo spegnimento degli altiforni e il ministro Clini che accelera il varo di un’autorizzazione somigliante a una deroga mascherata. È proprio quel che speravano i padroni del Nord arricchitisi oltre misura, la famiglia Riva, che non appena la giustizia li ha perseguiti e ha sequestrato loro gli impianti, si sono messi a cavalcare la rivolta operaia. Mai vista prima dell’Ilva una borghesia industriale cimentarsi così sfacciatamente nel paternalismo protestatario. Rifornendo le maestranze impegnate nei blocchi stradali con i viveri dalla mensa aziendale. Chiamando allo sciopero i lavoratori senza tessera sindacale attraverso i capireparto. Facendo pervenire all’esterno i comunicati dei dipendenti asserragliati a 60 metri d’altezza sul nastro di carico dell’Altoforno 5, indovinate da chi? Direttamente dall’ingegnere responsabile della struttura, …