Tutti gli articoli relativi a: memoria

Carlo Ginzburg: “perchè è un errore punire i negazionisti”, di Simonetta Fiori

«Quello contro il negazionismo è un disegno di legge inaccettabile. Reputo grave il modo dilettantesco con cui la classe politica l’ha riproposto, senza tenere conto delle serie obiezioni mosse in passato su questo tema». Carlo Ginzburg è lo storico italiano più conosciuto all’estero. Figlio di due ebrei illustri, Leone e Natalia, ha intercettato nelle sue vaste ricerche il tema del complotto e della persecuzione. «È una materia scottante e molto dolorosa. Ma proprio per questo non ho paura dell’aggettivo “freddo”: è mancata un’analisi distaccata, fredda, razionale su un provvedimento che rischia di produrre effetti gravi». La nuova legge è ora affiorata in Parlamento in coincidenza di due fatti incrociati: la morte dell’aguzzino Priebke, seguita dalla vicenda tempestosa della sua sepoltura, e il settantesimo anniversario della razzia del Ghetto, con gli oltre mille ebrei condotti a morire. «Sì, questo duplice contesto ha creato una forte emozione pubblica. Ma le emozioni non sono mai consigliere di buone leggi. E allora la prima operazione che dobbiamo fare è recidere il legame tra questo nuovo disegno di legge e …

“La storia di Lea che sfidò le ‘ndrine”, di Silvana Mazzocchi

Picchiata, torturata e uccisa. Punita per aver osato trasgredire e ribellarsi ai vetusti codici delle ‘ndrine. Il suo corpo venne bruciato e le sue ossa frantumate in migliaia di frammenti. È Lea Garofalo, la testimone di giustizia per la cui morte la sentenza d’appello ha confermato nell’agosto scorso quattro ergastoli e distribuito una rosa di pene minori. I funerali con i suoi resti, ritrovati soltanto tre anni dopo grazie alle dichiarazioni un pentito, complice del suo ex compagno e degli altri suoi aguzzini, sono stati celebrati a Milano lo scorso 19 ottobre. E lo stesso giorno la storia di questa donna coraggiosa che osò sfidare omertà e sottomissione e quella di sua figlia Denise, divenuta la principale accusatrice di suo padre, è arrivato in libreria con La scelta di Lea, la ribellione di una donna alla ‘ndrangheta (Melampo) firmato da Marika Demaria, la cronista che, per Narcomafie, il giornale dell’Associazione fondata da Don Luigi Ciotti, ha seguito con precisione e passione i processi di primo e secondo grado per l’omicidio della giovane donna. Un simbolo …

“Destinazione 34° parallelo qui dove si salvano i disperati”, di Andrea Malaguti

Il mare ha restituito un altro cadavere. È lì sotto. Gonfio. Bianchiccio. Gelatinoso. I pesci si sono mangiati il naso, le orecchie, un pezzo della bocca. E quello che rimane del volto è girato verso l’alto. Le braccia larghe come se fosse crocifisso. E attorno al corpo una macchia bluastra. Dall’elicottero è impossibile dire se sia una vittima del naufragio del 3 o dell’11 ottobre. L’ha avvistato il tenente di vascello Riccardo Chericoni, a tre miglia da Lampedusa. Adesso. Alle 11 di mattina. Ha identificato il punto e chiamato i soccorsi. È lui che pilota l’AB 212 che integra il lavoro del pattugliatore Vega, una delle cinque navi della marina militare impegnate nell’operazione «Mare Nostrum». Una barriera più umanitaria che difensiva pensata per contenere, come se fosse possibile, questa mattanza che dura da vent’anni. Chericoni ha detto: «C’è qualcosa laggiù». E si è abbassato evitando che le pale sollevassero un’onda. «Che cos’ è quella macchia blu, tenente?». «Il corpo che si sfalda. In un processo che si chiama saponificazione», ha risposto ai due giornalisti a …

“Quella piazza un simbolo: Milano non si piega alla mafia”, di Oreste Pivetta

Forse capita per la prima volta che una figlia debba assistere nascosta ai funerali della madre. Assiste ma non può esserci, non può stare accanto alla bara, non può ricevere i saluti dei parenti e degli amici, non può stringere mani. Assiste, ma si deve nascondere. Unica prova della sua presenza, la voce. Perché Denise Cosco parla alle persone, alcune migliaia, che in piazza liberamente assistono al funerale di Lea Garofalo. La ferocia della mafia e delle sue regole è anche in questa distanza imposta senza pietà tra una ragazza e la madre, nell’aver ridotto una giovane donna ad alcune parole diffuse dagli altoparlanti. La mafia non sopporta i nemici. Chissà se Denise sarà riuscita a percepire la solidarietà di quanti si sono presentati ieri in piazza Beccaria, a Milano, davanti al comando dei vigili urbani, per quel funerale, mille duemila tremila persone, non una folla oceanica ma c’era il sindaco e il sindaco si spera sia la città, esprima il sentimento di una città, di Milano, di un popolo, di una regione, la più …

“La condanna per l’eccidio. Cefalonia. Giustizia è fatta, ergastolo”, di Adriana Comaschi

Sono passati settant’anni, ma ieri il boia di Cefalonia è stato condannato all’ergastolo. Alfred Stork, 90 anni, è stato giudicato colpevole dal Tribunale militare di Roma di aver ucciso 117 ufficiali italiani. Il verdetto arriva in contumacia. L’Anpi: «Finalmente». «Finalmente un po’ di giustizia». Le parole dell’Anpi fotografano un’attesa lunga 70 anni. Tanto ci è voluto infatti perché si arrivasse, ieri, alla prima condanna per l’eccidio di Cefalonia, perpetrato dai tedeschi nei confronti dei militari italiani della divisione Acqui. Ed è ergastolo per l’ex nazista Alfred Stork, 90 anni, giudicato colpevole dell’uccisione «di almeno 117 ufficiali». Una sentenza storica, anche per il riconoscimento del diritto al risarcimento (che verrà definito in seguito) delle parti civili, tra cui è stata ammessa l’Anpi. La sentenza di primo grado della seconda sezione del Tribunale militare di Roma, presieduta da Antonio Lepore, è senza precedenti in Italia sui fatti di Cefalonia, e la prima in Europa dopo Norimberga (i giudizi precedenti si sono conclusi con un’archiviazione, o per la morte dell’imputato). Il verdetto arriva però in contumacia: l’ex caporale …

“Con la memoria non si scherza”, di Silvia Ballestra

Giornata della memoria, musei, sacrari, programmi scolastici, seminari. E ancora: romanzi, film, correva l’anno, teche Rai, documentari di History Channel. La memoria istituzionalizzata, pubblica, condivisa, si regge su riti, luoghi, momenti che non si discutono. SEGUE A Eppure, la memoria è cosa fragile, a rischio, spesso sotto attacco di revisionismo, negazionismo addirittura. E quindi va protetta, sostenuta, alimentata, come giustamente non ci si stanca di ripetere. Eppure, puntualmete, anche il discorso sulla memoria può dividere. Tanto è benedetta, incoraggiata e sostenuta una memoria del ricordo, una memoria tramandata, tanto è derisa e vilipesa qualsiasi memoria «militante». Si sa, per definizione la memoria è cosa che pesca dal passato per guardare all’oggi e al domani. Eppure quando la memoria si declina al presente – quando per così dire si colgono i frutti di quel ricordo difeso e protetto, quando si mette in pratica la lezione della memoria – ecco scattare i distinguo, le dissociazioni, ecco spuntare un «buonsenso» che quella memoria tende a negarla. Si dirà (e si è detto) che quello di Albano Laziale non …

“Un balletto grottesco”, di Luigi La Spina

Il lamento è ormai diventato un luogo comune: gli italiani non hanno senso dello Stato. Ma come si fa ad averlo, se neanche lo Stato ha senso dello Stato? Il grottesco balletto funebre della salma di Priebke nella provincia romana, tra omaggi neonazisti e aggressioni di discendenti delle sue vittime, lo dimostra, purtroppo, con una evidenza umiliante. Come facciamo a pretendere che i nostri concittadini rispettino le istituzioni, osservino le leggi, paghino le tasse a uno Stato che, di fronte a un caso del genere, offre all’opinione pubblica, anche internazionale, un tale squallido spettacolo? Era davvero imprevedibile che la morte del centenario criminale nazista non aspettasse decenni per porre il problema della sua sepoltura? È ammissibile che sul caso del responsabile di uno dei più sconvolgenti delitti della follia umana, o meglio disumana, lo Stato italiano riuscisse a squadernare tutti i peggiori e i più meschini difetti del nostro pubblico costume: l’improvvisazione, la piccola furbizia, il palleggio delle responsabilità, l’assoluta mancanza di autorevolezza e di credibilità dei suoi funzionari? Ripercorrere le scene che, in questi …