Tutti gli articoli relativi a: memoria

Il ricordo contro le mafie "non uccidiamoli ancora", di Osvaldo Sabato

Quando sul palco si alternano le voci di chi legge uno per uno i nomi delle vittime della mafia, il silenzio è irreale nella grande piazza vicina allo stadio di Campo di Marte. Viene interrotto solo dagli applausi della gente. Sullo sfondo la marea dei centocinquantamila, che ieri a Firenze hanno sfilato in corteo nella Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo di chi ha perso la vita sotto i colpi della mafia, camorra e ‘ndrangheta, organizzata da Libera e Avviso Pubblico. Tanti gli striscioni, le bandiere (ci sono anche quelle dei sindacati di Cgil, Cisl e Uil) e i palloncini colorati. In testa al lungo serpentone i familiari delle 900 vittime. I Gonfaloni dei comuni e della Province fanno da contorno, come la lunga bandiera della pace che idealmente abbraccia chi ha dovuto sopportare il dolore per un parente o un figlio ucciso dalla criminalità di stampo mafioso. Sul palco ad uno ad uno sono ricordati i nomi dei magistrati, giornalisti, uomini delle forze dell’ordine e bambini morti per mafia. Dietro di loro una …

"La lezione di Aldo Moro", di Roberto Gualtieri

Questo trentacinquesimo anniversario del rapimento di Aldo Moro cade in un momento particolarmente delicato della vicenda storica della democrazia italiana. Un momento di crisi che sollecita una riflessione sull’eredità della figura e dell’opera dello statista pugliese e sul significato storico-politico della sua tragica fine. Una riflessione che trascenda i confini del cosiddetto «caso Moro» e si misuri con la parabola complessiva del suo impegno politico. Liberando il prigioniero dalle mura di un carcere che si è proiettato nell’immaginario e nella storiografia in una duplice forma: da un lato con la rimozione della sua azione di statista e di dirigente, oscurata o banalizzata dalla preponderante storiografia sui “misteri” del suo assassinio. Dall’altro con la distruzione morale della sua figura operata dalle Brigate Rosse attraverso la sapiente manipolazione delle sue lettere e la capacità di affer- mare, come ha rilevato Miguel Gotor, l’interpretazione tendenziosa di una «casta» politica (termine in voga presso le Br) che rese inevitabile l’uccisione Moro perché si rifiutò di trattarne la liberazione per ragioni di lotta politica interna. Al contrario, una adeguata «intelligenza …

"Addio a Teresa Mattei partigiana e femminista", di Simonetta Fiori

Fu sua l’idea della mimosa, per la festa dell’8 marzo. E riuscì a spuntarla su Luigi Longo, che voleva regalare le violette, come era d’uso in Francia. Ma a Teresa Mattei apparve più giusto un fiore povero, quel velluto giallo gialle diffuso nelle campagne. È morta ieri nella sua casa di Usigliano (Pisa) la più giovane dei Costituenti. Partigiana, combattente nella formazione garibaldina, Teresa era nata a Genova il primo febbraio del 1921. A 21 anni l’iscrizione al Pci, un partito ancora clandestino. “Chicchi” il suo nome di battaglia: a lei e al suo gruppo s’ispira Roberto Rossellini per l’episodio fiorentino del celebre Paisà. Non manca il coraggio, alla combattiva Chicchi. Anni più tardi ricorderà il ruolo giocato nell’uccisione di Giovanni Gentile, che lei conosceva dai tempi dell’università, essendosi laureata a Firenze in filosofia. «Per fare in modo che i gappisti lo riconoscessero», racconterà Teresa, «alcuni giorni prima li accompagnai presso l’Accademia d’Italia della Rsi, che Gentile dirigeva». Mentre lo studioso usciva dal suo studio, lo indicò ai partigiani. «Lui mi scorse e mi salutò». …

"Dalle operazioni di Previti alla conversione di Razzi e Scilipoti tutte le campagne acquisti di Silvio", di Sebastiano Messina

E ancora una volta gli aveva affidato il comando delle operazioni, diciamo così, sotto copertura. Il guaio numero uno, il Grosso Guaio, era che il Polo aveva vinto le elezioni del 27 marzo 1994 ma non aveva la maggioranza al Senato: servivano almeno altri tre voti, oltre ai suoi 156, per ottenere la fiducia. Il guaio numero due, il problema del giorno, era che alla prima votazione per il presidente del Senato era in vantaggio Giovanni Spadolini. Ed era stato proprio Previti, quando Berlusconi era tornato dal Quirinale rivelando di aver confidato a Scalfaro la propria disponibilità a votare per Spadolini, a stopparlo seccamente: «Abbiamo vinto noi, le presidenze ce le prendiamo tutte e due: la Pivetti alla Camera e Scognamiglio al Senato ». Berlusconi, alla fine, si era convinto. Ma adesso le cose non stavano andando come dovevano andare, e Previti era a caccia di voti. «Ci hanno presi uno per uno, promettendoci questo e quello» confidò sottovoce a un cronista il romagnolo Romano Baccarini, senatore centrista e dunque – sulla carta – corteggiabile. …

Giorno del ricordo. Restituita memoria a infoibati ed esuli

“La vicenda degli esuli giuliano/dalmati è una delle pagine più drammatiche della nostra storia. Nel martoriato confine orientale, l’odio etnico e il furore ideologico determinarono, in una terribile concatenazione di eventi, la pulizia etnica e l’esodo di migliaia di italiani”. Lo afferma il Segretario nazionale del Pd, Pier Luigi Bersani, nella Giornata del ricordo. “Questa Giornata – prosegue Bersani – restituisce all’Italia la memoria di un dramma per troppo tempo negato e permette a ogni cittadino di sentirsi parte di un’unica comunità. Coltivare la memoria e la storia di quegli eventi è necessario per il rispetto dovuto ai 20 mila infoibati e alla dignità offesa di 350 mila profughi istriani, fiumani e dalmati. E’ fondamentale che in quel confine si sia lavorato, in questi anni, per sanare le ferite del passato e che si possa oggi guardare con fiducia a un futuro di convivenza e di collaborazione. Alle nuove generazione spetta il compito di impegnarsi affinché l’umanità possa emanciparsi dall’odio e dal pregiudizio. I giovani devono fare in modo che la democrazia, la libertà e …

Nell’asilo senza confini tra l’Italia e la Slovenia, di Jenner Meletti

Avrà un recinto robusto, l’asilo nido, così i piccoli potranno giocare in giardino, salire sullo scivolo, senza paura delle auto che passano. Ma sarà un asilo senza confini. «Poslus slavic, kuo puoje/poslus, kuo ljubo klice», canteranno i bambini sloveni. «Ascolta come l’usignolo canta / ascolta come chiama l’amata», risponderanno i piccoli italiani. Senza bisogno di traduzioni, perché nel primo asilo senza confini Paul, Zuan, Josef scambieranno i giocattoli e anche le parole con Luigi, Antonio, Pietro. «In questa terra — dice Piergiorgio Domenis, 57 anni, sindaco di Pulfero — il confine era davvero una cortina di ferro. Qui finiva un mondo e al di là della sbarra ne cominciava un altro. Siamo stati separati e “nemici” per decenni. Adesso, nel nuovo asilo nido, cresceranno assieme i bambini di Pulfero e quelli di Caporetto, oggi Kobarit, in Slovenia. I loro genitori passano da qui, per andare a lavorare a Cividale. In questa terra spaccata, costruiamo il nuovo sulle ceneri della frontiera». L’edificio esiste già e sono arrivati 40.000 euro della Regione Friuli per trasformare l’ex scuola …

Silvio il nostalgico,di Barbara Spinelli

Fece bene quando uccise Matteotti, incarcerò gli oppositori? Quando inviò l’esercito in Etiopia, ordinandogli di usare i gas asfissianti a scopo di sterminio? Quando entrò in guerra accanto a Hitler, e non per evitare una vittoria tedesca troppo vasta ma convinto da sempre che urgeva vendicare l’oltraggio del ’14-18? Oppure fece bene perché seppe governare accentrando tutti i poteri, reintroducendo la pena di morte, soggiogando l’amministrazione della giustizia? Quando si incontra un politico provocatore, che consapevolmente sceglie il giorno in cui si ricorda la Shoah per inquinare il consenso antifascista da cui è scaturita la Costituzione, è sempre la seconda domanda quella che conta, che aiuta a capire, e la seconda domanda purtroppo è mancata. Ma in fondo quel che vorremmo sapere lo sappiamo già, perché Berlusconi non è caduto dal cielo: né oggi né nel ’94. Perché quel consenso è stato gracile sempre, a dispetto delle commemorazioni, e lui quest’oscurità italiana la sa, l’attizza, ne fa tesoro. Non aveva mai parlato in questo modo del fascismo, ma sul Regime, e sulla Resistenza, ha già …