Tutti gli articoli relativi a: memoria

Napolitano: “Ecco perché l’Italia deve farcela in Europa si aprono nuove strade si vada verso l’Unione politica”, di Eugenio Scalfari

Con il Presidente abbiamo concordato di scambiarci idee e opinioni su quanto sta accadendo in Italia e in Europa ed io metterò in carta i suoi pensieri e le sue valutazioni, ma non sarà un compito facile con i tempi che corrono e la crisi che continua ad infierire ormai da quattro anni. L’auto è arrivata al Castello. Girando a destra si va verso il mare, a sinistra una breve salita conduce alla residenza. Ci sono stato molte volte con Sandro Pertini, con Cossiga, con Ciampi ed anche con Napolitano due o tre anni fa. Ora siamo arrivati. Napolitano mi viene incontro e mi conduce in una piccola stanza. In un tavolo c’è la televisione, accanto alla finestra che guarda sul prato un tavolinetto con due sedie. Chiedo il permesso di togliermi la giacca, lui m’aiuta a sfilarmela; indossa una maglietta azzurra, io resto in maniche di camicia. Ci sediamo e la nostra conversazione comincia. Non posso tuttavia esimermi dal chiedergli le sue reazioni ad una vera e propria campagna che è stata lanciata contro …

"Se l’emergenza non finisce mai", di Barbara Spinelli

Non credo che il Presidente della Repubblica abbia da temere le critiche che da qualche settimana gli vengono rivolte sui rapporti intercorsi con Nicola Mancino prima che questi venisse indagato per falsa testimonianza nelle indagini su Stato e mafia. Non credo nemmeno che le critiche possano affliggere Monti, perché il presidente del Consiglio ha una sua forza autonoma, che nasce da delicati equilibri interni garantiti dal Quirinale. Ma anche, e in misura crescente, da equilibri europei e internazionali. Lo stesso si dica per il capo dello Stato: l’autorità che ha acquisito chiudendo gli anni berlusconiani non si cancella, e l’improprio favore che dal Quirinale è venuto a Mancino non l’indebolisce oltremisura. Viene in mente la prefazione di Roberto Scarpinato alla raccolta di scritti di Falcone e Borsellino: tutto quello che sentiamo ufficialmente dire su mafia e politica sono eventi che vanno in scena(Le ultime parole di Falcone e Borsellino, Chiarelettere 2012). Ma esistono eventi non detti, banditi (il «gioco grande» del potere cui alludeva Falcone), che restano fuori scena. E il chiarimento sembra non venire …

"La miniera di Marcinelle diventa patrimonio Unesco", di Marco Zatterin

Forse non c’era bisogno del certificato. Il Bois du Cazier è scolpito nel patrimonio di tutti, da quell’8 agosto di 56 anni fa in cui nelle viscere della terra persero la vita 262 minatori tra cui 136 italiani. La tragedia della miniera di Marcinelle ha impiegato poco a diventare il simbolo di un’epopea drammatica e gloriosa, un luogo della memoria fra i più simbolici per l’emigrazione del dopoguerra, la seconda più grave sciagura nel suo genere dei tempi moderni. Era un lembo di ricordo collettivo eppure è stato a lungo sul punto di diventare un supermercato. Ora è chiaro che non succederà più. L’Unesco l’ha riconosciuto, insieme con altri tre siti minerari della Vallonia, patrimonio dell’umanità, come il centro storico di Firenze o Mont Saint-Michel. E l’ha salvato per sempre dalla speculazione. Il carbone al Cazier non lo estraggono dal 1967. Dalla fine del conflitto sono stati 140 mila gli italiani venuti in Belgio per scavare sino a mille e passa metri nel sottosuolo. I loro posti di lavoro venivano scambiati per carbone da importare, …

Se la violenza è di stato", di Alessio Postiglione

La qualità democratica di un sistema politico è data soprattutto dai limiti all’esercizio della “violenza legittima”, come la definiva Max Weber, attraverso cui lo stato esercita la sovranità. Il processo relativo al caso di Federico Aldrovandi, da poco conclusosi con una sentenza di condanna per quattro poliziotti, ci interroga sullo stato di salute democratica del nostro Paese. In Italia, prevale o no la violenza legittima? Fra presunte trattative statomafia e stragi di stato, è indubbio che non ce la passiamo molto bene. La sensazione è che la violenza illegittima di stato sia per noi una patologia recidiva dalla quale non riusciamo a guarire. Per curarci, avremmo bisogno di individuare la malattia con franchezza, di parlarne e capire cosa la generi. Operano, invece, pericolosi meccanismi di rimozione psicanalitica. Lo dimostrano gli insabbiamenti e le reticenze che hanno riguardato il caso Aldrovandi, per i quali c’è un processo in corso. Il silenzio, infatti, è l’epifenomeno della negazione che ci accompagna oggi come all’epoca della mattanza alla caserma di Bolzaneto o della morte di Stefano Cucchi. Facciamo finta …

«Dolore e rabbia, la mia Ustica». Tutte le crepe nel muro di gomma, di Salvatore Maria Righi

Elisabetta, come Sally di Vasco, è una donna che non ha più voglia di fare la guerra. Elisabetta, come Sally, ha patito troppo, e ha visto cosa ti può crollare addosso. A lei è successo trentadue anni fa, nell’alba dell’estate e della sua giovinezza, mentre un aereo bianco e rosso spariva dai radar e veniva inghiottito, chissà come e chissà perché, nel blu del mare. Aveva 18 anni, Elisabetta Lachina, e la sua vita in un certo senso ha avuto un cedimento strutturale che, invece, nonostante quello che dicevano, non ha sicuramente avuto il Dc9 che è partito da Bologna, ma a Punta Raisi non ci è mai arrivato. Dal 27 giugno ’80 a oggi: tutti gli articoli dell’Unità La fotostoria dall’archivio storico dell’Unità Per questo anche oggi, come tutti gli anni, si daranno appuntamento lei e gli altri che sono sopravvissuti alla strage, che ha vittime dirette ma anche quelle indirette, ossia chi resta e deve rimettere insieme i pezzi, accarezzare i ricordi e trovare un po’ di pace. Ancora una volta a Bologna, …

"Ustica, 32 anni dopo il dovere della verità", di Romano Prodi e Walter Veltroni

Caro direttore, il 27 giugno 1980 un aereo civile della compagnia Itavia doveva, da Bologna, raggiungere Palermo. Non arrivò mai. Quel volo fu spezzato, ottantuno innocenti cittadini persero la vita. Sono trascorsi 32 anni, ma quella data non può e non deve essere dimenticata. Per questo, innanzitutto, vogliamo rinnovare la nostra vicinanza ai parenti delle vittime che per tanti anni, nel loro dolore, hanno tenuta viva l’attenzione su questa tragedia, con una richiesta di verità e giustizia che si è fatta salvaguardia dei valori democratici. Il Presidente della Repubblica Napolitano, in occasione del “Giorno della Memoria” del 2010 dedicato alle vittime del terrorismo, affermò che «intrecci eversivi», «forse anche intrighi internazionali, opacità di comportamenti da parte di corpi dello Stato e inefficienza di apparati, hanno allontanato la verità sulla strage del DC 9». Queste parole sono rimaste nella coscienza di tutti gli italiani e diventano ancora più intense davanti allo stato d’animo di chi – indelebilmente ferito da questa tragedia – denuncia il rischio che oggi, passati tanti anni dal 1999 (quando la sentenza-ordinanza del …

"I miei 90 anni tra le stelle", di Margherita Hack

Ho vissuto gli anni bui del fascismo ma poi l’Italia è rinata dopo la guerra. Mi ricordo le leggi razziali: la mia professoressa di Scienze, Enrica Calabresi, venne allontanata perché ebrea e si suicidò in carcere. Però, dopo 20 anni da incubo, il Paese si è rialzato. Ai giovani dico: affrontate la vita come una gara. Oggi compio novant’anno. Si può dire che ho vissuto quasi un intero secolo. Anzi, se mi guardo indietro e torno con la memoria fino ai racconti che mi faceva il babbo quando ero piccolina, mi sembra di aver vissuto più d’un secolo. Il babbo mi raccontava della miseria che c’era nel nostro Paese dopo la prima guerra mondiale, dei tanti disordini e degli scioperi continui che resero possibile l’avvento del fascismo. Tutta la mia infanzia l’ho vissuta sotto il fascismo, per la verità senza capire molto di quello che accadeva. Ricordo le ultime elezioni del ’29: un nostro conoscente ci raccontava che le schede erano semitrasparenti, quelle a favore del fascismo avevano un tricolore disegnato sopra, quelle contrarie erano …