Tutti gli articoli relativi a: memoria

Napolitano ricorda i 335 martiri e l'Unità. Fosse Ardeatine, gli studenti e la memoria

Il capo dello Stato depone una corona al mausoleo per le vittime dell’eccidio nazista del ’44. Politici e scuole da Roma e province. L’Anfim: “L’Italia che amiamo”. Omaggio alle due vittime riconosciute grazie all’esame del dna. I 335 nomi scorrono in un elenco interminabile. La lettura è stata il momento più toccante della commemorazione dei martiri delle Fosse Ardeatine, avvenuta questa mattina nel memoriale. Anche perché nel giorno del 67° anniversario dell’eccidio nazista del 1944 due delle 12 vittime ignote che allora furono fucilate hanno avuto un nome. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, deponendo una corona di alloro al mausoleo, ha ricordato l’orrore: “questa vicenda delle fosse Ardeatine è forse la più emblematica della ferocia che assunse la presenza nazista in Italia”. Alla cerimonia hanno partecipato il vicepresidente della Camera Rosy Bindi, il presidente della Regione Renata Polverini, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il parlamentare del Pd Walter Veltroni, il Generale di Corpo d’armata Mario Marioli, comandante militare della Capitale, e, in rappresentanza della Provincia, Giuseppina …

Bologna ricorda Marco Biagi "Da lui una lezione morale"

La moglie Marina partecipa alla deposizione di corone nella piazzetta, a due passi da casa, intitolata al giuslavorista. Il messaggio del presidente del Senato Renato Schifani: “La sua vicenda continui a essere un monito per tutti”: Sacconi: “Mirafiori e Pomigliano nel suo segno” A nove anni dall’omicidio di Marco Biagi, avvenuto la sera del 19 marzo 2002 in via Valdonica, sotto il portone di casa, per mano delle Nuove Brigate rosse, Bologna ricorda la figura del giuslavorista. Una biciclettata in serata, lungo l’itinerario che il professore era solito compiere dalla stazione quando rientrava da Modena, anticipata nel primo pomeriggio dalla deposizione delle corone in piazzette Biagi, a due passi da via Valdonica. www.bologna.repubblica.it ****** ERRANI: ‘CONFRONTARSI SENZA IDEOLOGIE: E’ LA LEZIONE DI MARCO’ “Il modo migliore per ricordare Marco Biagi e’ confrontarsi sul lavoro seguendo il suo spessore scientifico e la sua capacita’ di modernizzazione: ci ha insegnato a farlo stando sempre fuori dalle ideologie”. Questo il ricordo del presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, presente alla commemorazione, ha ricordato così Marco Biagi. Il …

Vittime mafia, il giorno del ricordo Ingroia: "Un grande segnale"

A Potenza la 16esima edizione dell’iniziativa per ricordare le persone uccide dalla criminalità. Don Ciotti: “L’elenco è sempre più lungo, ma il nostro Paese se ne dimentica troppo in fretta”. Ingroia: “Ecco l’talia che crede nella giustizia e nella Costituzione”. Un elenco sempre più lungo, e un Paese dalla memoria corta. Così don Luigi Ciotti alla partenza del corteo con il quale si è aperta a Potenza la 16esima Giornata della Memoria, organizzata dall’associazione Libera 1 per ricordare le vittime della criminalità organizzata. “Il nostro Paese si è dimenticato troppo in fretta di tanti nomi di persone uccise dalle mafie – ha detto il sacerdote, responsabile nazionale dell’associazione – per questo ogni anno vogliamo leggere quello che, purtroppo, è un elenco sempre più lungo. Così come è importante che l’impegno sia di tutti i giorni perché la speranza e la libertà devono essere un impegno quotidiano”. Ad aprire il corteo, partito da piazza Bologna e poi confluito nel piazzale antistante la Regione, c’erano Filomena Iemma e Gildo Claps, ovvero la madre e il fratello di …

"150°, Napolitano si commuove "L´umiltà guidi chi serve lo Stato". Torino, Cota fischiato anche dai bambini. È polemica", di Umberto Rosso

Elogio del «dovere dell´umiltà», primo requisito per gli uomini che guidano le istituzioni. Chi governa, a qualunque livello, farebbe bene poi ad ispirarsi ad un principio: non concentrare «troppi poteri» nelle proprie mani. Quando infine arriva il momento di cedere il passo, lasci, senza incollarsi alla poltrona. E´ con questo richiamo, giusto mentre Berlusconi annuncia che lui il potere non lo lascerà mai nelle mani dei comunisti, che Giorgio Napolitano sbarca a Torino. Seconda tappa delle celebrazioni per i 150 anni, travolta dall´entusiasmo per lui lo accoglie la prima capitale dell´Italia unita. E lui, felice, ricambia: protocollo stravolto, ferma più volte il corteo presidenziale, va a salutare grandi e piccini con le bandiere, superlavoro per gli addetti alla sicurezza. Il leghista governatore Cota che va a riceverlo invece si becca i fischi, perfino di una classe di bambini di elementari. La maestra rivendica, «giusto protestare contro il secessionismo», il Pdl e la Lega si indignano e ne fanno un caso di strumentalizzazione degli alunni, «è disgustoso». Però a Torino l´aria che si respira è di …

"Il Carroccio disunito", di Michele Brambilla

I leghisti hanno boicottato le celebrazioni o vi hanno partecipato obtorto collo. Era scontato. Molto meno scontato, però, era che la Lega desse una prova di disunità non solo d’Italia, ma anche di partito. Contrariamente alla loro tradizione, infatti, dirigenti e militanti non si sono presentati compatti all’appuntamento. Già nei giorni scorsi c’erano stati alcuni segnali. Ad esempio a Milano, nel consiglio regionale, i lumbard se n’erano andati al bar mentre suonava l’inno di Mameli; però il leghista Davide Boni, che è presidente di quella assemblea, era rimasto in aula: con l’entusiasmo di chi deve pagare una cambiale, ma c’era rimasto. Ieri poi un po’ tutto il partito ha dato l’impressione di non saper tenere la barra dritta. A Montecitorio s’è presentato un solo parlamentare leghista, tale Sebastiano Fogliato. Però i membri del governo c’erano tutti. Maroni a domanda sulla sua presenza aveva risposto «lasciatemi in pace», mostrando un certo nervosismo: però c’era. Bossi, che negli anni passati ci aveva fatto sapere quale uso avrebbe fatto del tricolore, c’era anche lui. Non ha applaudito il …

"La festa di un popolo", di Ezio Mauro

Grazie allo spirito unitario, costituzionale e repubblicano della sua presidenza, Giorgio Napolitano è infine riuscito a trasformare in una festa nazionale e di popolo il centocinquantenario dell´unità d´Italia. Il tricolore alle finestre e ai balconi, le famiglie nelle piazze imbandierate e nei palazzi delle istituzioni aperti per l´occasione, l´inno di Mameli cantato per le strade: un popolo di cittadini ha unito patria, unità e costituzione in un nuovo sentimento nazionale che la politica non potrà ignorare. Solo la Lega ha voluto andare pubblicamente in minoranza rispetto a questo nuovo patriottismo repubblicano, che non è di parte ma è costitutivo di un´identità nazionale finalmente risolta e riconosciuta. Assenze vistose a Montecitorio, solo Bossi e i ministri presenti come per un vincolo istituzionale, due deputati e nient´altro. È un´occasione perduta per i leghisti, chiamati ad una prova culturale e politica di governo e di responsabilità davanti all´intero Paese. Ma è anche un gesto fortemente minoritario e ideologico, di chi si autoesclude da una festa di popolo puntando sulle divisioni e sulle differenze, fino al punto da non …

"Centocinquant'anni di Unità d'Italia. La trappola di credere che non siamo una nazione", di Stefano Folli

È singolare che qualcuno si preoccupi di un eccesso enfatico nelle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità. A dire il vero in tali manifestazioni non si scorge traccia né di enfasi né di retorica. Non solo per l’ottimo lavoro svolto dal comitato presieduto da Giuliano Amato (e prima di lui da Carlo Azeglio Ciampi), ma soprattutto perchè l’atmosfera di questo 17 marzo è tale da suggerire una generale sobrietà. Si è detto che il modo giusto di celebrare consiste nel riflettere sull’identità italiana, sulle sue opportunità e i suoi limiti. Ma non è ciò che sta accadendo? In una nazione che troppo spesso è priva di memoria e non crede nel futuro, quasi vivesse in un eterno presente, il centocinquantenario ha spinto molti a riflettere. Forse è la prima volta che accade. Nel 1911 i primi cinquant’anni furono festeggiati – mentre le nostre truppe occupavano la Libia – nel registro glorioso di un’Italia che si pretendeva grande fra i grandi nel concerto europeo. Nel 1961 il centenario coincise con il miracolo economico al suo culmine. L’espansione …