Tutti gli articoli relativi a: memoria

"Cinismo e valori", di Corrado Stajano

Giorgio Ambrosoli non è stato dimenticato. Trentun anni dopo il suo assassinio nel centro di Milano, vicino alla basilica di San Vittore, le ragioni della memoria di quel che accadde —un uomo che si fa uccidere nel nome dell’onestà— sono rimaste intatte. Una contraddizione in un tempo come il nostro dove la corruzione diffusa impedisce lo sviluppo, dove la violenza dei poteri criminali è pressante, dove la politica ha perso spesso il rispetto di se stessa. Ma questo panorama intristito del paese non ha impedito che negli anni strade, piazze, scuole, biblioteche, aule universitarie siano state dedicate a Giorgio Ambrosoli. Il suo nome è diventato infatti un modello morale e civile. Stasera alle 23,50 su Raidue, la puntata della «Storia siamo noi» di Giovanni Minoli è dedicata all’avvocato di Milano ucciso l’11 luglio 1979 da un killer venuto dagli Stati Uniti su mandato del finanziere Michele Sindona. Il documentario, «Qualunque cosa succeda. Storia di Giorgio Ambrosoli» di Alberto Puoti, prende il titolo dal libro di Umberto Ambrosoli, il figlio dell’avvocato, uscito nel giugno dello scorso …

"Via agli esploratori della memoria per riscoprire la Resistenza", di Tatiana Salsi

Nel marzo 1944 in tanti son partiti per andare tra i monti. Mancava un anno alla Liberazione e la battaglia più dura sarebbe arrivata da lì a poco. Giovani e pieni di una volontà che non sarebbe poi venuta a mancare ai più fortunati, per tutti gli anni successivi. I più non avevano mai preso in mano un’arma e all’improvviso si sarebbero trovati combattenti, spesso anche senza armi adeguate perché la Resistenza si faceva con poco, con gli avanzi e con quello che si recuperava dalle battaglie. La montagna reggiana ha molto da raccontare. Custodisce memorie e anche i segreti delle persone semplici. Ecco perché è tra i monti che si impara la storia della Resistenza. Una storia che raccoglie l’interesse di molti stranieri che arrivano a Reggio Emilia per farsi raccontare quelle pagine di storia dai protagonisti, i partigiani. Arrivano soprattutto dalla Germania e sono giovani con la passione della storia e che – lontano da revisionismi e rancori storici – cercano lo sguardo più vero per leggere le pagine dei libri. Sono già …

"Un eroe del Sud", di Ermete Realacci

Meno di un mese fa, durante le vacanze, ho trascorso un’intera giornata insieme ad Angelo Vassallo. Non la finiva più di raccontarmi tutto quello che aveva fatto e stava facendo per la sua terra. Con orgoglio e passione mi mostrava i risultati di quella battaglia vinta, oppure il centro culturale multiservizi per gli anziani appena inaugurato, o ancora un angolo nascosto del suo meraviglioso territorio. Mentre assaporavamo fichi del Cilento. Angelo era un amico, un uomo coraggioso che amava la sua terra e le sue origini di pescatore e che aveva fatto dell’ambiente e della lotta all’illegalità le sue bandiere. Sapeva che per il futuro dell’amato Sud, lottare contro la devastazione dell’ambiente e contro la criminalità organizzata era come combattere con due facce della stessa medaglia e che per guardare al futuro bisognava scommettere sui talenti del territorio. Su questi temi aveva costruito l’impegno della sua amministrazione comunale che governava dal 1995 con una sola breve interruzione di sei mesi. Era un ottimo sindaco, di quelli che fanno buona politica e dai quali si dovrebbe …

"Tre libri e un film: per non smettere di rileggere Treblinka e la Shoah", di Giorgio Fontana

Anche solo iniziare una recensione di opere sull’Olocausto — e sul mattatoio di Treblinka nel dettaglio — significa entrare in un ginepraio. Quest’anno però sono apparsi alcuni testi davvero interessanti e molto diversi fra loro — più la riedizione del film Shoah di Lanzmann — che sembrano proporre, messi l’uno accanto all’altro, uno spettro di letture comparate. Un modo di guardare a Treblinka e all’Olocausto attraverso il reportage, la testimonianza in prima persona, la poesia, e il documentario. Quattro lenti diverse per una stessa tragedia, che non finiremo mai di indagare e riportare alla luce. 1. Grossmann all’inferno Scritto ai tempi in cui Grossmann aderiva ancora al comunismo, L’inferno di Treblinka pecca di qualche inesattezza e alcuni momenti agiografici verso la Russia di Stalin (e dei gulag). Ciò nonostante, rimane un documento di enorme valore umano. La compassione che muove Grossmann, infatti, non toglie nulla alla lucidità della sua penna: rende anzi le descrizioni ancora più accorate. Nel campo di lavoro di Treblinka confluivano soprattutto prigionieri politici: e per diventarlo, era sufficiente una battuta casuale …

count.gif

"La saggezza della Costituzione", di Andrea Manzella

I cimiteri parlamentari sono pieni di governi che si ritenevano indispensabili o inamovibili. E questo perché in tutti i paesi in cui si elegge un libero Parlamento, questo ha la possibilità di mandare a casa, con la sua sfiducia, qualsiasi governo e di costruirne, con nuova fiducia, un altro. È così semplice questa verità del costituzionalismo che non si capisce l´intolleranza scatenatasi contro chi pacatamente la ricorda. O meglio si capisce benissimo. Prima che canti il gallo di una eventuale crisi, con esiti parlamentari “normalmente” aperti, è utile cercare d´imporre un pensiero unico sulla sua soluzione. Rinnegando, per tre volte, la Costituzione e la stessa invocata legge elettorale. La Costituzione (all´articolo 94, sulla fiducia, «accordata» o «revocata») la legge elettorale (che consente, articolo 14 bis, l´indicazione del «Capo Unico della coalizione» ma, esplicitamente dice che «restano ferme le prerogative spettanti al presidente della Repubblica, in base all´articolo 92 della Costituzione», sulla nomina del premier) e ancora la Costituzione (all´articolo 88: lo scioglimento delle Camere, come decisione del capo dello Stato, sentiti i loro presidenti). Come …

count.gif

"Sovranità popolare in salsa di destra", di Carlo Galli

Dunque, le pressioni della destra, le minacce, le grida al tradimento, dopo tutto restano. Solo, vanno intese come legittime posizioni politiche, e non devono essere prese alla lettera. Come dire che c´è una sostanza politica – la sovranità del popolo – e una forma, il dettato costituzionale. Caro, quest´ultimo ai barbogi cultori delle scartoffie. Mentre i politici di destra, anzi il popolo della libertà, guardano alla Costituzione come si conviene: come a una varia ed eventuale, da mettere all´ultimo posto nell´ordine del giorno della politica. Al primo, naturalmente, la sovranità del popolo. Questa è la nuova linea che emerge dai comunicati con cui i capigruppo parlamentari della maggioranza hanno risposto alla durissima e ultimativa nota del Quirinale; una linea che consiste nell´ammettere a denti stretti che il potere di scioglimento delle Camere è del Capo dello Stato e non del Presidente del Consiglio, e al tempo stesso nel ribadire che egli se ne deve servire come vuole la destra, cioè nell´eventualità di una crisi di governo deve ricorrervi in pratica automaticamente. E ciò per non …

"Cinisi, i cento passi di Veltroni in memoria di Impastato", di Manuela Modica

Da una parte i dati, dall’altra i passi. Contro la mafia. Il ferragosto in Sicilia va così. A Palermo, il ministro dell’Interno Roberto Maroni, in conferenza stampa, assieme al ministro della Giustizia Angelino Alfano, conta: «Sono stati catturati in media otto mafiosi al giorno. Sono stati sequestrati e confiscati alla mafia beni per 14,9 miliardi di euro». Ecco il risultato «della strategia del governo contro la mafia». A Cinisi c’è, invece, Walter Veltroni. Conta i passi verso uno di quei beni confiscati alla mafia, la casa di Tano Badalamenti. “Siamo già arrivati?”, chiede, perché il passo verso la mafia in Italia è breve. E non è un numero: “Ma ca fannu tutti sti turisti qua?”. Sono domande che ci si fa dal barbiere. A Cinisi, di turisti non se ne vedono tanti, ma ormai si sa: “A vedere la casa di quel rompicoglioni sono venuti”. Sono chiacchiere di paese, dove le chiacchiere piacciono solo là, solo dentro. È qui che Peppino Impastato, il rompicoglioni “ca non si faceva i fatti suoi”, muoveva i primi passi. …