"Una verità in ritardo", di Miguel Gotor
La tragica notte della Diaz è di quelle che segnano la memoria di una generazione. La vita di chi c’era ma anche di quanti, davanti alla tv o al pc, assistettero impotenti a quella brutale violenza di Stato e alla manipolazione propagandistica dei giorni successivi da parte dell’allora premier Berlusconi e del ministro Scajola. Iragazzi e le ragazze vittime di quella feroce prepotenza hanno finalmente trovato giustizia: soltanto undici anni dopo, però, ora che sono diventati uomini e donne e le ferite di quella notte si sono rimarginate, ma non le cicatrici che bruciano ancora. Di recente un film di Daniele Vicari, fedelmente tratto dagli atti processuali, ha riportato alla memoria la macelleria di quei giorni, le ore sudamericane che toccarono in sorte alla Genova civile e antifascista del luglio 2001, ma tra il pubblico ha prevalso un sentimento di estraniamento: è possibile che tutto questo è stato? E se è vero che è andata così, io dove ero e cosa facevo quando ciò avveniva? Dei fatti della scuola Diaz, come di quelli della caserma …
