Tutti gli articoli relativi a: pari opportunità | diritti

"Le ragioni dei deboli", di Luciano Gallino

Questa volta la Fiat ha perso seccamente. Aveva quattro fattori contro: troppi anche per la sua potenza legale ed economica. C’erano le ragioni della Fiom: come si fa a escludere da una fabbrica meccanica il sindacato più rappresentativo del settore, come si può pensare di impedirgli di nominare i propri rappresentanti? C’era una direttiva della Commissione europea, che non ammette discriminazioni di sorta nell’assunzione di lavoratori. Si è aggiunto un professore di statistica inglese, che ha ridicolizzato le affermazioni dei capi di Pomigliano secondo le quali non c’era stata nessuna discriminazione: era un puro caso se su oltre duemila assunti nella nuova società nata nella vecchia sede nemmeno uno risultava iscritto alla Fiom. Infine c’è stato un Tribunale che sembra non abbia guardato in faccia nessuno: ha trovato una direttiva europea favorevole ai lavoratori Fiom e su di essa ha fatto leva per emettere la sua sentenza. Non era scontato: da tempo infatti la giurisprudenza del lavoro ha dato sovente il maggior peso alle ragioni delle imprese, proprio in tema di licenziamenti, che non a …

"Aborto, la Consulta salva la legge 194", di Elsa Vinci

Salva la legge sull’aborto. La Consulta ha dichiarato «manifestamente inammissibile » la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 4, il nocciolo della 194, che consente e disciplina l’interruzione volontaria di gravidanza in Italia. Il ricorso era stato presentato da un giudice tutelare di Spoleto mentre esaminava il caso di una diciassettenne che, tacendo la gravidanza ai genitori, si era rivolta a un consultorio spiegando di «non essere in grado di crescere un figlio». Su un’analoga vicenda, il 10 maggio scorso la Consulta ha respinto l’eccezione di un giudice di Siracusa. Nessuna rivoluzione, dunque. Nonostante le speranze del Pdl. Se la decisione fosse stata diversa, sarebbe saltato l’intero l’impianto della legge. Il giudice di Spoleto aveva sollevato dubbi ritenendo inficiati gli articoli 2 (diritti inviolabili dell’uomo) e 32 (sulla salute) della Costituzione. E ha incardinato la sua tesi su una sentenza della Corte di giustizia europea in materia di brevettabilità dell’embrione, definito «soggetto da tutelarsi in materia assoluta». Le motivazioni della Consulta saranno scritte dal giudice Mario Rosario Morelli, che nel novembre 2008 fu relatore della sentenza …

"l'Illecito che non c'è e la Storia da Scrivere", di Michele Ainis

La presunta trattativa del 1992 fra Stato e mafia sta spargendo altri veleni sulla democrazia italiana, come se non ne avessimo già in circolo abbastanza. Offusca la credibilità delle istituzioni: passate, presenti, future. Dopo la pubblicazione delle telefonate fra Mancino e D’Ambrosio, chiama in causa perfino il Quirinale. Infine rimbalza come una palla di biliardo fra la cronaca e la storia, fra il tribunale dell’opinione pubblica e quello di Palermo. Insomma è diventato urgente distinguere i ruoli di ciascuno, restituire un ordine agli eventi. Ma per riuscirvi è necessario innanzitutto tenere separati i due piani su cui corre la vicenda: quello giuridico e quello, per così dire, etico-politico. Primo: c’è qualcosa d’illecito nel chiedere un coordinamento delle inchieste giudiziarie, quando tre distinte procure (Firenze, Caltanissetta, Palermo) sono al lavoro sulle stesse notizie di reato? Perché è questa l’accusa che viene rivolta, sotto sotto, a Napolitano: di aver cercato di interferire con le indagini, e di averlo fatto per favorire un indagato, benché all’epoca Mancino fosse soltanto un testimone. Ma nella ormai celebre lettera del 4 …

Il Senato dice sì all'arresto di Luigi Lusi

L’aula del Senato dice sì alla richiesta di custodia cautelare in carcere nei confronti del senatore Luigi Lusi. Il Senato ha votato con voto palese. È la prima volta che Palazzo Madama autorizza gli arresti di un suo componente. Hanno votato a favore dell’arresto di Luigi Lusi 155 senatori, su una maggioranza richiesta di 85. I ‘no’ sono stati 13. Contrari in aula alla richiesta di autorizzazione all’arresto si sono dichiarati i radicali Bonino, Poretti, Perduca, il repubblicano Antonio Del Pennino, l’avvocato del Pdl Piero Longo, l’ex presidente del Senato Marcello Pera e il senatore Alberto Tedesco del gruppo Misto. “Nella vicenda del Senatore Lusi la fondatezza dell’azione penale è chiara e manifesta. I senatori del Partito Democratico, ascoltata la relazione del Presidente Follini che ha escluso alla radice il fumus persecutionis, voteranno a favore dell’accoglimento della richiesta del Gip”. Così il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda ha dichiarato il voto favorevole del suo gruppo all’autorizzazione all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari nei confronti del …

"Legge elettorale perché conviene il doppio turno", di Piero Ignazi

IL porcellum ingrassa allegramente. Continua a godere di ottima salute perché tutti ne parlano male ma nessuno pensa seriamente a fargli la festa. Nella fiera della vanità elettorali, da sinistra e da destra rimbalzano sempre nuove e fantasiose proposte. Il catalogo dei sistemi elettorali è lungo quasi quanto le conquiste di Don Giovanni, eppure ai nostri legislatori non basta. Il genio italico è sempre pronto a elaborare qualche innovazione. Mettendo un po’ di questo o di quello, tanto “questo o quello pari sono”. Invece no: pasticciando con i vari sistemi elettorali si producono dei piccoli Frankenstein. Le due grandi famiglie, quella proporzionale e quella maggioritaria, rispondono a logiche diverse e producono effetti diversi. Per scegliere bisogna sapere cosa si vuole. Se il problema numero uno è l’indicazione precisa di un governo da parte dell’elettorato – il mandato a governare, insomma – allora il maggioritario risponde alla bisogna. Se invece l’esigenza maggiore è la fotografia delle multiformità politiche esistenti, allora il proporzionale è quello che ci vuole. Poi, le due grandi famiglie hanno partorito molti figli …

"Il divorzio più lungo del mondo", di Maria Novella De Luca

«Siamo stati insieme vent’anni, abbiamo avuto due figli, meravigliosi. Poi, un giorno, era l’estate del 2000, Marco mi ha detto che era finita, nella sua vita c’era un’altra donna, una nuova passione. In fondo me l’aspettavo, se un amore si esaurisce lo si capisce in due, ma i bambini erano ancora piccoli, credevo fosse giusto restare insieme per loro. Ci abbiamo messo 8 anni a dividere le nostre vite, abbiamo sofferto, litigato, ma sono stati i tempi della legge e del tribunale di Napoli a far diventare il nostro divorzio un calvario». Storia di Sara, di Marco e di tutti gli altri. Storie di un’Italia dove per divorziare ci vogliono 4 anni se tutto va bene, e chissà quanto se le cose si mettono male. Avvocati, giudici, due sentenze e migliaia di euro. «Perché la legge prima di tutto ti impone tre anni di attesa — aggiunge Marco, oggi risposato e di nuovo padre — come se la fine di un amore, che si spegne anno dopo anno, fosse qualcosa che si può recuperare Divorzio …

"Processo Mediaset, chiesti 3 anni e 8 mesi per Berlusconi" di Angelo Mincuzzi

Sui «fondi neri» che sarebbero stati ottenuti «gonfiando» i costi degli acquisti dei diritti tv da parte di Mediaset ci sono «le impronte digitali» di Silvio Berlusconi. Con queste parole il pm Fabio De Pasquale ha motivato ieri, nel corso della sua requisitoria, la richiesta di condanna a tre anni e otto mesi di reclusione per l’ex presidente del Consiglio, accusato di frode fiscale. Richiesta definita «assurda» dal Cavaliere: «Durante il mio mandato da premier per i Pm avrei avuto la voglia e il tempo di interferire in una società quotata». Davanti ai giudici della prima sezione del tribunale di Milano, De Pasquale ha chiesto altre dieci condanne. La pena più alta (sei anni) è per il fondatore di Banca Arner, Paolo Del Bue, accusato di riciclaggio. Cinque anni, invece, De Pasquale li ha chiesti per Erminio Giraudi e quattro anni per Carlo Rossi Scribani. Per Daniele Lorenzano e Frank Agrama la richiesta è di tre anni e otto mesi mentre per Fedele Confalonieri la pena richiesta per frode fiscale è di tre anni e …