Tutti gli articoli relativi a: pari opportunità | diritti

«Perché lo abbiamo fatto» Parlano gli uomini, a cura de La 27esima Ora

Incapacità di vivere una relazione di coppia, paura di stare soli. La fragilità dietro gli abusi. Non sono tutti uguali. Gli uomini che usano violenza sulle donne popolano una zona d’ombra della nostra società che dobbiamo cominciare a (ri)conoscere. Ci sono ancora i padri-padroni, che s’aggrappano con la forza dei loro muscoli alla tracotanza di un potere millenario e anacronistico. C’è una minoranza di uomini con disturbi psichiatrici, che andrebbero diagnosticati e curati. Ci sono gli irriducibili che picchiano, schiavizzano, in alcuni casi uccidono e non si chiedono nemmeno il perché. Sono solo la punta dell’iceberg, quella che più facilmente finisce sulle pagine dei giornali o in un commissariato di polizia. Sotto, si cela una moltitudine di uomini che insultano, tirano sberle, maltrattano con angherie quotidiane o periodici raptus le proprie mogli, compagne, amanti, a volte anche le figlie. Chiedendosi magari il perché ma senza riuscire, da soli, a fermarsi. E il finale tragico è sempre in agguato. Accanto alle storie-confessioni raccolte in queste pagine, abbiamo chiesto a quattro esperti di aiutarci a comprendere cosa …

«Corruzione: niente favori a Berlusconi, né a Penati», intervista a Donatella Ferranti di Claudia Fusani

È l’atteso pacchetto di norme contro la piaga della corruzione. Lo chiamano “riforma agrodolce”, peggio, “testo compromesso” per dare un aiutino al Cav e a chi è indagato per reati contro la pubblica amministrazione. Sicuri che il testo che andrà in aula il 28 maggio non sarà in alcun modo utile a Berlusconi imputato nel processo Ruby per concussione? «La proposta Severino non ha eliminato dal codice il reato di concussione. L’articolo 317 vive. Solo che sono state ricavate due fattispecie di reato una delle quali, l’articolo 319 quater, permette di punire anche il privato concusso, che diventa “privato indotto a dare o promettere”, fattispecie non prevista e su cui l’Europa ci chiede da anni di intervenire». La concussione resta e raddoppia? «È stata divisa in due. Per rafforzarla. Il nuovo testo distingue il pubblico ufficiale che costringe abusando della sua qualità e dei suoi poteri da quello che induce a dare o a promettere denaro o altra utilità. In entrambi i casi questi comportamenti continuano ad essere reato pur essendo disciplinati in due diversi …

"Quando tutti i medici sono obiettori di coscienza", di Adriano Sofri

«È successo a Napoli, a marzo: un ginecologo del Policlinico Federico II è morto, investito sulle strisce, e per due settimane non si sono fatte interruzioni di gravidanza», racconta Giovanna Scassellati. A stare ai numeri dell´obiezione di coscienza, l´Italia è più rigorosa della Ginevra di Calvino. Purché si tratti dell´obiezione all´interruzione di gravidanza regolata da una legge dello Stato. Lungi dall´affrontare la persecuzione, i medici obiettori vedono favoriti carriera e guadagni. Sono obiettori il 71 per cento dei ginecologi italiani. In Basilicata 9 su 10, l´84 per cento in Campania, più dell´80 in Lazio e nell´Alto Adige-Sud Tirolo. All´ospedale di Fano tutti i medici sono obiettori. A Treviglio, Bergamo, sono obiettori 24 anestesisti su 25. Una dose modica di ipocrisia è essenziale alla convivenza civile. L´eccesso di ipocrisia la degrada. Giovanna Scassellati dirige dal 2000 il Day Hospital-Day Surgery della legge 194 al San Camillo di Roma, che dal 2010 fa da centro regionale per chi non trovi accoglienza in altri ospedali, dove i reparti sono stati chiusi. Su 316 ginecologi nel Lazio 46 non …

"Figli ancora casa a 34 anni. Pochi matrimoni, più divorzi", di Lorenzo Salvia

È la molla che spinge i genitori a far studiare i figli, lo stimolo che porta ragazzi e ragazze a cercare un lavoro migliore. Fino agli anni Settanta ha funzionato, consentendo alle famiglie di salire qualche gradino, generazione dopo generazione. Adesso l’ascensore sociale si è bloccato. Anzi, va in direzione opposta, dall’alto verso il basso. Dice il rapporto Istat 2012 che se la «mobilità ascendente si è ridotta» è invece «aumentata la probabilità di sperimentare una mobilità discendente». Specie per i figli della «classe media impiegatizia e della borghesia». E non è certo l’unica notizia negativa che arriva dalle 300 pagine del lavoro presentato ieri dall’Istituto nazionale di statistica. Figli a casa Aumenta ancora il numero dei giovani che restano a vivere con i genitori: sono il 41,9% nella fascia che va dai 25 ai 34 anni, contro il 33,2% del 1993. Non chiamiamoli bamboccioni, però. La metà di loro, il 45%, resta da mamma e papà non per scelta ma perché non ha un lavoro e non può mantenersi, figuriamoci pagare un affitto. Aumentano …

"Lo spiraglio della Corte", di Stefano Rodotà

La decisione della Corte costituzionale sulla legge in materia di procreazione assistita lascia aperta la questione della legittimità del divieto della fecondazione eterologa. Infatti, invitando i tribunali che avevano sollevato la questione a riesaminarla tenendo conto di una recente sentenza della Corte europea dei diritti dell´uomo, i giudici della Consulta hanno ritenuto necessario un ulteriore approfondimento, così mostrando di considerare insufficienti gli argomenti di chi aveva chiesto una sentenza che riaffermasse senz´altro la costituzionalità di quel divieto. Come si sa, il divieto di ricorrere alla procreazione assistita è all´origine di un consistente «turismo procreativo», che obbliga ogni anno migliaia di donne italiane a recarsi in altri paesi per ricorrere ad una tecnica ormai accettata quasi ovunque. Non volendo continuare a subire questo stato delle cose, alcune coppie si sono rivolte ai tribunali che, non ritenendo infondata la questione di illegittimità riguardante quella norma, hanno investito del problema la Corte costituzionale. L´ulteriore approfondimento richiesto ieri è basato su una sentenza della Corte di Strasburgo che, modificando un suo precedente orientamento, in un caso riguardante l´Austria ha …

"Come le donne possono difendersi", di Giovanna Zincone

L’ uccisione di donne non accenna a rallentare. Durante la presentazione del Rapporto annuale Istat si è evidenziata una diminuzione generale degli omicidi nell’ultimo ventennio, ma non di quelli femminili. Nel 2011 sono state 137 le vittime in Italia, dieci in più dell’anno precedente, e nei primi mesi del 2012, già più di 50 donne hanno perso la vita, uccise da un maschio. Quasi sempre da un marito, un compagno, un ex. Sono diminuiti alcuni reati, ma gli stupri sono aumentati. Stando a una ricerca del 2006, il rischio di essere oggetto di qualunque tipo di violenza cresce con il crescere della vicinanza del colpevole. Una donna su tre (tra i 16 e i 70 anni) è stata vittima di comportamenti lesivi più o meno gravi. La diffusa sopraffazione sulle donne costituisce non solo un terreno di coltura che può generare esiti letali, ma un male sociale in sé. Si moltiplicano appelli e mobilitazioni contro questo intollerabile fenomeno. Ma perché abbiano un impatto rilevante non basta che risveglino le coscienze e attraggano la pigra attenzione …

"Giovani e futuro. Un esperimento sulla pelle dei ragazzi ", di Maurizio Ricci

Fra il 2008 e il 2010, mentre il paese si baloccava con l´articolo 18, il 30 per cento dei giovani precari dell´industria è stato licenziato e lasciato senza nessuna tutela. Già nel 2009, secondo la Banca d´Italia, 480mila famiglie avevanoun figlio disoccupato in casa. E intanto In Italia il welfare è in via di lenta estinzione. Un´inversione di marcia per le nuove generazioni: dal lavoro nero subito dopo la guerra al lavoro regolare dopo il boom, siamo tornati al lavoro nero dagli anni Novanta. Bamboccioni, sfigati, infingardi. Poche generazioni sono state apertamente insultate come quella dei nati fra gli anni Settanta e Novanta, fra la fine dell´autunno caldo e la fine della Prima Repubblica, neanche la craxiana “Milano da bere” e l´esplosione del debito pubblico fossero loro colpe infantili. E insultati non dal politicante qualunque, ma da compatrioti illustri, fra le rare eccellenze intellettuali e accademiche del paese: Padoa Schioppa, Monti, Fornero. Ma la realtà è che, a fare una pessima figura, sono state proprio quelle eccellenze, dimostrando quanto siano lontane dalla realtà quotidiana del …