"La Costituzione tradita", di Andrea Manzella
Merito a parte, la proposta di revisione costituzionale che i maggiori partiti presentano assieme è l´emblema di una “nuova” centralità del Parlamento (a volte ritorna). E´ anche il più eloquente simbolo di una comune volontà di disincagliare la nave: il linguaggio dei segni conta moltissimo in politica. Conta però anche la realtà: questa volta fatta dei tempi tecnici che sono troppo stretti per concludere entro la fine della legislatura. Se però si è riusciti a tanto – a concepire insieme una riforma di norme costituzionali importanti – forse (forse) si può riuscire a fare alcune cose indispensabili per attuare e democratizzare la Costituzione, senza cambiarla e, quindi, in tempi possibili. Nella nostra Costituzione la democrazia non è una cosa semplice e astratta. E´ cosa complessa e concreta. Una cosa che ha più forme. La democrazia rappresentativa (“ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione”: art. 67). La democrazia dei partiti (“per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”: art. 49). La democrazia civica partecipativa (la “effettiva partecipazione” all´”organizzazione politica, economica e sociale del Paese: …
