Tutti gli articoli relativi a: pari opportunità | diritti

"Genitori, sì ai congedi fino ai 18 anni dei figli", di Maria Novella De Luca

Diritto al part time e congedo parentale per i nonni al posto dei genitori. Innalzamento, fino ai diciotto anni di età dei figli, della possibilità di usufruire dell´astensione facoltativa dal lavoro post-maternità. E poi: più mesi a casa per le mamme di bimbi prematuri, sottoposti a lunghe ospedalizzazioni, e tutela della carriera delle lavoratrici madri. È racchiusa in sette punti, che vanno diritti al cuore della materia, la “rivoluzione dei congedi parentali”, firmata da Andrea Riccardi, ministro per la Cooperazione e l´integrazione, con delega anche alle Politiche per la Famiglia. Sette brevi articoli che Riccardi presenterà alla Camera non appena inizierà la discussione del disegno di legge sulla riforma del lavoro, ad integrazione di quei due punti di “sostegno alla genitorialità” già elaborati dal ministro Elsa Fornero. Due proposte, quelle del testo Fornero, che prevedono l´obbligo per i neo-padri di usufruire di tre giorni di astensione (retribuita) dal lavoro alla nascita del figlio. E, in secondo luogo, la possibilità per le mamme di tornare subito al lavoro, rinunciare ai sei mesi di congedo, ma ricevendo …

"Oltre 2 milioni di schiavi nel Terzo Millennio. E sono quasi tutte donne", di Umberto De Giovannangeli

Le cifre dell’Onu sul traffico di esseri umani: l’80% viene sfruttato sessualmente, il 17% è destinato ai lavori forzati. I fondi per contrastare il fenomeno? Troppo pochi. Cifre agghiaccianti per un fenomeno sconvolgente. In tutto il mondo, 2,4 milioni di persone sono vittime di traffico di esseri umani. In tutto il mondo 2,4 milioni di persone sono vittime di traffico di esseri umani. Tra loro, l’80% viene sfruttato come schiavo sessuale. A denunciarlo è il Rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (Unodc). A darne conto all’Assemblea generale delle Nazioni Unite è Yuri Fedotov, a capo dell’ Unodc. Il 17% delle vittime della tratta, ha spiegato Fedotov, è costretto al lavoro forzato. Due vittime su tre, ha precisato, sono donne. Ogni anno i criminali che gestiscono le reti di traffico di esseri umani guadagnano in media 32 miliardi di dollari (24,2 miliardi di euro). Catturare questi criminali, ha spiegato il capo dell’Unodc, «è una sfida di proporzioni straordinarie». «In qualsiasi momento ha ribadito Fedotov 2,4 milioni di …

"Occupazione in caduta libera. Giovani e donne pagano di più", di Giuseppe Vespo

Giovani, donne e meridionali. Sono loro a soffrire maggiormente nel mondo del lavoro. I primi hanno un tasso di occupazione timido, sceso in un anno dal 20,3 per cento al 19,4 per cento. Le donne sono in testa alla classifica di chi viene sacrificato per primo quando l’azienda è in difficoltà: basti il dato relativo al mese di febbraio, che segna 44mila lavoratrici senza occupazione. Il tasso di occupate è fermo al 46,7 per cento, solo sei mesi fa la Grecia impiegava più lavoratrici. E se la donna vive anche al Sud, allora in un caso su due (49,2 per cento) resta a casa perché non può fare altro. In attesa della riforma del mercato del lavoro, ieri l’Istat ha fornito cifre ricordando – se ce ne fosse bisogno – che l’occupazione nel nostro Paese è un problema e la disoccupazione è un dramma. Il tasso relativo a chi ha un posto di lavoro a febbraio è fermo al 56,9 per cento (+0,1 per cento sul 2010). Ma alla fine del 2011 il lavoro a …

"La vera sfida è inventarsi un impiego", di Walter Passerini

L’ecatombe di posti di lavoro continua. Se non fosse un gioco cinico, non ci resta che scommettere quando la disoccupazione tra i 15 e i 24 anni supererà il 33% (è al 32,6% nel quarto trimestre 2011) e quando quella generale supererà il 10% (è al 9,6% alla fine del 2011). Accadrà molto presto, perché il 2012 sarà l’anno peggiore dell’occupazione, dove verranno a convergere i posti perduti dai precari con quelli dell’esaurimento delle casse integrazione. Che fare, se non ci si vuole rassegnare alla sconfitta? Anziché litigare sui numeri (sono pochi, sono troppi), varrebbe la pena tentare un’agenda per un patto a favore dei giovani, un manifesto per l’intraprendenza. Cinque le aree per un intervento efficace. La prima è quella della formazione e dell’orientamento. I ragazzi che dopo la maturità si iscrivono all’università rischiano di diventare vuoti a perdere. La casualità delle scelte non può essere addossata né ai giovani né ai loro genitori. I «drop out» e i «neet» sono diventati un fenomeno sociologico, ma le colpe sono quelle della mancanza di un …

"In nome della madre una storia esemplare", di Sebastiano Vassalli

Quella di Denise, la figlia di Lea Garofalo uccisa e sciolta nell’acido vicino a Milano nel 2009, è una storia esemplare. Non solo è un dramma personale e familiare, ma è anche il nostro dramma. Una storia terribile, quella di Lea Garofalo uccisa e sciolta nell’acido vicino a Milano nell’autunno del 2009. Una storia che mescola vicende personali e legami di ‘ndrangheta in un groviglio così intricato da non essere quasi raccontabile: siamo di fronte ad una di quelle vicende a cui si riferiva Louis-Ferdinand Céline quando diceva che, in letteratura, non darebbero un risultato realistico ma grottesco. Ne verrebbe fuori un pasticcio, una caricatura. Più raccontabile, invece, e a suo modo esemplare, è la storia della figlia di Lea, Denise: che ora ha diciannove anni (ne aveva diciassette all’epoca dei fatti), ed è stata la testimone chiave di un processo che ha condannato all’ergastolo sei imputati. Il padre della ragazza, due suoi zii e altri tre mafiosi. Il dramma di Denise è innanzitutto un dramma personale e familiare: figlia di un padre-mostro e nipote …

“Io, picchiata e umiliata per il velo”, di Federica Angeli

«Ho sempre pensato che l´Italia fosse un paese libero. Sbagliavo. Ho cercato lavoro e mi hanno sbattuto la porta in faccia perché porto il velo. E per il mio velo tre giorni fa sono stata picchiata, insultata, umiliata da un gruppo di ragazzi. Stavo solo bevendo un caffè». Neila Azzabi è una donna tunisina di 37 anni. Tre giorni fa in un bar che, per una beffa della sorte si chiama “Freedom”, nella piazza principale di Monterotondo, un paese alle porte di Roma, mentre beveva un caffè è stata aggredita da un gruppo di ragazzi perché indossava l´hijab. «Ero seduta con mia sorella, quando un ragazzo, insieme ad altri otto amici, ha iniziato a gridare: “dovete tornare al vostro paese, tu sei una puttana musulmana e devi farti esplodere, che aspetti a farti saltare in aria? Kamikaze, devi ucciderti”. Poi mi ha dato uno schiaffo in faccia, mi ha tirato giù l´hijab e mi ha detto: “questo in Italia non lo puoi portare”». Le lacrime le scendono a fiumi. Ripensare a quel momento la fa …

“Io, picchiata e umiliata per il velo”, di Federica Angeli

«Ho sempre pensato che l´Italia fosse un paese libero. Sbagliavo. Ho cercato lavoro e mi hanno sbattuto la porta in faccia perché porto il velo. E per il mio velo tre giorni fa sono stata picchiata, insultata, umiliata da un gruppo di ragazzi. Stavo solo bevendo un caffè». Neila Azzabi è una donna tunisina di 37 anni. Tre giorni fa in un bar che, per una beffa della sorte si chiama “Freedom”, nella piazza principale di Monterotondo, un paese alle porte di Roma, mentre beveva un caffè è stata aggredita da un gruppo di ragazzi perché indossava l´hijab. «Ero seduta con mia sorella, quando un ragazzo, insieme ad altri otto amici, ha iniziato a gridare: “dovete tornare al vostro paese, tu sei una puttana musulmana e devi farti esplodere, che aspetti a farti saltare in aria? Kamikaze, devi ucciderti”. Poi mi ha dato uno schiaffo in faccia, mi ha tirato giù l´hijab e mi ha detto: “questo in Italia non lo puoi portare”». Le lacrime le scendono a fiumi. Ripensare a quel momento la fa …