"L’eutanasia della sanità", di Adriano Prosperi
Per giorni sul letto senza sponde legata con delle lenzuola, in attesa di essere ricoverata “da un minuto all´altro”: il caso della signora dell´Umberto Primo di Roma ci richiama rudemente alla realtà incivile delle strutture essenziali del nostro paese. Un caso eccezionale? Al contrario: un caso ordinario, ripetitivo, una regola. Càpita spesso, ha detto Carlo Modini, il dirigente del dipartimento di emergenza del Policlinico; e quanto spesso e quanto diffusamente potrebbe dirlo ogni normale utente dei servizi ospedalieri sulla base della propria personale esperienza. La vicenda romana rientra nella regola generale della drammatica inadeguatezza delle strutture e dei servizi di emergenza italiani: quei servizi che hanno a che fare con i malati, con i poveri, con i carcerati e con tutte le categorie umane di cui può capitare a chiunque di far parte. Si chiamano servizi: la parola ha un senso profondo che richiede di essere considerato e tutelato perché non si rovesci nell´ironia e nel sarcasmo. La dedizione straordinaria con cui infermieri e medici fanno argine alle carenze strutturali dei nostri ospedali nasce da …
