Tutti gli articoli relativi a: pari opportunità | diritti

"Il papà perfetto", di Maria Novella De Luca e Anais Ginori

Cambiano i pannolini e accompagnano i figli a scuola. I nuovi padri stanno rivoluzionando la famiglia. E in Francia le aziende li agevolano. Non è soltanto questione di pannolini, di lavatrici equamente divise, o di favole da leggere pazientemente la sera, finché non arriva il sonno, i bambini dormono, la luce si abbassa e in casa entra la quiete. È tutto questo, e molto di più. Nel nostro paese è in atto da tempo, silenziosamente, una rivoluzione della paternità. E dunque della coppia. In un sentiero che dalla asimmetria conduce alla simmetria. Perché c´è una generazione di uomini – hanno tra i 30 e i 35 anni, vivono nel Centro Nord, hanno buoni titoli di studio, compagne che lavorano e figli molto piccoli – che sta scoprendo e sperimentando giorno dopo giorno un nuovo modo paritario, interscambiabile, concreto e fisico di essere padri, e naturalmente mariti e compagni. Padri “high care”, collaborativi, partecipi, insomma quasi “perfetti”, così li ha definiti in uno studio appena pubblicato sull´Osservatorio Isfol una giovane sociologa, Tiziana Canal, ricercatrice all´università Carlos …

“Il papà perfetto”, di Maria Novella De Luca e Anais Ginori

Cambiano i pannolini e accompagnano i figli a scuola. I nuovi padri stanno rivoluzionando la famiglia. E in Francia le aziende li agevolano. Non è soltanto questione di pannolini, di lavatrici equamente divise, o di favole da leggere pazientemente la sera, finché non arriva il sonno, i bambini dormono, la luce si abbassa e in casa entra la quiete. È tutto questo, e molto di più. Nel nostro paese è in atto da tempo, silenziosamente, una rivoluzione della paternità. E dunque della coppia. In un sentiero che dalla asimmetria conduce alla simmetria. Perché c´è una generazione di uomini – hanno tra i 30 e i 35 anni, vivono nel Centro Nord, hanno buoni titoli di studio, compagne che lavorano e figli molto piccoli – che sta scoprendo e sperimentando giorno dopo giorno un nuovo modo paritario, interscambiabile, concreto e fisico di essere padri, e naturalmente mariti e compagni. Padri “high care”, collaborativi, partecipi, insomma quasi “perfetti”, così li ha definiti in uno studio appena pubblicato sull´Osservatorio Isfol una giovane sociologa, Tiziana Canal, ricercatrice all´università Carlos …

"I giovani, il lavoro e i lapsus del governo", di Carlo Galli

Nel momento in cui il governo mette mano alla riforma del lavoro – cioè all´atto politicamente più significativo del suo mandato emergenziale – i recenti lapsus comunicativi di alcuni suoi importanti esponenti sono preziosi non tanto per intentare processi alle intenzioni, quanto perché permettono di inquadrare la dimensione reale dei problemi in gioco. In primo luogo, c´è un problema cognitivo: le élites sociali, economiche, intellettuali del Paese, oggi investite della diretta responsabilità di governo, conoscono l´Italia attraverso stereotipi (la colpa delle nostre condizioni è nel buonismo sociale) oppure attraverso le privilegiate esperienze di familiari e di amici (da cui apprendono che la mobilità è benefica, e che il lavoro gratificante si trova a Washington o a Wall Street o nella Silicon Valley, e non a casa di papà e mamma dove lo cercano, senza trovarlo, i giovani e illusi fannulloni). Questo cortocircuito è il segno che le élites oggi sono distanti dalla massa dei cittadini; la contrazione del ceto medio – già ampia e articolata riserva di energie culturali, sociali e anche politiche – lascia …

“I giovani, il lavoro e i lapsus del governo”, di Carlo Galli

Nel momento in cui il governo mette mano alla riforma del lavoro – cioè all´atto politicamente più significativo del suo mandato emergenziale – i recenti lapsus comunicativi di alcuni suoi importanti esponenti sono preziosi non tanto per intentare processi alle intenzioni, quanto perché permettono di inquadrare la dimensione reale dei problemi in gioco. In primo luogo, c´è un problema cognitivo: le élites sociali, economiche, intellettuali del Paese, oggi investite della diretta responsabilità di governo, conoscono l´Italia attraverso stereotipi (la colpa delle nostre condizioni è nel buonismo sociale) oppure attraverso le privilegiate esperienze di familiari e di amici (da cui apprendono che la mobilità è benefica, e che il lavoro gratificante si trova a Washington o a Wall Street o nella Silicon Valley, e non a casa di papà e mamma dove lo cercano, senza trovarlo, i giovani e illusi fannulloni). Questo cortocircuito è il segno che le élites oggi sono distanti dalla massa dei cittadini; la contrazione del ceto medio – già ampia e articolata riserva di energie culturali, sociali e anche politiche – lascia …

"Noi donne profetiche sulla svolta nel paese" intervista a Cristina Comencini di Mariagrazia Gerina

Le piazze d’Italia piene, quel ritrovarsi, in tante, una accanto all’altra, l’indignazione, la voglia di farsi sentire, la forza ritrovata, l’urlo. «Se non ora quando?», un anno fa. Un milione di donne scendeva in piazza a riprendersi la scena pubblica, occupata dal circo Barnum del berlusconismo al tramonto. Sembra trascorso un secolo. Mutata la scena, caduto Berlusconi, che fine hanno fatto quella piazza e quelle donne? «L’interlocutore è cambiato, per fortuna, ma noi siamo ancora qui», assicura Cristina Comencini, regista e madrina di quell’evento: «E la strada da fare è ancora lunga». Le donne però non scontano una generale crisi della piazza? «Non credo, quella che abbiamo convocato l’11 dicembre, all’indomani della nascita del governo tecnico, è stata comunque una grande manifestazione. La caduta di Berlusconi non ha posto fine allo scopo vero per cui è nato Se non ora quando, c’è ancora molto lavoro da fare per incidere sulla politica e sulla cultura del nostro paese. Andare avanti, rimboccarci le maniche è il modo migliore per festeggiare il “nostro” compleanno. Non a caso ci …

“Noi donne profetiche sulla svolta nel paese” intervista a Cristina Comencini di Mariagrazia Gerina

Le piazze d’Italia piene, quel ritrovarsi, in tante, una accanto all’altra, l’indignazione, la voglia di farsi sentire, la forza ritrovata, l’urlo. «Se non ora quando?», un anno fa. Un milione di donne scendeva in piazza a riprendersi la scena pubblica, occupata dal circo Barnum del berlusconismo al tramonto. Sembra trascorso un secolo. Mutata la scena, caduto Berlusconi, che fine hanno fatto quella piazza e quelle donne? «L’interlocutore è cambiato, per fortuna, ma noi siamo ancora qui», assicura Cristina Comencini, regista e madrina di quell’evento: «E la strada da fare è ancora lunga». Le donne però non scontano una generale crisi della piazza? «Non credo, quella che abbiamo convocato l’11 dicembre, all’indomani della nascita del governo tecnico, è stata comunque una grande manifestazione. La caduta di Berlusconi non ha posto fine allo scopo vero per cui è nato Se non ora quando, c’è ancora molto lavoro da fare per incidere sulla politica e sulla cultura del nostro paese. Andare avanti, rimboccarci le maniche è il modo migliore per festeggiare il “nostro” compleanno. Non a caso ci …

"Non ci saranno più vittime fantasma", di Luciano Gallino

La sentenza di Torino riveste un´importanza fondamentale in tema di tutela della salute sui luoghi di lavoro. Essa stabilisce anzitutto una relazione stretta tra una sostanza alla quale gruppi di lavoratori sono stati esposti in azienda e una patologia che li colpisce anche molti anni dopo. Per oltre un secolo, infatti, le famiglie dei lavoratori deceduti a causa dell´amianto sono state sconfitte in tribunale, con l´eccezione di rari casi individuali. Gli avvocati della difesa, infatti, riuscivano a insinuare nei giudici il dubbio che un cancro alla pleura o al polmone potesse davvero manifestarsi a decenni di distanza dal periodo di esposizione ad esso. In realtà sulla pericolosità delle polveri di amianto, dovuta alla loro conformazione vetrosa, aveva richiamato l´attenzione un´ispettrice di fabbrica inglese sin dal 1898. Nel corso del Novecento la sua denuncia fu seguita da quella di numerosi medici in Francia, Usa, Canada, Germania, Sud Africa, oltre che nel Regno Unito. Ma pur nei casi in cui si era arrivati a una causa, la parte civile ebbe sempre la peggio nel tentativo di dimostrare …