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Pd si batte per la libertà della rete, per difendere il diritto d'autore contro la pirateria

E’ approdata in aula alla Camera la legge comunitaria, che a causa di un emendamento presentato dal deputato della Lega Fava, rischia di trasformarsi in un pericoloso strumento di censura della rete L’emendamento infatti, prevede all`articolo 18, procedure facili e veloci per far rimuovere dalla rete contenuti ritenuti illegittimi. In altre parole si rende possibile a qualsiasi utente, chiedere al «prestatore» di servizi Internet (Google, YouTube, Facebook, siti di ogni genere) la chiusura di un hosting provider e la rimozione di un contenuto senza nessun ruolo affidato all’Agcom o alla magistratura. A lanciare l’altolá sono Vincenzo Vita (Pd) e Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21. “Con l’emendamento Fava, è stato dato un colpo ferale alla libertá della rete anche in Italia”, affermano Vita e Giulietti. “Dopo Sopa e Pipa negli Stati Uniti arriva pure da noi il bavaglio digitale. Ora il testo è in discussione nell’aula della Camera. Per i deputati del Pd Silvia Velo e Sandro Gozi è urgente bloccarlo prima che sia troppo tardi e necessario tenere alta l’attenzione su un argomento così …

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"Sanità, una responsabilità da condividere", di IGNAZIO MARINO*

Caro Direttore, è giusto che un ospedale al termine di un ricovero dimetta il paziente consegnandogli un documento che riassuma le spese che il Servizio sanitario nazionale ha sostenuto per lui? La Regione Lombardia e la Regione Piemonte hanno deliberato che nei prossimi mesi ogni paziente, al momento di congedarsi dall’ospedale riceverà, oltre alla lettera di dimissioni, il conto: una nota a due voci dove saranno registrate separatamente la somma eventualmente pagata dal paziente e i costi sostenuti dal servizio pubblico.

"Paura, instabilità, futuro. Ecco la generazione 2.0 che si affaccia al voto", di Carlo Buttaroni *

Ottimisti e attenti al «bene comune», ma già condizionati dalle prospettive di precarietà. Sono i ragazzi fra i 17 e i 21 anni che usano il web, comunicano con gli sms e temono di avere nella vita meno opportunità dei loro genitori Ottimisti, attenti alle novità, positivamente orientati verso i diritti civili, la convivenza sociale e il bene comune. E naturalmente ipertecnologici. È questa la fotografia dei giovanissimi tra i 17 e i 21 anni. Nel complesso sono soddisfatti del proprio tenore di vita, ma allo stesso tempo, sono titubanti rispetto al futuro, anche perché un giovane su due ha paura di non trovare lavoro. Il 71% è convinto che valga la pena impegnarsi per valori come l’uguaglianza sociale e la solidarietà, piuttosto che puntare sui soldi e sul successo personale. Non si sentono rappresentati nella difesa dei loro diritti, se non parzialmente dai sindacati e dalle istituzioni. Nonostante questo non sono disattenti nei confronti della politica, che seguono prevalentemente attraverso internet o parlandone con gli amici. E, infatti tre giovani su quattro si collocano …

"I cattivi maestri del sorteggio", di Michele Prospero

Sul Corriere della Sera, il costituzionalista Michele Ainis torna sulla sua proposta di creare un Senato attraverso il metodo del sorteggio. Ai critici «troppo vivaci», dice, della stravagante idea di indire una lotteria per designare i membri di Palazzo Madama, replica che l’idea non era poi così peregrina. punto di vista dottrinale. Anzi, ribadisce che il sorteggio è un grande e desiderabile obiettivo di innovazione istituzionale perché «piaceva ad Aristotele non meno che a Montesquieu». Aristotele teorico della dea bendata? Il sorteggio egli lo registrava come una consuetudine invalsa in alcune città democratiche greche. Ma la democrazia per Aristotele non era la forma preferita di ordine politico, così come non gradito era il regime a lei opposto, l’oligarchia. La politia, questo era il suo modello istituzionale, contemplava la mediazione tra i due sistemi antitetici e per motivi speculari molto difettosi. Grazie all’abbinamento tra le due costituzioni avverse, la politia doveva «fare le cariche elettive secondo l’oligarchia, renderle indipendenti dal censo secondo la democrazia» (Politica, IV, 9). Quindi: elezione e non sorteggio delle cariche politiche e …

"La neoplebe", di Massimiliano Panarari

Uno spettro si sta aggirando per l’Italia, dal profilo non molto nitido, ma dalle azioni concretissime. Quello di un nuovo soggetto sociale, di non facile definizione e composto di figure e ceti differenti; e, d’altronde, se ci si pensa, non c’è neppure da stupirsene in questi nostri tempi che ci hanno largamente abituati alla frammentarietà. Un soggetto postmoderno, dunque, ma intorno al quale si respira una sensazione, sebbene rivista e corretta, di déjà vu che affonda le radici in tanti episodi che hanno punteggiato la storia dell’Italia premoderna. Proviamo a dargli un nome, beninteso, senza alcun intento snobistico, ma in un’accezione quanto più sociologica possibile. Possiamo chiamarla neoplebe o, fors’anche neoproletariato, il quale, alle braccia della prole, sostituisce, quale strumento di lavoro e simbolo di rivendicazione, il taxi o il forcone. Soggetti sempre liquidi, dunque, ma che nulla hanno a che fare con i cosiddetti lavoratori cognitari, i neoproletari dell’età digitale che operano, sottopagati, nell’economia della conoscenza. In questo caso, invece, dai tassinari romani e napoletani al movimento siciliano dei forconi (che mette assieme agricoltori, …

"Missioni all’estero, si cambia passo", di Federica Mogherini

Tradizionalmente, sul tema della partecipazione italiana alle missioni internazionali si esibisce la continuità. Quasi che restare saldi nel solco tracciato da chi “c’era prima” fosse di per sé un valore. Forse perché questo è stato, finora, l’unico modo per evocare un consenso trasversale, bipartisan. Ma oggi, con un governo che non ha radici nei partiti ed un inedito sostegno parlamentare – trasversale per nascita, libero negli orientamenti per aspirazione – proclamare la continuità non serve più. E così, al netto di qualche arrampicata sugli specchi che tenta Frattini (in preda ad un’imbarazzante crisi di ruolo che lo porta a fare il relatore parlamentare di un provvedimento che fino a due mesi fa firmava da ministro) e che La Russa per una volta si risparmia, la discontinuità è libera di venire allo scoperto. Cosa c’è di così diverso, in questo decreto missioni? Molte cose, alcune fondamentali. Innanzitutto una piccola grande formalità: dopo tre anni di frammentazione del finanziamento, che era arrivato a volte a coprire anche solo uno o due mesi, il decreto dà ai militari …

"I boiardi dell'etere", di Giovanni Valentini

È come la storia della volpe e dell´uva. Berlusconi s´era affrettato a profetizzare che un´eventuale asta sulle nuove frequenze tv sarebbe andata deserta. E ora la sua azienda scopre invece che la sospensione del regalo di Stato ai signori dell´etere configurerebbe un´illegalità, invocando perciò a gran voce la “certezza del diritto”. Di fronte all´annuncio del ministro Passera, è del tutto logico e naturale che Mediaset reagisca con questa determinazione e violenza. Non solo perché, insieme alla Rai, il Biscione sarebbe stato il maggior beneficiario del cosiddetto “beauty contest” (concorso di bellezza) che l´ex maggioranza di centrodestra aveva generosamente elargito ai soggetti dominanti del mercato televisivo. Ma anche per il fatto che in questa situazione il partito-azienda dovrebbe votare in Parlamento a favore di un provvedimento contrario agli interessi del suo padre-padrone. A quanto finora è stato comunicato ufficialmente, non si tratta neppure di una revoca o di un´interruzione della procedura, come pure sarebbe stato lecito attendersi dal “governo di impegno nazionale”. Bensì soltanto di una sospensione provvisoria, con un termine già fissato di tre mesi. …