Tutti gli articoli relativi a: pari opportunità | diritti

"La banana antirazzista", di Maurizio Crosetti

Il terzino del Barcellona Dani Alves ne ha raccolta una lanciata dagli spalti per insultarlo. L’ha mangiata e la sua squadra ha vinto in rimonta. Ora quello sberleffo ai “buuu” dei tifosi è diventato un simbolo. E una campagna sul web con lo slogan “siamo tutti scimmie”. Siccome l’ironia e l’intelligenza sono più contagiose della stupidità, adesso tutti mangiano banane. E con le banane si fanno fotografare: è il selfie della banana, ultimo grido contro il razzismo. Nel mondo del calcio e non solo, oggi si sta tutti dalla parte del brasiliano Dani Alves del Barcellona, il più forte terzino destro del mondo, al quale un incauto imbecille e tifoso del Villarreal (identificato ed espulso a vita) ha tirato una banana prima che Dani calciasse un corner. Ma lui, grandissimo, invece di indignarsi o andare dall’arbitro piagnucolando, ha raccolto il frutto, l’ha sbucciato e se l’è mangiato, tirando il calcio d’angolo mentre ancora masticava. (Per la cronaca, e siccome le banane contengono potassio, il Barcellona che in quel momento era in svantaggio per 2-1 ha …

«La prima volta davanti allo specchio C’è un’altra persona che mi guarda da lì», di Lucia Annibali

Oggi è il giorno spartiacque. Se la visita di controllo va bene, possiamo lasciare l’appartamento a Parma e tornare tutti a casa, e non c’è un solo motivo per credere che qualcosa non funzioni. Quindi arrivo in ospedale con la certezza che la mia nuova vita a Urbino mi stia aspettando già per domani. A pensarci bene, non ho molta voglia di andar via da qui. Non so se voglio uscire da questa campana di vetro che finora mi ha così protetto. Qui mi sento al sicuro. Entro nella sala medicazioni e trovo un’infermiera che mi insegna a lavarmi il viso. D’ora in poi dovrò fare da sola: serve molta delicatezza e una grande attenzione, mi spiega. Chiedo a lei e al Califfo se per favore posso tornare a casa sbendata: ne ho abbastanza delle fasciature sulla faccia. Dice di sì, posso farlo. In questi giorni sono migliorata molto con gli occhi, ma vedo ancora male e perciò capisco più col tatto che con la vista quanto sapone liquido devo usare per lavarmi, perché l’infermiera …

"La rimozione del Segreto di Stato sulle stragi", da ilpost.it

Domenica 20 aprile in una intervista pubblicata su Repubblica, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha annunciato che il suo governo insieme con il Comitato per la sicurezza nazionale (COPASIR) ha deciso di togliere il “segreto di Stato” – iniziativa giuridica introdotta formalmente in Italia con una legge del 1977 – da numerosi atti e documenti, un’operazione che ha definito di “total disclosure”: «Per essere chiari: tutti i documenti delle stragi di piazza Fontana, dell’Italicus o della bomba di Bologna. Lo faremo nelle prossime settimane». La notizia è stata molto discussa nei giorni seguenti e lo è tutt’ora, perché non è del tutto chiaro se i documenti secretati resi pubblici potranno effettivamente portare chiarezza su alcune delle vicende più controverse nella storia recente dell’Italia. In un articolo di martedì 22 aprile, sempre su Repubblica, Benedetta Tobagi ricostruisce i passaggi precedenti, e meno noti, che hanno permesso ora al governo Renzi di annunciare la rimozione del Segreto di Stato da numerosi documenti, presenti negli archivi di molti ministeri, da quello dell’Interno a quello della Giustizia, passando …

"Dello scambio e delle pene", di Giovanni Pellegrino

Non può meravigliare che la riforma della norma punitiva dello scambio politico-mafioso sia stata accolta con favore dall’Associazione nazionale magistrati e da molti dei magistrati impegnati in prima linea nel contrasto alle cosche; e tra questi dal Procuratore nazionale antimafia Franco Roberti. Era una riforma attesa da trent’anni. Era attesa da così tanto perché sin dalla sua emanazione il testo dell’art. 416 ter del codice penale è stato oggetto di critiche di principio, poiché individuava e puniva una condotta assai poco ricorrente nella realtà degli intrecci tra politica e mafia. Si sa che le cosche hanno forti disponibilità di denaro, frutto dei traffici illeciti in cui sono impegnate, sicché è più logico che scambino la promessa dell’appoggio elettorale non già con denaro, di cui non hanno bisogno, ma con concessioni, autorizzazioni e appalti, che consentono loro di acquisire anche in modo indiretto il controllo di ulteriori attività economiche, in cui riciclare le liquidità, di cui sono già abbondantemente in possesso. I difetti di stesura della norma hanno trovato preciso riscontro nella trentennale vicenda della sua …

"Il reato si applica già alle europee pene da 4 a 10 anni di carcere", di Liana Milella

Reato subito? Sì, questa è la notizia più importante. Il 416-ter, il voto di scambio tra politica e mafia, entrerà in vigore immediatamente. Manca solo la firma in calce del capo dello Stato e l’uscita nella Gazzetta ufficiale . Poi le polizie e i magistrati potranno monitorare la campagna elettorale per le europee. Certo, ormai manca poco più di un mese, magari gli accordi sporchi sono stati già fatti, politici e mafiosi si sono già messi d’accordo sfruttando le inspiegabili risse della politica. Ma il nuovo articolo del codice penale, checché ne dicano i suoi inspiegabili detrattori, consentirà incriminazioni fino a oggi letteralmente impossibili. È buono o è cattivo il 416-ter votato al Senato? Hanno ragione i grillini e i malpancisti del Pd, e magistrati come il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri, oppure chi l’ha votato, l’Anm, il procuratore antimafia Roberti, il commissario anti-corruzione Cantone? «Leggiamo il nuovo articolo del codice penale, che si chiama “ter” perché segue il 416, l’associazione a delinquere semplice, e il 416-bis, quella di stampo mafioso. Un 416-ter …

"Se questa è persecuzione", di Massimo Giannini

Quattro ore a settimana in un centro anziani a due passi da Villa San Martino. Cioè sedici ore al mese. Cioè centosessantotto ore totali, l’equivalente di una settimana, spalmate su dieci mesi e mezzo. Eccolo qui, il risultato della «persecuzione giudiziaria » che la «magistratura politicizzata, metastasi della democrazia », ha osato infliggere all’Unto del Signore. Eccolo qui, l’esito della «guerra dei vent’anni» che le odiate «toghe rosse», al servizio dei comunisti, hanno condotto contro lo Statista di Arcore. L’affidamento ai servizi sociali, definitivamente irrogato nei confronti del pregiudicato Berlusconi Silvio, è una pena ridicola. Non è una critica verso i giudici che l’hanno decretata. I modi e i tempi di esecuzione della «misura restrittiva» rispettano la norma del Codice penale, e riflettono la prassi del Tribunale di sorveglianza. Ma se si pensa a come ci si è arrivati, non si può non restare colpiti. Nell’agosto 2013 l’ex Cavaliere è stato giudicato colpevole in via definitiva, come «ideatore iniziale» ed «utilizzatore finale», per una frode tributaria gigantesca. Oltre 7 milioni di euro sottratti al Fisco, …

"Donne, impegniamoci per cambiare l’Europa", di Sara Ventroni

L’Europa non è solo uno spazio. L’Europa è tempo: é il qui e l’ora delle nostre esistenze. L’Europa siamo noi. E ci siamo dentro fino al midollo. Non serve a nulla maledire l’austerità, abbaiando davanti allo specchio. Mordendoci la coda. Le donne lo hanno capito da tempo. La crisi economica è dentro la carne viva delle relazioni, private e politiche. Venerdì scorso, il convegno internazionale «Uno sguardo di genere per una nuova Europa», organizzato dalla Fondazione Nilde Iotti, ha disposto sul tavolo della discussione le questioni vitali. Tanto per dire: sulla crisi mondiale esplosa dal 2008, Judith Astelarra, docente di sociologia a Barcellona, è stata molto chiara: siamo obbligati – noi donne e noi uomini – a ridefinire, proprio tra uomini e donne, il triangolo economico di base: Stato-mercato-famiglia. Una triade che va rivista, sotto il profilo simbolico, ma soprattutto politico. Non ci sono alibi. Il nesso tra la mancata implementazione delle politiche di lavoro delle donne e il ripensamento della Comunità europea in una nuova ottica di genere, è essenziale per avviare l’uscita dalla …