Tutti gli articoli relativi a: pari opportunità | diritti

"Il branco virtuale", di Gabriela Romagnoli

SE UNA ragazza di 14 anni si uccide buttandosi dal tetto di chi o che cosa è la responsabilità? Della sua fragilità mentale? Di chi l’ha incitata a farlo dietro il lurido velo dell’anonimato? Di due fratelli lettoni che, tra tante cose che potevano inventarsi, hanno creato un social per adolescenti dove ogni cosa può essere detta senza lasciare firma? A seconda delle opinioni (o del coinvolgimento) si attribuiranno percentuali diverse a questi tre fattori. Resta una differenza di fondo: tra le cose inevitabili e quelle superflue, tra il percorso ordinario e già di per sé dolente della vita e la straordinaria crudeltà che aggiunge la mano umana a quella del destino. Partiamo dall’ultimo fattore: il sito Ask.fm. Lo hanno creato i fratelli Tarabin, ha un’utenza quasi esclusivamente compresa fra i 13 e i 18 anni e una particolarità: chi risponde alle domande (di qui il nome) immesse sul profilo lo può fare in maniera totalmente anonima. La differenza tra un post firmato (anche con pseudonimo) e uno anonimo è la stessa che correva fra …

"«La barca è piena», i populismi insidiano l’Europa", di Paolo Soldini

«La barca è piena». Chissà chi la inventò questa metafora che da decenni fa il giro d’Europa. Forse la Cdu tedesca, quando decise che per vincere le elezioni era arrivato il tempo di liberarsi dei tabù del passato che non passa. O forse la Csu, la ancor più conservatrice sorella bavarese che irresponsabilmente ci ricama sopra ancor oggi. O forse proprio gli svizzeri: quelli del Partito popolare, alias Unione democratica di centro (che non è né democratica né di centro) rifondata sullo scheletro d’un vecchio partitello semirurale da un industriale di Sciaffusa che si chiama Christoph Blocher ed è stato anche ministro federale della Giustizia e della Polizia. I «liberali» austriaci della Fpö che fu di Jörg Heider ed ora è di Heinz-Christian Strache l’hanno fatta propria, mentre il Front National francese e il National Front dei fascisti britannici accarezzano suggestioni più «alte»: Anima, Tradizioni, Foyer, Home. E Popolo, che non manca mai dal tempo in cui i Romantici tedeschi riscoprirono il Volk e – senza saperlo né volerlo, va da sé – ne trasmisero …

"Le bandiere dell'isolamento", di Lucio Caracciolo

IERI in Svizzera, domani in Italia e nel resto d’Europa? Il voto popolare con cui il nostro vicino alpino ha approvato l’idea di contingentare l’immigrazione e di privilegiare la mano d’opera autoctona è un segnale d’allarme per tutti gli europei. È probabile che se analoghe consultazioni si svolgessero nei paesi dell’Unione Europea il risultato sarebbe simile, se non ancora più drammatico (quasi la metà dei votanti elvetici si è comunque espressa contro). Le reazioni a Bruxelles e nelle principali cancellerie europee non riescono a celare lo sconcerto per un risultato che mette a repentaglio i rapporti euro-svizzeri. Ma apre soprattutto un varco nel quale si infileranno le formazioni xenofobe e protezionistiche in Francia come in Germania, in Gran Bretagna come in Italia. Già alle imminenti elezioni per il Parlamento europeo potremmo trovarci di fronte al trionfo del riflusso particolaristico, con conseguenze imprevedibili sulla legittimazione delle istituzioni comunitarie. Nulla di straordinario in tempi di declino e d’incertezza. Ma una ragione di più per cercare di decifrare il messaggio svizzero. Di cui occorre tenere a mente almeno …

"Le paure che muovono l’Europa", di Giovanna Zincone

Il referendum di revisione costituzionale che ha vinto ieri in Svizzera mira a limitare l’immigrazione in generale, ma impatterà in specie su quella dei cittadini dell’Ue. Infatti, non si limita a introdurre la possibilità di programmare i flussi migratori imponendo tetti massimi, ma prevede pure la revisione degli accordi internazionali in contrasto con questa politica: di fatto, quelli con l’Unione Europa, rispetto ai quali vigeva una politica di libera circolazione. Il referendum promosso dal partito di destra Udc ha visto avversi il governo federale e il mondo imprenditoriale. Il copione classico si ripete: le imprese sono favorevoli all’immigrazione, così come lo sono i governi più ragionevoli, ma una ampia parte della popolazione, non solo in Svizzera, vede l’immigrazione come una minaccia e una somma di problemi. La vittoria non è quindi, nonostante i sondaggi che l’hanno preceduta, una grande sorpresa. Semmai dovrebbe positivamente sorprendere il fatto che si tratta di una vittoria di stretta misura (50,3%). Anche in Paesi membri dell’Unione, in tempi recenti, non sono mancate minacce di restrizione alla libera circolazione: Cameron in …

"Bollate, il bullismo, gli adolescenti così svanisce il senso della violenza", di Matteo Lancini

La diffusione degli strumenti di comunicazione tecnologica e di internet ha radicalmente modificato la nostra civiltà, il modo di vivere la gioia, il dolore, l’istante privato e quello pubblico. Il dramma personale diventa oggetto di spettacolarizzazione globale. La morte e la violenza ripresi in diretta sono tra i video più cliccati del web, registrano ascolti televisivi altissimi. A questo ormai siamo abituati, così come agli applausi che accompagnano i funerali. Nella società dell’immagine e della condivisione, tutto ciò che accade nella realtà può essere catturato, trasferito e diffuso in tempi rapidissimi. Sono soprattutto gli adolescenti, molto sensibili ai temi di visibilità e successo, bisognosi di sapere che esistono nella mente degli altri, a non occuparsi delle conseguenze che può avere la divulgazione di immagini e filmati attraverso la rete. Non solo. Il senso stesso della violenza sembra svanire, in nome della necessità di trasformare l’occasione drammatica in «spettacolo», da osservare, filmare, divulgare. Come nella mente degli adolescenti del «pestaggio» di Bollate: si è costruita una pericolosissima dinamica che ha portato quei terribili momenti a trasformarsi …

"Carceri: finalmente si fa sul serio", di Sandro Favi,

“L’obiettivo a cui guarda il PD è quello del superamento del modo di legiferare, per giungere ad una pena civile e diversificata, che promana da un sistema giudiziario giusto ed efficiente”. L’intervento di Sandro Favi, Responsabile nazionale carceri del PD “Finalmente la politica ha deciso di affrontare la “questione carceri” senza rimanere paralizzata nello scontro tra chi agita strumentalmente l’allarme securitario e chi invoca una generale indulgenza, per le obiettive condizioni disumane e degradanti a cui sono sottoposti i detenuti in Italia, ma fuori da una prospettiva percorribile di civilizzazione e umanizzazione del sistema delle pene”, ha chiarito Sandro Favi, Responsabile nazionale carceri del PD L’obiettivo a cui guarda il PD è quello del superamento del modo di legiferare, che abbiamo conosciuto nel recente passato, per giungere ad una pena civile e diversificata, che promana da un sistema giudiziario giusto ed efficiente. I primi interventi stanno dando risposte positive in termini strutturali. La popolazione reclusa è diminuita negli ultimi mesi di 3.500 persone rispetto alla media dei detenuti nello scorso anno e di quasi 7.000 …

"Care donne M5S, è tempo di disobbedire…", di Sara Ventroni

«Care donne Cinque Stelle, è tempo di disobbedire, di spegnere il Megafono. Siate libere. Anche voi sapete che dalla goliardia non si ricava indotto democratico. Offendere le donne è il ripiego di chi non ha altri argomenti, eccetto il gesto linguistico primordiale. Eppure, oggi – solleticando le corde basse dei commentatori da social-bar – siamo risospinti indietro, a una democrazia che nelle sue forme regredisce a rantolo. Una politica che rifiuta ogni dialogo, ma non si sottrae alla consuetudine, più-che-consumata, del rifugio trasversale nel divertimento machista, come affermazione di impotenza politica, su scala nazionale. Un trastullo che inganna il tempo, ma non noi. Una pratica ben collaudata, occorre dirlo. Per questo la novità degli insulti mediatici non ci stupisce. L’offesa sessista alle donne – offesa istituzionale o extraparlamentare – è praticata da chi, in mancanza d’altro, tenta di sottrarre valore alla battaglia politica, pensando di ricavarne facile complicità, ammiccando a non si sa quale senso comune. E avendo in mente chissà quale Paese. Per questo, offendendo le donne, in fondo si offende la dignità e …