Tutti gli articoli relativi a: pari opportunità | diritti

“Quel volto deturpato bandiera delle donne”, di Michele Serra

Fortunati i trecento studenti di Parma che ieri hanno potuto vedere e ascoltare Lucia Annibali, sfregiata con l’acido lo scorso aprile per volontà di un ex fidanzato respinto, un uomo così violento e così vigliacco da prezzolare, per quell’orribile gesto, due sicari albanesi. Fortunati quei ragazzi perché il volto di Lucia, ricomposto giorno dopo giorno con una fatica, una dignità, una costanza, una sopportazione del dolore davvero femminili, sventolava in quell’aula come una bandiera. «Voglio ringraziare il mio volto ferito — ha detto Lucia — perché mi ha insegnato a credere in me stessa. A essere padrona di me, del mio corpo e dei miei sentimenti». Tra pochi giorni quel volto fronteggerà in tribunale il suo carnefice. Colui che lo voleva cancellare (perché non merita di esistere, per il maschio padrone, cioè che non gli appartiene) se lo vedrà di fronte. NON sappiamo se proverà rimorso o vergogna per il suo gesto atroce, tra l’altro mutuato di recente, qui da noi, da culture arcaiche e remote, una tortura importata sadicamente dallo spazio e dal tempo …

“Fisica o sessuale: una donna su tre ha subito violenza”, di Carlo Buttaroni

Provate a immaginare un mondo cupo, dove il terrore non è qualcosa d’improvviso e occasionale ma ripetitivo, costante, ossessivo. Immaginate di vivere l’incubo di una violenza che non viene da «fuori», ma nasce e si consuma all’interno dei luoghi più familiari e rassicuranti. E spesso ha un volto noto, consueto, abituale. Immaginate una violenza che esplode senza preavviso, senza ragione. Provate a pensare cosa vuol dire avere costantemente paura, vivere una crescente in- sicurezza che si trasforma in ansia. E immaginate di perdere l’autostima, il senso della realtà, la capacità di definire quello che succede e dargli un significato. Provate a immaginare l’angoscia di un’esistenza parallela, opaca al mondo esterno; di provare vergogna per gli abusi subiti e custodire il segreto di violenze indicibili, perché il racconto può non essere creduto, oppure minimizzato e banalizzato proprio da quelle persone che dovrebbero rappresentare la vostra rete di protezione. Provate a vivere il senso d’impotenza, la depressione, la tachicardia, l’insonnia. E provate ad ascoltare il silenzio interno, l’ansia costante che si annida progressivamente nell’anima fino a diventare …

“Lettera agli uomini che odiano le donne”, di Cristina Comencini

Noi donne occidentali siamo le prime madri libere dal destino della maternità: possiamo scegliere di essere donne senza figli. Nella madre antica, il primo anno di vita e quelli seguenti creavano nel bambino un’idea di donna che si prolungava nell’età adulta, in cui il destino della ragazza era quello di sposa e madre e quello dell’uomo di trovare la donna madre dei suoi figli. Non c’era rottura, contraddizione, tranne quella che derivava dall’infelicità e dal sacrificio insiti nel destino femminile. A noi, madri nuove, viene richiesto un doppio salto mortale: dobbiamo essere pronte allo stato fisico e mentale che permette lo sviluppo del bambino, ma restiamo donne libere, ambivalenti nel desiderio di vivere pienamente il rapporto esclusivo a due col bambino ma di non esiliarci dal lavoro lasciato. Nel passaggio di testimone dalla nuova madre alla nuova figlia, la bambina ne osserva la vita: la libertà, il lavoro, la parità e comincia a cercare, a costruire la sua identità sulla nuova identità della madre. Il figlio maschio di questa nuova madre e la madre nuova …

“Basta con gli stereotipi: la lotta alla violenza comincia così”, di Mila Spicola

Da Duino a Lampedusa ci saranno iniziative, manifestazioni, eventi. Dovrei essere soddisfatta per come la «questione» non sia più negata, minimizzata o rimossa, come accadeva fino a pochissimo tempo fa. Rimane ormai solo Vittorio Feltri a dichiarare come un centinaio di vittime di femminicidio siano «statisticamente irrilevanti», anche lui lo è. Eppure sono perplessa perché sento che siamo pronte a un cambio di passo ma non so se il verso mi convinca più di tanto. La violenza sulle donne nasce da uno stereotipo, anzi, anche lo stereotipo lo è, un atto violento, che costringe in gabbie di ruolo uomini e donne e contro lo stereotipo non vedo prese di posizione o battaglie, vedo solo conferme, soprattutto dai mezzi di comunicazione e informazione. Parrebbe dunque che l’angolo in cui viene relegata la donna pestata dalle foto del racconto collettivo sulla violenza di genere stia diventando esso stesso stereotipo potente, capace ahimè di peggiorare le cose piuttosto che sanarle, di aprire un abisso ancor maggiore tra uomini e donne, mi viene il dubbio che dalla rimozione del …

“Mai più silenzio per una donna maltrattata”, da deputatipd.it

Il 28 maggio 2013 il Parlamento ha approvato la cosiddetta “Convenzione di Istanbul”, primo trattato internazionale sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne; nonché primo strumento internazionale vincolante che crea un quadro giuridico completo per proteggere le donne contro qualsiasi forma di maltrattamento. Il 4 giugno la Camera ha approvato all’unanimità la mozione contro il femminicidio che impegna il governo su diversi punti: la creazione di un Osservatorio che possa monitorare il problema; la formazione specializzata degli operatori; un servizio dedicato nei pronto soccorsi; il ripristino e l’implementazione del fondo del piano nazionale di azione contro la violenza sulle donne e il contrasto alla pratica della mutilazione genitale femminile. Il 9 ottobre 2013 il Parlamento ha approvato la legge contro il femminicidio, un primo passo avanti nelle politiche di contrasto alla violenza.
Purtroppo secondo i dati Onu, quella di genere è la prima causa di morte delle donne tra i 16 e i 44 anni. Numeri che ci dicono quanto fosse urgente approvare questa legge. D’altra parte la cronaca ci consegna …

“Dal rosa al rosso. Domani la giornata internazionale dell’Onu contro la violenza e gli abusi di genere”, di Mariagrazia Gerina

Anche le tinte sono cambiate nella lotta delle donne per i loro diritti: troppo sangue In Italia è stata organizzata una maratona contro gli stupri e il femminicidio. Ma sarà anche l’occasione per ritrovarsi, scioperare, raccontare attraverso la cultura l’universo femminile. «Caro amore mio, ti scrivo perchè non riusciamo più a parlare e non facciamo che arrabbiarci. I lividi, i dolori con il tempo vanno via. La paura ormai me la porterò dietro per tutta la vita. Ma non è colpa mia, non sono nata con la paura di essere picchiata dalla persona che amo.Vedi quando sei tranquillo e sereno io e nostro figlio ci sentiamo al settimo cielo, e ci fidiamo di te. Ma quando diventi quel brutto mostro cattivo non ci fidiamo più. Quindi per l’ultima volta ti chiedo: quanto sei disposto a cambiare anche per noi?». Lettera di una donna maltrattata al suo uomo violento, uno dei tanti che ricoprono le loro compagne di lividi e paure, uno dei pochi che ha deciso di voltare pagina, rivolgendosi a un centro d’ascolto per …

“Caro diario, mio marito vuole uccidermi” storia di Monica che si è salvata scrivendo, di Maria Novella De Luca

È un giorno speciale. Si festeggia il compleanno di Sabrina, tre anni. Scrive Monica, il 26 novembre del 2011, sul suo taccuino Moleskine, riempito di grafia minuta e precisa: «Guido entra in cucina con la sua “38”, io sono di spalle, davanti alla macchina del gas, e mi punta la pistola alla nuca, sento il gelo, mi giro, che fai, dico, tanto è scarica, risponde lui. Me la faccio dare e vedo invece che ha tutti proiettili in canna…». Questa è la storia di Monica, del suo orrore quotidiano e di un diario che le salva la vita. Uno dei tanti diari che le donne vittime di stalking e di persecuzioni domestiche conservano per paura di essere uccise, perché i figli sappiano, per avere una prova da portare in tribunale. Quasi mai infatti le violenze in casa, gli stupri, le botte, le sevizie psicologiche hanno testimoni. Così le donne scrivono. Perché la scrittura è anche conforto, voce intima che diventa parola, grido. Racconta Teresa Manente, avvocato penalista che dirige il pool legale dell’associazione “Differenza Donna”: …