Tutti gli articoli relativi a: pari opportunità | diritti

“Quote rosa, tre mesi per adeguarsi ma le aziende sono ancora lontane”, di Manuela Messina

Per adeguarsi alle quote rosa nei Consigli di Amministrazione restano solo tre mesi. In caso contrario, le aziende riceveranno multe dai centomila al milione di euro per i CdA e dai ventimila ai 200 mila euro per i collegi sindacali. Non bastassero i richiami, la pena prevista è l’annullamento degli organismi di controllo. L’entrata in vigore, nell’agosto 2012, della legge n.120 del 12 luglio 2011, promotrici le parlamentari Lella Golfo (Pdl) e Alessia Mosca (Pd), che introduce le quote di genere nella composizione degli organi sociali delle società quotate e di quelle a controllo pubblico, ha iniziato a dare i primi frutti. Il numero di donne che siedono negli organi di amministrazione delle società italiane quotate è cresciuto, con poltrone “rosa” che oggi sono (dati Consob) il 17,2 per cento del totale. “Un record – spiega Alessia Mosca al La Stampa.it – visto che a fine 2011 le donne erano solo il 7,4 per cento” . La legge in effetti parla chiaro. Entro la fine del 2013, tutti i CdA e le spa quotate dovranno …

Femminicidio, Grasso: “Emergenza sociale”. Boldrini: “Anche parole media hanno peso” da repubblica.it

La violenza di genere “non è una collezione di fatti privati, ma una tragedia che parla a tutti, che parla di tutti”. L’allarme arriva dal presidente del Senato,Piero Grasso, che, in occasione del convegno nella Sala Zuccari di Palazzo Madama, sulla “Convenzione di Istanbul e media”, ha messo in guardia su quella che è diventata una vera e propria emergenza sociale. “Sono pienamente consapevole e preoccupato della portata di un fenomeno che va combattuto in tutte le sue forme: dalle offese, alle minacce, agli atti di violenza fisica e psicologica”, ha aggiunto la seconda carica dello Stato, che, pur riconoscendo “l’impegno e la costanza con cui i diversi media stanno affrontando da mesi il tema”, ha anche lanciato un appello ai mezzi di informazione perché pongano maggiore attenzione a “quei riflessi automatici che a volte rischiano di vanificare la profondità e l’analisi delle stesse testate”. Solidarietà a Boldrini. Il presidente del Senato ha insistito sulla necessità di prevenire comportamenti violenti e di utilizzare “tutti i mezzi a nostra disposizione per garantire la sicurezza delle donne …

“Come si insegna ai ragazzi a non uccidere le donne”, di Maria Novella De Luca e Diego Longhin

Bambini a lezione di “rispetto tra i generi” per combattere omofobia, razzismo, e rifiutare sempre e comunque la violenza sulle donne. Contro il femminicidio parte dal comune di Torino il primo progetto istituzionale in Italia di “educazione alla differenza” nelle scuole. BAMBINI e ragazzi chiamati a capire e scoprire cosa vuole dire la parità tra i sessi. Perché di fronte alla tragedia del femminicidio, e di tutte le nuove forme di razzismo, è da loro che bisogna ricominciare. Nelle aule dei più piccoli e in quelle dei più grandi, in palestra, fuori dalle scuole, nei campetti di calcio, all’oratorio. In quell’età acerba in cui molto si scopre, molto si sperimenta, ma subito si sovrappongono giudizi, stereotipi. Così nelle scuole elementari di Torino si analizzeranno fiabe e cartoni animati, e alle medie si discuterà di Storia, ma partendo, finalmente, dal punto di vista femminile. Educazione sentimentale 2.0. Se a Torino le “lezioni di genere” salgono in cattedra, il movimento è in realtà più ampio, è fatto di genitori, insegnanti, educatori, che hanno deciso di reagire, preoccupati …

Si moltiplicano le imprese “rosa”, da lastampa.it

Le imprese femminili hanno un passo più veloce rispetto al totale delle imprese. Considerando il periodo giugno 2013-giugno 2012, l’esercito delle imprese in rosa è cresciuto di 4.878 unità, pari al +0,34%, mentre le imprese nel loro complesso sono aumentate dello 0,13%. Prato, Siracusa, Pescara e Novara le città più «vivaci» anche in questo anno tanto difficile. Molise, Abruzzo e Basilicata, invece, le regioni le cui attività produttive sono maggiormente tinte di rosa. Sono gli ultimi dati elaborati dall’Osservatorio dell’Imprenditoria femminile di Unioncamere-InfoCamere. «Forse le pari opportunità non sono ancora pienamente entrate nel dizionario comune degli italiani», sostiene il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. «Ma un fatto appare incontrovertibile: anche quando le condizioni del mercato non sono certo vantaggiose, la voglia di impresa delle donne non cede». Alla fine del secondo trimestre di quest’anno, le imprese femminili iscritte al Registro delle imprese delle Camere di commercio sono 1.429.880, il 23,6% del totale delle imprese. Quasi il 12% di esse (per complessive 171.414 unità) ha al comando giovani di meno di 35 anni. Oltre al cospicuo …

“La mia verità sull’omofobia”, di Ivan Scalfarotto

Due giorni fa la Camera ha approvato l’estensione integrale della legge Mancino alla omofobia e alla transfobia. Si tratta di un passo storico per l’Italia che però ha suscitato dubbi polemiche che rischiano di sminuirne la portata. E sarebbe un errore perché, a mio parere e non solo, si tratta invece di una vera e propria svolta. Vediamo dunque di chiarire i punti chiave della questione. Per la prima volta un ramo del Parlamento italiano approva una norma ad hoc che riconosce in Italia l’esistenza, la dignità e il diritto di vivere pacificamente di una comunità di persone – le persone Lgbt, cioè lesbiche, gay, bisessuali e transgender – che fino ad oggi non sono state riconosciute in quanto tali, al contrario di altre minoranze. Le uniche norme antidiscriminatorie finora in vigore sono di origine europea e afferiscono a diritti individuali, come quelli del lavoro. Non solo, ma per la prima volta il Parlamento italiano ha mandato solennemente al Paese il messaggio per cui l’odio contro queste persone costituisce un disvalore per la nostra comunità …

“Femminicidio, ora servono risorse”, di Valeria Fedeli

La ratifica della Convenzione di Istanbul, riconoscendo la violenza di genere come violazione dei diritti umani e ponendo agli Stati il vincolo concreto del raggiungimento dell’uguaglianza tra i sessi de jure e de facto, ha rappresentato un primo passo fondamentale per il contrasto alla violenza contro le donne. Ora occorre implementare il corpus normativo per prevenirne i fattori di rischio, agendo a livello strutturale e, quindi, a lungo termine. È per questo che il decreto sul femminicidio deve segnare solo l’inizio dell’implementazione e della piena attuazione delle obbligazioni assunte con la ratifica di Istanbul. Il raggiungimento dell’obiettivo ultimo di Istanbul, ossia lo sradicamento di ogni forma di discriminazione e violenza nei confronti delle donne in quanto donne, comporta necessariamente un approccio integrato rispetto agli innumerevoli ostacoli che si frappongono al raggiungimento dell’uguaglianza sostanziale delle donne, con l’adozione di misure in materia penale, ma anche amministrativa, economica, sociale. Dalla questione del cognome paterno – «retaggio di una concezione patriarcale», secondo le parole dello stesso Presidente della Corte costituzionale – alle misure sul piano dell’educazione scolastica e …

“Il Grande Minimizzatore e il massacro delle donne”, di Adriano Sofri

Ieri le cronache erano un camposanto di donne uccise. Di mattina, la rassegna di Radio 3 e la discussione di “Tutta la città ne parla” rimettevano a confronto l’allarme per le violenze contro le donne e il femminicidio con la minimizzazione. La minimizzazione è brutta, presume a torto di avere i fatti dalla sua, e non ha capito. A Ferragosto il ministero dell’Interno ha comunicato i dati sulla criminalità. Circa il 30 per cento degli omicidi commessi in Italia, ha detto il ministro, ha come vittime le donne. I giornali hanno scelto questa frase per intitolare (Il totale era di 505 omicidi). Poi ho letto commenti come questo: “Ma allora il 70 per cento degli ammazzati sono uomini! E parlano di femminicidio”. Naturalmente, le cifre rilevanti riguardano il confronto fra il numero di uomini uccisi da donne, e il numero di donne uccise da uomini. Un uomo ucciso da un uomo è senz’altro un maschicidio, anzi doppio, perché è maschio l’autore e la vittima. E nessuno si sognerebbe di chiamare femminicidio l’uccisione di una donna …