Tutti gli articoli relativi a: pari opportunità | diritti

Malala all’Onu: “Parlo per chi non ha voce, i talebani non mi ridurranno al silenzio”, da repubblica.it

“Oggi non è il mio giorno, è il giorno di tutti coloro che combattono per i propri diritti. I talebani non mi ridurranno mai al silenzio e non uccideranno i miei sogni”. A testa alta, coperta da uno scialle di Benazir Bhutto e con la voce ferma di chi, ad appena 16 anni, ha già la consapevolezza di essere il simbolo di chi vuole difendere i propri ditritti, Malala Yousafzai, la giovane attivista pakistana, ferita lo scorso anno alla testa dai talebani, ha parlato dal Palazzo di Vetro. “Sono qui e oggi parlo per tutti coloro che non possono far sentire la propria voce – ha proseguito -. Pensavano che quel proiettile ci avrebbe fatto tacere per sempre, ma hanno fallito”, ha detto, lanciando un vibrante appello “all’istruzione per tutti i bambini”. Le sue parole sono state accompagnate dall’ovazione dell’assemblea: “Ecco la frase che i talebani non avrebbero mai voluto sentire: buon 16esimo compleanno Malala”, ha detto l’ex premier britannico Gordon Brown, oggi inviato delle Nazioni Unite per l’educazione. Con lo scialle di Benazir Bhutto. …

“Epifani: basta strappi Pdl o è meglio lasciare”, di Claudio Tito

«Preoccupato? È chiaro che sono preoccupato». Il segretario del Pd, Guglielmo Epifani, non nasconde le difficoltà che il governo e il suo partito stanno vivendo in questa fase. Gli strappi del Cavaliere, gli imbarazzi della base democratica e le divisioni emerse nel partito sono tessere di un mosaico mai definitivamente completato. Anzi con l’avvicinarsi della sentenza in Cassazione per il processo Mediaset che potrebbe sancire l’uscita dalla politica per Berlusconi, quelle stesse tessere sembrano rimescolarsi di nuovo. «Per questo serve un chiarimento – dice Epifani – se il centrodestra tira ancora la corda, per noi vengono meno tutti gli spazi di agibilità». Però, avverte, sul sostegno «responsabile » al governo Letta c’è «la stragrande maggioranza del Pd ». E anche le polemiche sulla sospensione dei lavori in Parlamento sono «esagerate». «Lì abbiamo vinto noi e non loro. Brunetta aveva delle pretese eversive e noi lo abbiamo stoppato». Tutto infatti nasce dal voto di mercoledì sulla sospensione dei lavori. A molti non è andato giù che il Pd abbia accettato la richiesta del Pdl. «Ma quel …

“Il branco di Montalto assisterà donne maltrattate”, di Maria Novella De Luca

Rubarono il futuro a Maria in una notte di maggio di sette anni fa nella pineta di Montalto di Castro. Erano in otto, tutti minorenni, e la stuprarono a turno, senza pietà. Ieri per l’intero branco di violentatori, nel frattempo diventati maggiorenni, il tribunale per i minori di Roma ha disposto ancora una volta non la condanna, ma l’affidamento ai servizi sociali. Quella “messa in prova”, prevista dall’ordinamento minorile, già fallita una volta e revocata dalla Cassazione, perché proprio durante quel periodo di affidamento ai servizi sociali, uno dei violentatori era stato denunciato per stalking dalla fidanzata. Ma l’esito ieri, nonostante le richieste di condanna a quattro anni per ognuno degli otto membri del branco avanzate dal pubblico ministero Carlo Paolella, è stato identico a quello del primo processo. Affidamento ai servizi sociali: i colpevoli, rei confessi di aver stuprato Maria (nome di fantasia) che nel 2007 aveva soltanto 15 anni, per circa un anno e mezzo dovranno “prestare servizio”, presso residenze per anziani e comunità. Ma anche, ed è un paradosso nel paradosso, dovrebbero …

Il testo di riforma del 416ter è adottato all’unanimità dalla commissione giustizia della camera. Un primo impegno concreto contro la corruzione. Ora il voto alla camera

270.000 cittadini hanno chiesto a gran voce la riforma del 416 ter e il testo definitivo è stato appena adottato all’unanimità dalla Commissione Giustizia della Camera. Dal 15 luglio si vota in Aula. Si tratta di un importante segnale che dimostra la volontà politica di intervenire su questa norma cruciale per la lotta alla corruzione in Italia, rispondendo all’istanza della società civile. Dopo 6 mesi di lavoro, finalmente abbiamo un testo definitivo. Merito di una mobilitazione popolare, che per la prima volta e con mezzi innovativi ha dialogato in modo costruttivo con i parlamentari sui temi della corruzione, merito del lavoro dell’intergruppo dei Braccialetti bianchi, i parlamentari di tutti i partiti che da subito hanno sposato la causa. E merito dei relatori in Commissione, Dambruoso (Scelta Civica) e Mattiello (PD), che hanno saputo andare avanti sulla via dell’accordo. Il testo che verrà sottoposto alla discussione e votazione della Camera recita: Chiunque accetta consapevolmente il procacciamento di voti con le modalità previste dal terzo comma dell art 416 bis in cambio dell’erogazione di denaro o di …

Stalking, “Rosi andava protetta. Servono tribunali specializzati”, du Laura Preite

Un primo ammonimento da parte del questore, poi la querela, infine la custodia cautelare in carcere per i casi più gravi. Sono questi i passaggi che possono portare all’allontanamento dello stalker violento dalla sua preda. Anche se non sempre basta, come nel caso di Rosi Bonanno, 26 anni, uccisa di fronte al figlio di 2 anni dall’ex convivente che lei aveva per sei volte denunciato per stalking. Inutilmente. QUELLO CHE DICE LA LEGGE L’ammonimento, è una fase preliminare, la persona viene ammonita dal questore con un provvedimento formale: “Non lo fare più altrimenti si va nel penale”. Poi la vittima può decidere per la querela se l’ammonimento non ha effetto e lo stalker continua. Gli atti persecutori infatti sono sempre punibili “a querela” cioè è la vittima che denuncia e allora parte il procedimento. Basta una prima querela per far partire l’azione penale anche se si possono fare delle “integrazioni” se lo stalker nel frattempo continua. Magistrato e polizia giudiziaria quindi intervengono, verificano le circostanze, e accertano i fatti, se la vittima vive una situazione …

“Giornalismo e potere”, di Piero Ottone

La Fiat al Corriere della Sera? Mi sembra di assistere a un film già visto. Ho alle spalle, anno più anno meno, settant’anni di giornalismo, parecchi trascorsi per l’appunto al Corriere, e posso raccontare che già in un’altra occasione la Fiat diventò l’azionista di punta del giornale. Ma allora tutto era chiaro. Fiat voleva dire in quel frangente (anno 1973) Gianni Agnelli, e Agnelli sapeva diventare, in qualche occasione, un generoso cavaliere. Il Corriere di quel tempo dava fastidio al potere costituito, alla Democrazia cristiana: era troppo libero, troppo spregiudicato. Eugenio Cefis, gran personaggio del tempo, fiancheggiatore del partito dominante, rappresentante di punta in quella che Scalfari e Turani chiamarono in un libro la razza padrona, voleva mettere le mani sul Corriere, portandolo via a Giulia Maria Crespi, ultima rappresentante della famiglia. Agnelli intervenne: un po’ perché contrastava (con Leopoldo Pirelli, con altri grandi imprenditori) Cefis e la razza padrona, un po’ per cavalleria, perché era amico di gioventù di Giulia Maria. Ma non aveva secondi fini. Non pensava minimamente a servirsi del Corriere per …

“Le disuguaglianze insostenibili”, di Giorgio Ruffolo e Stefano Sylos Labini

Mentre le ultime rilevazioni dell’Istat indicano un vero e proprio crollo dei consumi delle famiglie, uno studio commissionato dall’Unione Europea, Gini-Growing inequality impact, ha messo in evidenza che l’Italia è tra i paesi europei che registrano le maggiori diseguaglianze nella distribuzione dei redditi, seconda solo al Regno Unito, e con livelli di disparità superiori alla media dei paesi Ocse. Non solo: da noi la favola di Cenerentola si avvera con sempre minor frequenza, nel senso che le unioni si verificano non tanto tra fasce di reddito diverse ma entro le stesse fasce frenando la mobilità sociale. Inoltre, appare che la ricchezza si sta spostando verso la popolazione più anziana accentuando il divario tra generazioni. Il crollo dei consumi in Italia è dunque associato ad un divario nella distribuzione della ricchezza che si è accentuato durante la crisi: oggi circa la metà del reddito totale è in mano al 10% delle famiglie, mentre il 90% deve dividersi l’altra metà. La domanda che si impone è: come siamo arrivati a questo punto? La risposta non è difficile: …